Pamela, bravo Meluzzi o inquirenti ciechi?
Non abbiamo nulla contro il professor Alessandro Meluzzi. Al contrario, lo riteniamo persona preparata e molto adatta ai tanti interventi televisivi, che, di fatto, rappresentano la sua principale attività. È stupefacente, però, che debba essere il professor Meluzzi a spiegare al mondo che l’atroce delitto di Macerata – una ragazza di 18 anni uccisa, probabilmente dopo essere stata violentata, fatta a pezzi e ritrovata senza organi, forse mangiati in un macabro rituale – rientra, per modalità e dinamica, nella casistica dei crimini della mafia nigeriana.
Da giorni, infatti, dopo che gli inquirenti hanno azzardato le ipotesi più disparate, partendo dalla morte per overdose, che non ha trovato alcun riscontro, gira sulle mail e sui telefonini un video del professore Meluzzi, il quale spiega come funziona la mafia nigeriana, quanto siano spietati i suoi adepti e che a Macerata, quasi certamente, si è consumato un delitto, seguito, poi, da un banchetto con gli organi della vittima. Non solo: Il professore, ovviamente intervenuto sul tema anche su tutte le radio e le tv, ha affermato che anche quei ragazzi che chiedono l’elemosina fuori dai bar e dai supermercati portano soldi alla mafia nigeriana.
La domanda che ci poniamo, allora, è la seguente: possibile che nessuno, tra Carabinieri, polizia e varie altre forze dell’ordine, muova un dito per fermare i criminali nigeriani? Delle due l’una: o il professor Meluzzi ha un tantino esagerato – e allora, forse, sarebbe il caso di dargli qualche turno di riposo nelle sue comparsate televisive – o, se ha detto il vero, le nostre forze dell’ordine non arrivano nemmeno dove arriva un semplice studioso. E questo, francamente, sarebbe inquietante.