Cristianofobia


 

Cristianofobia

La Vandea s’è ripresa la scena della tragedia il 9 di agosto, a Saint-Laurent-sur-Sévres père Olivier Maire è stato assassinato, l’omicida reo confesso Emmanuel Abayisenga è un quarantenne ruandese di etnia Hutu, “psichicamente instabile”, in affidamento alla comunità dei padri missionari di Monfortains, in attesa del processo a suo carico per l’incendio appiccato alla cattedrale di Nantes nel 2020.

Il 29 ottobre dello scorso anno un tunisino ventiduenne, Brahim Aouissaoui, uccise a coltellate due fedeli e il sagrestano nella basilica di Notre-Dame-de-l’Assomption a Nizza; nel 2016 padre Jacques Hamel, 86 anni, sacerdote di Saint-Etienne-du-Rouvray, venne sgozzato, durante la messa nella sua chiesa, da Abdel Malik Petitjean e Adel Kermiche, inneggianti all’Isis.

Tre episodi di sangue contro sacerdoti cattolici, ferite sulla “salma” dell’Europa suturate con l’ipocrisia delle prefiche istituzionali, partecipazioni condite da parole di circostanza cercando di non turbare anche i capisaldi del cristianesimo neutro, sincretico, “ascolto ed accoglienza” della nuova chiesa rahneriana che “si arrende al mondo” piegata al suo relativismo fluido, al divenire continuo dell’uomo storico, foglia trascinata dalla corrente nel πάντα ῥεῖ del vecchio Eraclito.

C’è nei fatti quotidiani una persecuzione “scientifica” contro il cristianesimo con modalità diverse, dalla lama affilata dei coltelli alle prigioni, dall’apharteid alle leggi aspidi che ne avvelenano il messaggio, le verità, inoculando arsenico ai fedeli, usando il furore armato dell’odio selvaggio o l’astio segregazionista nei confronti di una religione combattuta al grido di Allah akbar o della dea Ragione, sponde diverse, parallele ma in prospettiva convergenti.

In tempi di idolatria scientifica conviene allora snocciolare alcuni dati da mettere sul tavolo, abbiamo preso quelli forniti dal World Watch List 2021 di Open doors relativi al 2020, essi denunciano la persecuzione di 340 milioni di cristiani nel mondo (!) con una crescita esponenziale di 80 milioni in più rispetto al 2019, ogni giorno vengono uccisi in media  13 cristiani per un totale di 4.761 (nel ‘19 erano 2.983), sono state attaccate o chiuse 4.488 chiese, arrestati e incarcerati 4.277 fedeli cui aggiungere 1.710 rapiti dei quali possiamo immaginarne la fine.

Non sono le fake news lanciate a orologeria da Judith Carmona, l’ultima sui 229 missionari cristiani condannati a morte in Afghanistan dai Belzebù talebani, uno fra i paraventi alla tragicomica disfatta militare, politica, economica di un Occidente evirato di valori, già tramontato che ora vuol coprire la propria nudità col grido di chi affoga: Aiuto! Aiuto! Sparato a tutto tondo dai servo-media.

La carne cristiana è di fatto invece l’agnello vivo sull’ara di un sacrificio confessionale criminoso, un genocidio a macchia di leopardo, dalla Nigeria alla Cina, passando per Corea del Nord, Corno d’Africa, Pakistan, India, ecc. Parafrasando un motto anni ‘70 par che “uccidere un cristiano non è reato” soprattutto se questi non abiura all’adesione piena al proprio credo, chiamata con disprezzo dai Kaifa laici integralismo, peggio d’una bestemmia.

Non è solo l’Islam a stendere la propria mano contro il cristianesimo, il comunismo, sì proprio quello, ovunque regni sovrano o si mascheri di progressismo, in nome dell’ateismo illuminato, dogma della religione liberal-marxista e sue evoluzioni, perseguita il cristianesimo con la virulenza di leggi liberticide, immesse nel circuito con tanto di spie, polizia, giudici, galera o in modalità più soft nel democratico Occidente ove ogni confessione di fede eterodossa al materialismo dialettico  è tollerata e questo participio passato è sintesi del tutto.

Non ci interessa l’uso politico strumentale di questo immenso sudario, il balbettio tiepido udito qua e là sotto la grande coperta di feltro de l’ Occaso addormentato, di un’Europa apostata delle proprie radici, simulacro del vecchio e del giovane intenti a contar denari nella “Vocazione di San Matteo” del Caravaggio. Qui da noi la cristianofobia è segno dei tempi laici scanditi dalle lancette di supposti diritti declinati col libertarismo a senso unico, è il grande imbuto dove confluiscono valori solo laici, detti civili, tutti volti a colmare fino all’orlo il vaso dorato del pensiero unico,  tradotto in “soldoni” è la legge onnivora del mercato dove il successo dell’ego, sia esso Stato o semplice individuo, sta unicamente nella temperatura del Pil comunitario e personale, il resto sono scorie medioevali da bruciare perché frenanti l’accelerazione verso il paradiso terrestre de l’habere.  La persecuzione dei cristiani nel mondo è invocata e perpetrata sì dalle altre fedi religiose, ma queste sono stimate, con supponenza da spallucce, le retroguardie di un esercito in cammino verso l’Eldorado di una società opulenta, grassa, sazia di “cosare” il senso dell’essere.

Meglio allora spingersi da argonauti verso la tempesta, forti del discorso della Montagna, che nascondersi o camuffarsi sotto coperta su una nave con la polena aptera della Ragione messa a prua in apparente ma putrescente bonaccia.

 

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