Quirinale: è Gianni Letta la vera carta di Berlusconi
La corsa per il Quirinale è ormai nel vivo, a dispetto di quello che tutti i leader di partito ripetono quotidianamente: “L’argomento verrà affrontato solo nel 2022”. Tutti tranne uno: Silvio Berlusconi, infatti, ha già lanciato la volata, dichiarando pubblicamente di aspirare al Colle. Una candidatura, quella dell’uomo di Arcore, che, malgrado tutte le rassicurazioni di Salvini, Meloni e “capetti” vari del disastrato centrodestra, appare debolissima. Possibile che Berlusconi si illuda davvero di andare al Quirinale, peraltro partendo con così largo anticipo, cosa che, notoriamente, porta a irrimediabili “bruciature”?
Berlusconi non è un principiante e, dunque, è difficile credere che il suo sia stato un mero passo falso. Al contrario, i bene informati sostengono che questa sua uscita anticipata sia frutto non di un clamoroso errore tattico, ma, piuttosto, di un fine calcolo politico: sapendo di non avere speranze, Silvio lancia subito sé stesso, si brucia, ma tiene coperto il nome del “suo” Presidente della Repubblica, quello che lui vuole davvero al Colle. E non parliamo di Mario Draghi, che tutti vogliono tenere incollato a Palazzo Chigi almeno fino al 2023; né di Giuliano Amato, già abbondantemente impallinato da tutta la stampa; né, tantomeno, di personaggi sinistri, come Prodi o Veltroni. La vera carta di Berlusconi, secondo i boatos parlamentari, sarebbe l’eterno Gianni Letta, l’uomo che lavora nell’ombra e che piace a tutti.
Letta, quello vero, sarebbe certamente appoggiato da Lega e Fratelli d’Italia, oltre che da Italia Viva e dai tanti renziani che, ancora oggi, sono nei banchi parlamentari del Pd. E il capo del Pd, il nipote Enrico Letta, come potrebbe dire di no alla candidatura dello zio?
Il quadro, seppure ufficialmente in Forza Italia, venga definito “fantascientifico”, potrebbe essere quello giusto. Gianni Letta sarebbe molto gradito a Draghi (il rapporto tra i due è ottimo) e garantirebbe praticamente tutti, tranne i Cinque stelle, che hanno già fatto sapere di non gradire un berlusconiano della prima ora, appunto come Gianni Letta. Ma le divisioni interne rendono i grillini irrilevanti, nel caso si andasse alla conta. E le “lisciate” di Berlusconi a Giuseppe Conte, con annessi apprezzamenti del reddito di cittadinanza, strenuamente difeso dai pentastellati, potrebbero rendere indulgenti verso Gianni Letta molti ex intransigenti discepoli di Beppe Grillo.
“Non è strano – spiega un deputato di Forza Italia, che vuole rigorosamente restare anonimo – che circolino tutte queste indiscrezioni sull’appoggio di Renzi al nome di Berlusconi, peraltro rivelate da uomini molto vicini a Silvio, come Micciche’? Se Berlusconi fosse davvero candidato al Quirinale, nessuno direbbe una parola. In realtà, sarà un altro a fare la volata. E, come tutti gli sprinter di razza, uscirà allo scoperto soltanto negli ultimi cinquecento metri, quando sarà molto difficile parare la sua stoccata”.
Insomma, gli aspiranti al Colle sono avvisati: Gianni Letta è pronto a dare scacco matto. Su di lui potrebbero convergere i voti di quasi tutte le forze politiche presenti in Parlamento e, a quel punto, la partita sarebbe chiusa. Anche per chi spera di andare al voto politico nel 2022: con Gianni Letta al Quirinale, infatti, tutto sarebbe “imbalsamato” fino al 2023. A partire dalla democrazia.
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