È il 23 marzo 1919, in piazza San Sepolcro, a Milano. Richiamati da Il Popolo d’Italia dal passa parola dal ritrovarsi al caffè osteria o in Galleria qualche centinaio di arditi e futuristi, ex socialisti e sindacalisti e anarchici, combattenti di quelli ancora disposti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per nuove avventure, buona mano e sana curiosità. Fondazione dei Fasci di Combattimento. Cento anni.
Storia autentica uscire dai miasmi morta gora bruciare le navi alle spalle per un sì e contro ogni no prendere a pedate i culi mosci dei borghesi e a schiaffi l’ostentate barbe socialiste deridere i tromboni di una Italietta da cartolina, trepidante e vile. Questo ed altro ancora e di più. Intorno a un uomo, un Capo, a raccoglierne intenti passioni idee… (Pochi giorni dopo ne daranno prova battagliando – minoranza, ma che conta! – con il corteo dei “sovversivi” mettendolo in fuga bandiere rosse nella polvere pugni chiusi inutili e beceri assaltando e mettendo a soqquadro la sede dell’Avanti. Il 15 aprile, a via Mercanti lo scontro da cui, nelle narrazioni successive, prese nome di battaglia).
Lungo il percorso. Dalle elezioni del 16 novembre del medesimo anno, in cui i fascisti raccolsero appena 4795 voti e, il giorno successivo, gli avversari improvvisarono un fittizio funerale con l’effige di Mussolini. Gli anni irriverenti dello squadrismo BL 18 e via per le strade polverose a devastare il dominio dei socialisti camicia nera randelli e “pugnal fra i denti le bombe a mano”, quello stesso spirito, intriso però di tragedia cupa e feroce, che tornerà al tramonto con le Brigate Nere l’Emme rossa cucita sul bavero. E, fra di loro, vent’anni di Regime compromessi illusioni qualche inganno di troppo ma anche tanta fierezza e speranza per rendere migliore questo Paese.
Lungo l’elenco degli avvenimenti; complesse le iniziative le risoluzioni i progetti. “Il male assoluto” seppe riempire di sé lo spazio e il suo tempo con opere compiute e, nonostante le abiure la menzogna dei guardiani imbecilli di una memoria infida, se ne parla si rende presente e vivo in qualche modo batte forte nei cuori di chi non si arrende. Cento anni da quell’inizio. Grazie di averci donato la Storia alta ed altra. E di consentirci di cantare “la poesia del XX secolo”, la Rivoluzione.