Auguri a tutti ai belli e ai brutti, ai buoni e ai cattivi, agli intelligenti e agli stupidi che, purtroppo, in Italia sono in grandissima maggioranza, ai bravi e agli incapaci e via di questo passo.
Mi scusino signore e signorine se affianco alle “i” nella frase di sopra non ho messo le “e”, come usa fare in questi tempi di stupido conformismo, ma mi riferisco al genere umano che è inevitabilmente composto di uomini e di donne (tertium non datur).
Purtroppo anche nelle cose semplici e banali ci devono costringere a precisare, data l’alta confusione che esiste a tutti i livelli perché, nella società del relativismo e del consumismo compulsivi in cui viviamo, tutto è distorto affinché non si crei omogeneità e solidarietà tra le persone e si instauri il regime della divisione e della separazione individuale imperniato sulla competitività e sull’odio per arrivare al controllo totale. La nuova forma di schiavitù.
Comunque un augurio particolare lo voglio fare proprio alle donne, a quelle vere, orgogliose della propria femminilità, forti, fortissime, capaci di ristabilire e far rispettare i ruoli che la natura e la storia ci hanno assegnato affinchè possano, con le loro arti sottili, rieducare il nostro popolo all’organicità e alla funzionalità e costringano i maschi, che hanno, nella quasi totalità, abdicato al loro ruolo, a tornare ad assumersi le responsabilità che competono loro.
La donna, un mondo profondo, particolare, tutto da scoprire e da svelare; e quando a noi uomini consentono di svelarlo tutto diventa sublime.
Ecco il primo e più importante augurio: ricostruire quella complementarietà ed essenzialità del genere umano il cui disvelamento è il più importante dono che la natura possa averci riservato.
Alcuni di noi, quasi tutti, festeggiano il Natale, altri il solstizio, tutti l’arrivo dell’anno nuovo che sentiamo sempre come diverso e che ci auguriamo autenticamente migliore.
Ed è qui che si innesta l’augurio mio e di tutta la redazione de Il Pensiero Forte; l’augurio che si riesca ad impedire la dissoluzione dell’Italia, bloccando definitivamente la criminale agenda Draghi, uscendo in modo totale dalla guerra che stiamo affrontando contro i nostri stessi interessi, come abbiamo già fatto ai tempi delle incursioni aeree contro la Libia di Gheddafi, impedendo la realizzazione della digitalizzazione totale della nostra vita che, unita all’abolizione del contante, rappresenta la nuova forma di schiavismo cui ci vogliono obbligare attraverso un controllo ossessivo e le conseguenti penalità se qualcuno si ostina a sottrarsi a tale controllo.
Un ultimo augurio voglio fare a tutti noi; che si riesca a costruire una nuova coesione nazionale che cementi le nostre diversità in una nuova visione identitaria che ci faccia superare le antitesi del passato su cui ha attecchito l’odio dei nostri nemici e dei traditori dell’Italia.
Basta vedere quello che sta accadendo in questi tempi negli uffici di Bruxelles della famigerata UE, che i maestri della disinformazione si ostinano a chiamare Europa, ben sapendo che l’Europa, come nazione e come realtà politica non esiste.
Non si tratta solo di furti, intrallazzi, appropriazione indebita e corruzione ma anche di mala gestione se non addirittura di associazione a delinquere. Troppi segreti, troppa poca attenzione e conoscenza della reale struttura degli organismi UE e sul loro funzionamento. Addirittura stiamo scoprendo che i gruppi di controllo delle attività gestite dalla UE sono scelti e nominati dagli stessi che devono essere controllati. Un sistema di sicurezza che è una grande presa in giro se non addirittura una truffa.
Ci vuole una commissione internazionale che indaghi su tutte queste situazioni.
Ecco, il nostro augurio finale è che il popolo italiano tutto riacquisti il controllo del proprio destino, si doti di una nuova classe dirigente svincolata dalla partitocrazia imperante, perché nessun partito è degno della nostra fiducia, si costruisca un nuovo futuro svincolato dalle logiche monetariste e finanziarie.
Impossibile? È quello che ci vogliono far credere; basta volerlo e camminare uniti verso l’obiettivo.