Anche se non tutti, voi si…

 

Anche se non tutti, voi sì…

E’ fatta il 22/ottobre 2022 comunque vada sarà ricordato come una data storica per la “Repubblica Italiana nata dalla Resistenza”, come il giorno di insediamento del primo presidente del consiglio donna della storia d’Italia, e per giunta, fra i conati di bile delle signor* della sinistra delle quote rosa e delle battaglie LBGT, etc., una donna di Destra.
Non ho mai lesinato sulle critiche personali a Giorgia Meloni ed al suo suo partito, spesso anche con accanimento, accanimento dovuto ad un senso di “tradimento”, perché resta innegabile che parte del percorso fatto dalla “Carciofara” (termine dispregiativo coniato per la prima volta da Franco Ferrari, amico personale di Beppe Grillo, nel totale silenzio delle signor* di cui sopra), è simile al mio, molti dei neo eletti ministri del nuovo governo hanno un percorso simile, con alcuni di loro in gioventù, ho condiviso battaglie, altri li ho conosciuti personalmente, e alcuni, al di là delle visioni politiche, a livello umano posso persino considerarli amici.

Ad un certo punto della mia vita politica, però qualcosa si è spezzato, con la “legittimazione” data dal Cavaliere al M.S.I. e il seguente passaggio dalle fatiscenti sedi Missine, piene di giovani, libri, muffa e oggetti contundenti atti a difenderci dagli assalti dei “Rossi”, ai salotti buoni è avvenuta una mutazione. Per un po’ ho creduto/sperato, di facciata, purtroppo con gli anni ho capito di sostanza.

La strada comune si interruppe nel 1994 quando nella sezione del Msi di cui era segretario arrivarono varie bozze della di lì a poco nascente “Alleanza Nazionale”, fra queste bozze ricordo una nota che sarebbe dovuta essere inserita nello statuto del nuovo partito “Si riconosce l’importanza storica dell’Antifascismo”, certo bel poca cosa con le abiure attuali, ma fu il seme da cui è germogliata la pianta tossica della nuova Destra Italiana. Già sulla scelta del nome avevo molti dubbi, “Alleanza Nazionale”, infatti fu una associazione antifascista di matrice Liberale fondata nel 1928 dal poeta Lauro de Bosis, e sciolta da Mussolini nel 1931, che vantava fra i propri iscritti, Mario Vinciguerra, Umberto Zanotti Bianco, Benedetto Croce, Padre Enrico Rosa, un gesuita, fondatore di “La Civiltà Cattolica”, vino ad ambienti Israeliti, ed il maestro Venerabile della Gran Loggia d’Italia, 33º e ultimo grado del Rito scozzese antico ed accettato, Duca Giovanni Antonio Colonna di Cesarò.

Da segretario comunale avrei avuto diritto di partecipare al congresso di Fiuggi, dove avrei espresso il mio dissenso come portavoce di alcuni giovani e degli ex combattenti della R.S.I. Fui Commissariato poco prima, fra l’altro da Altero Matteoli, considerato il delfino di Beppe Niccolai, alla cui “corrente”, seppur come “soldato semplice”, appartenevo. Di Altero ricordo che iniziava ogni comizio, con un saluto alle “camerate e camerati”, (sempre prima le donne), salvo poi da Senatore del PDL, dichiarare, alla stampa, l’incompatibilità, al popolo della libertà, per chi si professasse di “fede Fascista”.

Con Alleanza Nazionale la vecchia classe dirigente Missina abbandonata definitivamente la visione sociale e rivoluzionaria e si sposta su posizioni della destra classica occidentale di stampo conservatore. Giorgia Meloni classe 1977, cresce nel quartiere popolare della “Garbatella”, il padre un commercialista con precedenti penali e simpatie comuniste, abbandonerà la famiglia quando Giorgia ha un anno, forse anche per questo la giovane studentessa dell’ l’istituto professionale “Amerigo Vespucci” di Roma, all’età di 15 anni, aderirà al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Con la nascita di A.N. diviene responsabile nazionale di Azione Studentesca. Nel 2000 diviene dirigente nazionale di Azione Giovani, l’organizzazione giovanile di AN. Nel febbraio 2001 Gianfranco Fini la nomina coordinatrice del comitato nazionale di Azione Giovani.

Alle elezioni politiche del 2006, a 29 anni, viene eletta alla Camera dei deputati.

Dal 2006 al 2008 è una dei vicepresidenti della Camera.

Alle elezioni politiche del 2008 è rieletta deputata nelle liste del “Popolo della Libertà”.

L’8 maggio 2008, a soli 31 anni, è nominata ministro per la gioventù del governo Berlusconi IV, il più giovane ministro nella storia dell’Italia repubblicana.

Nel novembre 2012 annuncia la propria candidatura alle primarie del Popolo della Libertà, a seguito della rinuncia di Berlusconi a disputarle, il 20 dicembre 2012 lascia il PdL e fonda, assieme a Guido Crosetto, e Ignazio La Russa il nuovo movimento politico di destra conservatrice “Fratelli d’Italia”, del quale tuttavia conferma l’alleanza di coalizione con Berlusconi. Dall’elenco dei finanziatori del nuovo partito depositato alla tesoreria del Parlamento, apprendiamo che fra i finanziatori appare la “TCI Comunicazioni Italia srl”, azienda posseduta al 95% e amministrata da Gianfranco Librandi, responsabile finanziario di Scelta civica di Mario Monti.

