La legge elettorale del “truffellum” e i suoi complici

 

La legge elettorale del “truffellum”

Diceva Mark Twain, sul finire del 1800: “se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare”. Ed aveva ragione!

La prova provata è scritta nel sistema elettorale ribattezzato “Rosatellum” che la “banda” dei politici in carica ha approvato facendoci credere che andremo finalmente a votare in ragione della della consapevolezza informata, cardine essenziale della libertà. Sicché andremo a votare per poi scoprire che il voto espresso per le idee di Mario Rossi servirà, invece, a far eleggere Mario Bianchi di cui non condividiamo né le idee, tanto meno stimiamo la persona. E allora scopriremo che il “Rosatellum” è la truffa premeditata del “truffellum”… tanto per rimanere alle desinenze colorate della politica.

Recita infatti questo metodo che i voti dati al candidato non eletto nel collegio uninominale si attribuiranno proporzionalmente alle liste bloccate del partito a lui collegato.

Cosa vuol dire? Presto detto. Vuol dire che l’elettore pensa di aver messo la crocetta del voto su Mario Rossi, ma se Mario Rossi non viene eletto nell’uninominale i suoi voti finiranno tutti ad alimentare l’elezione dei candidati nella lista bloccata. In pratica i non eletti spingeranno i soliti prescelti della lista bloccata e così finirà che l’elettore che va a votare perché finalmente stanco dei soliti inciuci della politica indirettamente finirà invece con alimentare esso stesso l’imbroglio, credendo di aver espresso la volontà di eleggere una persona e invece sta votando qualcun altro. Cose che accadono solo nel nostro Paese e in nessun’altra  parte del mondo. Ed anche se l’elettore e immaginiamo tutti gli italiani non volessero votare la solita lista bloccata frutto degli inenarrabili accordi di partito, non potranno farlo perché l’automatismo della legge prevede che la mancata apposizione del contrassegno sulla lista non conta nulla, perché la lista viene votata comunque dagli incauti elettori che hanno espresso la loro preferenza per il candidato nel collegio uninominale collegato alla lista “preferenziale”. E’ la sintesi di questo meraviglioso Paese consegnatosi mani e piedi ai partiti politici senza alcuna possibilità di resistenza dell’elettore che andrà ancora a votare convinto di premiare l’uomo e non più i partiti politici.

Tutto chiaro? Bene. Ora aprite il codice penale e leggete l’art. 640 per convincervi che la legge, in tutti gli altri casi (non in questo naturalmente), punisce l’azione di chiunque (quindi anche i partiti politici e lo Stato stesso), con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procuri a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno.

Ma allora chi sarà mai e infine il colpevole di questo imbroglio? I soli partiti che hanno pensato e approvato la legge? Ma neanche per sogno perché la stessa legge dello Stato ci fa sapere all’art. 110 c.p. che qualsiasi altrui condotta, quindi quella dell’ignaro elettore, attraverso la quale quel reato, con quelle modalità concrete si realizzerà, sarà punita a titolo di concorso.

Il gioco malizioso e perverso segue la scia della “anatra zoppa” alle amministrative in cui abbiamo votato il solito Mario Banchi perché amministri la municipalità, ha preso i voti, ma alla fine ci ritroviamo governati dal solito Mario Bianchi per cui potranno continuare sempre impunemente a dirci: “voi li avete votati!” Ed avranno ragione!

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