Ormai è tutto molto chiaro. Esiste un governo fatto da coloro che fino a ieri erano l’un contro l’altro armati e che oggi sono compagni di merende, succubi inerti ed impotenti sotto un padrone che li fa parlare, li fa agitare, li fa proporre ma poi fa ciò che gli pare.
Tutto questo mi fa paura, l’incoscienza e lo spirito antitaliano delle più alte autorità di quello che rimane dello stato italiano hanno consentito, in nome della più inosservata carta costituzionale (buona per tutte le soluzioni), una serie di colpi di stato che oggi hanno messo il destino nostro e dei nostri giovani nelle mani di un personaggio, freddo, calcolatore, che nessuno controlla e nessuno può fermare, soprattutto perché la gente è convinta di avere un nuovo salvatore.
Siamo in una situazione disperata, grazie proprio a quel mito fasullo della democrazia, per cui i più contano e i meno non contano nulla; proprio quei più che sono frutto dei condizionamenti dettati dai media totalmente in mano ai detentori delle risorse planetarie che vogliono dominare il mondo e trasformare gli esseri umani in consumatori compulsivi privi di volontà.
Ho paura delle decisioni, purtroppo senza controllo, di quest’uomo banca venuto a liquidare la nostra stupenda Italia per farla gestire dai suoi compari in funzione del profitto, senza alcuna idea di comunità e di socialità.
Temo ogni cosa che dice e che fa. Sì, sono prevenuto ma ne ho motivo.
Infatti, quando si parla di “sburocratizzare”, ovvero di levare l’opprimente burocrazia che impedisce, molte volte, all’Italia di decollare nell’intraprendere, mi ricordo, le idee girate nei periodi precedenti, quando Colao, l’inglese, imperversava come capo del gruppo di consulenti (che, usando la lingua dei barbari, è stata chiamata “task force”) che dovevano risollevare l’economia nazionale (abbiamo visto con quali risultati) e che oggi fa, guarda caso, il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale.
L’idea consisteva nel consentire agli avvocati, senza passare al vaglio di un qualche giudice, di emettere atti esecutivi con immediata esecuzione per riscuotere crediti certi; snellendo sicuramente l’operatività ma privando i cittadini della tutela giudiziaria soprattutto dagli abusi degli strozzini privati e degli usurai legalizzati. Per fortuna non se ne è fatto nulla; ma questa è la mia paura che dietro operazioni necessarie da farsi anche celermente, si nasconda la volontà non di tutelare i ceti più deboli ma di potenziare la sopraffazione di quel potere disumanizzante della finanza apolide.
Diceva uno scaltro politico del secolo passato, Giulio Andreotti, “a pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina” e sicuramente aveva ragione. Per questo non mi fido ed ho paura e dovremmo diffidare tutti e stare attenti.
Soprattutto oggi che non esiste più nessuna opposizione nelle istituzioni e siamo abbandonati a noi stessi, dobbiamo vigilare, controllare ed essere pronti ad intervenire, cercando di agevolare quei pochi che dentro le istituzioni cerano di organizzare una qualche resistenza fuori dal coro di lecchini servitori e di finti oppositori. Mi riferisco a Cabras e ai pochi altri che stanno per costruire una ridotta dove resistere. Dovrebbero avere la forza ed il coraggio di mettersi tutti insieme lasciando da parte i propri personalismi in nome dell’interesse comune.
Noi comunque siamo disposti ad aiutarli, anche nelle operazioni di raccordo con le altre realtà qualunque sia la loro provenienza politica e il loro passato perché il compito primario è salvare l’Italia.