Come cartografi chini sulle mappe tracciamo nuove rotte

 

Come cartografi chini sulle mappe tracciamo nuove rotte

La giornata di sabato 16 gennaio 2021 è stata una tappa importante per la sinergia che si è creata. Quello che abbiamo preparato tutti insieme è stato un primo atto significativo, che può indicare la strada da percorrere per giungere alla realizzazione di un concreto fronte di opposizione al “Great Reset”. Si è trattato di una cooperazione vera e propria. Questa sinergia indica a tutti noi uno spazio di trasmissione di idee e di interlocuzione culturale e politica che apre nuovi scenari per giungere a strategie di azione congiunta.

La nostra è una avanguardia del pensiero, venutasi a formare perché tutti noi abbiamo avvertito l’urgenza imperante e talvolta disperata di buona cultura e buona politica. Basta guardarsi attorno ed osservare: la disperazione e la paura vigono imperanti nell’annichilimento che la post-modernità ha portato con la prospettazione di un essere umano tecnofluido, privo di anima e destinato a diventare un oggetto consumatore che può essere spento o resettato. 

In questo contesto, la nostra condivisa opera ci deve far sentire come profeti di una rigenerazione. L’organicità delle nostre comunità e provenienze di vario genere ed ambiti di azione ha un unico ed identico collante: il cuore; ed il cuore è ciò che manca a questo mondo. La controffensiva culturale e politica che dobbiamo lanciare è frutto sicuramente di un passato fatto di duro lavoro e formazione, ma è anche un trampolino di lancio che permette a tutti di dare una svolta. Il grande cambiamento è in atto, spetta a noi fare la nostra parte affinché prenda una direzione diversa da quella disegnata dai signori della globalizzazione delle coscienze. Il varco della nuova era ci investe di una missione: ridefinire l’essere umano e restituirgli la sua reale dimensione, acquistando una nuova consapevolezza dei valori della Tradizione e superando la negazione moderna della stessa, per giungere ad una visione del nuovo mondo che sappia mettere tutte le conquiste della scienza e della tecnica al servizio dell’essere umano.

La rete che stiamo costruendo è trasversale, fatta di persone e realtà che, nel vincolo della comune buona battaglia e dell’amicizia, sono pronte a condividere le proprie risorse e strumenti, mettendole a disposizione degli altri nodi della rete, così da permettere la crescita di ogni realtà secondo la propria essenza. Siamo coscienti della necessità di un ordine, espressione della realizzazione ultima dei nostri fini comunitari, nonché bellezza di quella perfezione di virtù politica alla quale ambiamo. Rifiutiamo ogni forma di corruzione del nostro statuto etico, perché il nostro essere molteplici parti di un un’unica missione fa sì che ci apriamo a tutti per creare un più ampio fronte. Vogliamo essere comunità di destino, ove le persone condividono spiritualmente e materialmente la stessa esistenza, perseguendo gli stessi fini. Comunità, dunque, nel senso più autentico ed originario del termine, comunione delle vite.

In questa ottica di pensiero agiamo. La giornata di controffensiva culturale ne è dimostrazione fattuale. Ora, davanti ad un più ampio orizzonte di opportunità ed eventi, serriamo i ranghi e prepariamoci alla battaglia. Ci dobbiamo preparare ad un processo traumatico senza precedenti, in un certo senso situato al di fuori, o quantomeno all’estrema periferia, della via così come conosciuta fino ad oggi, nel quale noi dobbiamo diventare la scheggia impazzita che restituisce senso e valore alla profondità del nostro essere sia come singoli ma, soprattutto, come comunità. Siamo gli ortodossi dell’eresia dell’essere.

Crediamo che la politica sia il prendersi cura del Bene Comune che oggi dobbiamo riscrivere. È giunto il tempo di riunirci e di marciare uniti. Senza remore possiamo affermare con orgoglio che tutti noi dobbiamo sentirci come i cartografi chini sulle mappe che tracciano nuove rotte di navigazione dell’essere, della storia, dell’umanità.

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