Quirinale, comunque vada perderà l’Italia
Ormai è certo: comunque vadano le elezioni per il nuovo Presidente della Repubblica, a perdere saranno l’Italia e gli italiani. Se ce la farà il favorito della vigilia, Mario Draghi, inutile aggiungere altro a quello che abbiamo scritto nelle scorse settimane: Draghi è un nemico del popolo, è espressione delle élite finanziarie internazionali e il Governo da lui presieduto lo ha dimostrato in modo chiaro, dimostrandosi forte con i deboli e debole con i forti. Un capo dello Stato così sarebbe una sciagura.
Il problema è che gli altri nomi in campo non sono migliori. Anche l’ipotesi avanzata da Salvini, come se fosse una trovata geniale, ossia la candidatura dell’attuale presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, se si concretizzasse rappresenterebbe una iattura per il Paese. L’avvocato Casellati, infatti, ogni volta che ha ricoperto incarichi istituzionali, ha dimostrato di avere a cuore esclusivamente i suoi interessi, il suo portafoglio e le sue ambizioni personali: è l’esatto contrario di uno statista e lo testimoniano alcuni episodi, finiti sui giornali, quali l’assunzione della figlia al Ministero della Salute (quando Elisabetta era sottosegretario), la “strage” di collaboratori, autisti e scorte al Ministero della Giustizia (anche allora era sottosegretario) e l’abuso dei voli di Stato, da presidente del Senato.
Come faccia Salvini a proporla è un mistero, ma una ricostruzione giornalistica racconta di una promessa fatta dallo stesso Salvini alla Casellati, in piena estate, al famigerato Papeete. Forse questa è la dimostrazione di ciò che asseriamo da tempo: Salvini, dal Papeete in poi, non ne ha azzeccata una e sarebbe ora che lasciasse il campo a qualcun altro, per il bene del centrodestra. Anche perché il suo stato confusionale favorisce l’ascesa di Giorgia Meloni, ampiamente inadeguata a un ruolo di leader della coalizione. E questa situazione, in concreto, favorisce il centrosinistra o chi, come Renzi, propone strani minestroni con dentro un po’ di tutti, in nome di un centro che non esiste.
Ovviamente, la proposta di Salvini “Casellati for president” ha incontrato subito molti ostacoli e, probabilmente, naufragherà. A quel punto, potrebbero entrare in gioco nomi imbarazzanti, a partire da Pierferdinando Casini, Giuliano Amato e altri figuri di questo tipo. E, allora, davvero, comprendiamo quei deputati o senatori, che, nel segreto nell’urna, sulla scheda per l’elezione del capo dello Stato scrivono il nome del conduttore televisivo Amadeus o del giornalista Cruciani, protagonista di una trasmissione radio trash come “La Zanzara”.
Una cosa, infatti, è certa: l’elezione del presidente della Repubblica si è trasformata in una barzelletta, non è più una cosa seria. Perciò, tanto vale buttarla sul ridere. Il problema è che, alla fine, come sempre, piangeranno gli italiani.
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