L’8 marzo 2014 diviene presidente di Fratelli d’Italia.

Da parlamentare ha votato praticamente tutto, ha votato il MES e il pareggio di bilancio, ha votato la Legge Fornero, ha votato in favore dello Svuotacarceri. Era lì anche quando fu varato il Lodo Alfano, ovvero l’impunità per le alte cariche dello Stato, era saldamente in maggioranza quando si votò il primo Trattato di Dublino. Sul fronte della politica estera, Meloni ha rafforzato la visione filo-statunitense e filo sionista del suo partito (ad onor del vero tale corrente esisteva già nel M.S.I., pur convivendo con altre visioni del mondo), aprendo una linea di comunicazione diretta tra Fratelli d’Italia e il Partito Repubblicano statunitense. E’ stata l’unica italiana a partecipare al principale evento dei conservatori statunitensi, il “National Prayer Breakfast di Washington”. Fortemente anticinese nell’agosto 2008, invitò gli atleti italiani a boicottare la cerimonia d’apertura dei Giochi olimpici di Pechino. Sul Venezuela fu una dei maggiori sostenitori del presidente fantoccio voluta dagli Americani Juan Gerardo Antonio Guaidó, contro il legittimo presidente eletto Nicolás Maduro.

Il 3 febbraio 2020 ha inaugurato la “National Conservatism Conference (NatCon)” evento internazionale ideato dalla “Edmund Burke Foundation” le cui realtà promotrici sono Nazione Futura (Italia), Bow Group (Regno Unito), Danube Institute (Ungheria), International Reagan Thatcher Society (Stati Uniti), The Herzl Institute (Israele).
Dal 29 settembre 2020 è presidente del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (Ecr). Una nomina prestigiosa che la rende unica donna leader di un partito politico europeo.

Dal febbraio 2021 è membro dell’Aspen Institute, un think tank internazionale con sede a Washington D.C.

Ex Missini oltre alla Giorgia Nazionale ed al Presidente del Senato Ignazio “Benito Maria” La Russa, Adolfo Urso ministro delle Imprese e Made in Italy, già “colonnello” di Gianfranco Fini, dal giugno 2021 presidente del Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti, autore delle liste di pericolosi Putiniani.

Anna Maria Bernini Ministro di Università e Ricerca, capogruppo uscente di Forza Italia, ma già prima membro di Alleanza Nazionale.

Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura, un passato da giornalista del Tg2.

Francesco Lollobrigida, (il Cognato) Ministro Agricoltura e sovranità alimentare.

Luca Ciriani Ministro Rapporti con il Parlamento già dirigente Friulano del Msi.

Nello Musumeci, Ministro del mare e del Sud, già mio Vicepresidente nella mia militanza ne “La Destra”, di Francesco Storace.

Daniela Santanché Ministro Turismo anche lei ne “La Destra” di Francesco Storace.

Alfredo Mantovano Sottosegretario presidenza Consiglio altro “Colonnello” Finiano.

Vedere questi ex “compagni di strada ai massimi livelli della gestione dello stato, provoca sentimenti contrastanti, una blanda soddisfazione, mista ad una rabbia viscerale nel rendersi conto che per arrivarci hanno sacrificato tutto, diventati tutti, per convinzione o per convenienza atlantisti, europeisti, liberisti.

Fra due giorni nonostante i divieti e le minacce, una comunità umana prima che politica si ritroverà in sedi di partito e/o associazioni, o in ristoranti di tutta Italia per festeggiare l’anniversario di un evento che ha cambiato per sempre la storia del nostro paese, e potrei dire dell’intera Europa. Brinderemo con un vino della casa, con menu risicati al minimo per permettere una “cresta” che servirà a mantenere per un po’ le attività politiche sui territori. Sicuramente sarà intonata una canzone scritta dalla “Compagnia dell’Anello”, che per molti di noi, rappresenta una vita di sacrifici, e ferma militanza, “anche se tutti noi no”. Voi uomini e donne di Governo se lo farete sarete costretti a farlo nelle 4 mura domestiche, non sia mai trapeli la notizia, probabilmente bevendo champagne, ma ormai dimentichi di quel senso di cameratismo che ha accompagnato i primi anni della vostra vita politica. Quel canto non vi appartiene, non più.

“Ricordo ancora la stanza
dove ti ho conosciuto
non eravamo poi molti
a frequentare quel buco.
Stavi scrivendo sul muro
tutto indaffarato
delle parole strane
ma dal chiaro significato.
Anche se tutti… noi no!
Anche se tutti… noi no!
(..) Forse era solo lo sfogo
di un ragazzo arrabbiato
ma io vent’anni dopo
non l’ho ancora dimenticato
perché sai, certe emozioni
specialmente se sincere
le conservi nella mente
e diventano bandiere.
(..) Cambian le facce signori
gira la ruota del tempo
ma la mia vecchia canzone
si alza ancora nel vento.
Stiamo buttando alle ortiche
per inseguire il potere
la nostra fede più antica
e le ragioni più vere.
(..) Ci hanno detto ragazzi
qualcuno si era sbagliato
adesso tutto cambia
viva il libero mercato,
ma c’è qualcosa che stona
in questo ragionamento
qualcosa che non perdona
qualcosa che resta nel vento
perché saran le voci di molti
che ci hanno già lasciato,
e non mi pare che siano morti
gridando: “viva il libero mercato!”.

 

Immagine: https://www.agenzianova.com/

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