Meloni, la spesa tricolore e l’abuso di “patriota”
Ormai è chiaro: Giorgia Meloni, come tutti coloro che l’hanno preceduta a Palazzo Chigi, si è convinta che quello italiano sia un popolo di stupidi (o giù di lì). Non c’è altra spiegazione, di fronte ai provvedimenti che sta assumendo il Governo guidato da Nostra Signora della Garbatella, che, soprattutto per quel che riguarda la lotta all’inflazione e al caro prezzi, vengono spacciati come un aiuto concreto agli italiani in difficoltà, ma che rappresentano poco più che un pannicello caldo sulla testa di un ammalato grave.
“Sempre meglio poco che nulla”, obietteranno i soliti, irriducibili sostenitori di Giorgia Meloni. Vero. Com’è vero, però, che questo poco dovrebbe essere davvero di sostegno ai cittadini e non all’immagine della premier, com’è avvenuto e sta avvenendo, invece, per l’ultima, fantastica trovata: quella del trimestre tricolore anti-inflazione. Un’ideona, alla quale hanno aderito più o meno tutti i marchi della grande distribuzione alimentare (Coop, Despar, Esselunga, Conad, Carrefour, Pam, Lidl, Tigre, Famila), con circa 23mila punti vendita, in tutto il Paese. Del resto, chi avrebbe potuto dire di no, sentendosi magari rinfacciare di non essere un “patriota”, termine tanto caro a Giorgia e ai suoi Fratelli, gli stessi che chinano il capo davanti ai diktat degli Stati Uniti e dell’Europa, infischiandosene dell’interesse nazionale, che sostengono di perseguire.
Così, per tre mesi, negli esercizi aderenti, gli italiani potranno fare la spesa con prezzi scontati su tutta una serie di beni, alimentari e non: con quanto sconto e su quali prodotti, però, lo decidono di volta in volta gli esercenti. E, allora, dove sta la novità? Le cosiddette “offerte” settimanali non sono già presenti nelle migliaia di “volantini” dei supermercati che intasano le nostre cassette della posta? Certo che sì, ma vuoi mettere la soddisfazione di avere prezzi ribassati per volontà della premier? La quale, ovviamente, ha presentato l’iniziativa in pompa e con parole enfatiche: “Penso sia la prima volta che tutto il sistema Italia, la filiera alimentare, dei beni di largo consumo, firma un patto con il governo per tenere sotto controllo i prezzi del carrello della spesa, per aiutare le famiglie, soprattutto quelle in difficoltà…..È frutto di un confronto durato diverse settimane, che ha portato un risultato concreto e che dimostra al governo che noi non siamo soli quando ci sono da affrontare dei problemi. Forse dimostra anche al mondo produttivo che c’è una guida, che c’è in questa nazione finalmente un governo che sa ascoltare e che ha l’umiltà di chiedere una mano quando c’è da affrontare situazioni complesse, come la spirale inflazionistica davanti a cui ci troviamo”.
Insomma, come sempre, da quando Giorgia governa, parliamo di mera propaganda. Basti pensare che anche un’associazione dei consumatori da sempre prona davanti ai potenti, quale il Codacons, ha fatto sapere che, dopo un primo monitoraggio sul paniere dei prodotti scontati/calmierati, è emerso che “la maggior parte degli esercizi che hanno aderito al trimestre tricolore ha optato per i cosiddetti prezzi fissi, senza attuare veri ribassi. Questo significa che per i prossimi tre mesi i prodotti in questione non subiranno variazioni di prezzo, anche in presenza di condizioni che favorirebbero la discesa dei loro listini”. E per i giornali anti-Meloni è stato, invece, facile fare qualche “conto della serva”, ironizzando, ad esempio, sul fatto che, sul prosciutto cotto, i ribassi più alti hanno fatto guadagnare ai consumatori una fetta ogni etto. Buona nemmeno per un panino….
Ecco, questo è il Governo che si definisce di destra e che ha profondamente deluso le aspettative dei moltissimi che avevano scelto Giorgia Meloni appena un anno fa. Un esecutivo totalmente incapace di affrontare i problemi del Paese con la forza necessaria, prigioniero com’è di una presidente del Consiglio concentrata solo sulla sua immagine, tanto da inginocchiarsi davanti a Biden e ai potenti del mondo.
L’unica cosa che conta, per Nostra Signora della Garbatella, è restare avvinghiata alla poltrona di Palazzo Chigi, costi quel che costi all’Italia. Un esercizio abbastanza facile, di fronte al nulla dell’opposizione, ma molto difficile da conciliare con quella parola – “patriota” – che lei e i suoi fedelissimi ripetono come un mantra. Purtroppo, Giorgia Meloni, Mantovano, Lollobrigida e compagnia di patriottico non hanno proprio nulla.
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