Covid 19, non covid 19

 

Covid 19, non covid 19

Sono un uomo che medita sulle cose e capisce quando qualcosa non funziona.

Sicuramente ho il senso della misura e la consapevolezza dei miei limiti, cosa che ad altri non appartiene: come, per esempio all’Organizzazione Mondiale per la Sanità e a Mario Monti. La prima, critica Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina e scopritore del virus dell’HIV, per le sue considerazioni sull’epidemia da Covid 19 e, poi, per aiutare le nazioni europee ad affrontare i problemi creati dal coronavirus, nomina un economista, Mario Monti (le cui capacità anche in questo campo noi Italiani abbiamo provato e pagato sulla nostra pelle), presidente della commissione paneuropea per la SALUTE e lo sviluppo sostenibile, il secondo, poi, senza remore o vergogna, ha accettato.

A questo punto, dato che su questi temi tutti parlano e sparlano a sproposito, mi sento legittimato e mi sembra giusto fare alcune considerazioni banali e credo animate da buon senso.

Tutti i giorni ci bombardano di notizie sui contagiati: l’altro giorno erano 1.200, ieri 1.000 e così continuerà nei giorni a venire (cosa tra l’altro espressamente vietata dal piano antipandemia vigente in Italia da svariati anni); ma nessuno ci dice quanti di questi casi risultino essere malati, anzi, almeno una volta in televisione hanno riferito essere tutti asintomatici.

Se a questo aggiungiamo che nelle prime statistiche serie uscite, purtroppo con colpevole ritardo, si è parlato, per l’Italia, di oltre 20 milioni di portatori sani (un terzo della popolazione) è ovvio che se facciamo tanti tamponi (prescindendo dall’affidabilità di questi test) troppi ne troveremo di asintomatici.

A che serve? E soprattutto questo modo quasi terroristico compulsivo di comunicarlo quale scopo vuole raggiungere?

La risposta è semplice, quasi banale e sta nell’acquiescente programmata incapacità della classe politica e tecnica messa in campo: distanziamento sociale e distruzione di quel poco che rimane dell’importante ossatura economica dell’Italia.

Ma non basta! Le vittime sacrificali preferite sono i giovani affinché non diventino una vera bomba sociale. Il pressappochismo e la superficialità con cui si sta affrontando la riapertura delle scuole, sempre se avverrà, ha del criminale.

I giovani devono socializzare, devono vivere in comunità, devono capire cosa vuol dire rapportarsi con gli altri fuori dalla famiglia (quando esiste) e questo avviene prevalentemente nella scuola, essendo stata eliminata la leva militare obbligatoria ed essendo, tutte le altre possibilità di aggregazione giovanile, quando e se riapriranno, fagocitate dal positivismo materialista e dall’edonismo consumista.

Il tutto sempre accompagnato dallo stillicidio quotidiano delle notizie: oggi tre morti da coronavirus, ieri quattro…

Perché non ci sciorinate anche le centinaia di morti quotidiane per cause cardio circolatorie o per tumore, forse perché diminuirebbe l’effetto?

A me sembra tutta una grossa truffa, una presa in giro, e vorrei conoscere, durante la fase acuta dell’epidemia, quanti sono stati i morti per queste drammatiche malattie. Oggi viaggiano al ritmo di oltre 400 morti al giorno, per ognuna di queste, chissà se in quei giorni, questi casi drammatici sono finiti, per le statistiche, tra i morti da covid 19.

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