Cronache del dopobomba

 

Cronache del dopobomba

Giugno 1973 sulla rivista “Undercomics” della Editoriale Dardo vengono pubblicate per la prima volta le tavole di un fumetto ostico, famosissimo all’estero ma poco apprezzato nel nostro paese, “Cronache del dopobomba“,  l’autore Franco Bonvicini, in arte Bonvi, storico ideatore di Nick Carter Cattivik e delle Sturmtruppen, (unico fumetto italiano realizzato nel formato a strisce giornaliere, pubblicato anche all’estero tra cui  l’allora Unione Sovietica). Cronache del dopobomba, che varrà all’autore il titolo di miglior cartoonist europeo, narra di un mondo post olocausto nucleare e descrive le miserie del genere umano, con uomini pronti ad uccidersi per una scatoletta o per diversità di fedi politiche. Bonvi continuerà a lavorarci fino al 1993 realizzando complessivamente 74 storie che vennero poi raccolte in due volumi editi dalla Granata Press.

 Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini nasce a Modena il 31 marzo 1941, lì vi trascorre la giovinezza, nel 1956 conosce Francesco Guccini, col quale stringe amicizia frequentando assieme il “Movimento Laico Studentesco” e collaborando alla realizzazione del suo giornale “Zero con lode”. Dal 1960 i due iniziano a collaborare alla stesura di fumetti. Nell’ ottobre 1962 svolge il servizio militare (all’epoca ancora obbligatorio) frequentando il 31º Corso AUC come allievo ufficiale, che conclude presso la Scuola Truppe Corazzate di Caserta, dove nel giugno 1963 viene promosso con il grado di sottotenente. Nel 1967 prende parte come attore al film comico “Come rubammo la bomba atomica” con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.

Tra il 1985 e il 1987 fu consigliere comunale a Bologna, eletto nelle lista del PCI, col quale ebbe peraltro un rapporto assai burrascoso, stracciandone in pubblico la tessera dopo la svolta della Bolognina, che porterà il 3 febbraio 1991 allo scioglimento del Partito Comunista Italiano. Sbattè le porte cantando, sull’area dei fratelli Righeira, “l’Estate sta finendo e Bonvi se ne va”. Quando il PCI diventa “Democratico” (partito Democratico), Bonvi scriverà una lettera aperta ad Ochetto, chiedendo la restituzione dei soldi versati per tutti gli anni di militanza. Rilascerà anche una intervista dove dichiarò di: “non aver mai passato tanto tempo in vita sua in compagnia di tanti imbecilli”. A Bonvi la “democrazia”, non piaceva restò sempre un rivoluzionario, al pari del corregionale Nicolino Bombacci, in lui potevamo trovare, sia il Compagno dallo slancio generoso, che l’anarco/fascista, che di fronte alle storture delle istituzioni e della politica, finiva per ritrovarsi dall’altra parte della barricata, come effettivamente accadde alle elezioni politiche del marzo 1994.

Bonvi, invitò attraverso una sua vignetta, di votare per il suo “Avversario di Fiducia”, Stefano Morselli, allora esponente di Alleanza Nazionale, e successivamente responsabile organizzativo de “La Destra”. “Ho sempre avuto una grandissima simpatia per le Sturmtruppen, sarà perchè quando militavo nelle fila della Repubblica Sociale, con i tedeschi ci ho avuto a che fare, e quel fumetto è meno caricaturale di quanto non sembri” dichiarerà in una intervista Pino Rauti. La creazione più nota di Bonvi, ormai è divenuta espressione comune per indicare un meta-esercito di succubi,  quei soldatini con l’elmetto calato sopra gli occhi, nascondono in realtà un grande affresco del nostro paese,  al posto dei militari teutonici, potremmo sovrapporre impiegati burocrati, studenti, forze dell’ordine, al posto degli “Uffizialen” manager, politici, dirigenti scolastici. Il Generale Figliuolo, nominato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, quale commissario straordinario per l’emergenza COVID-19 non sfigurerebbe certamente nei loro ranghi, le città italiane sembrano sempre più quelle delle cronache del dopobomba, con una umanità divisa, pronta a scannarsi se non per una scatoletta, (non ancora),  per divisioni politiche, o meglio politico/sanitarie, con gli eserciti dei cosiddetti No-Vax, e i pro(ni)Vax l’uno contro l’altro armati. Di bombe Figliulo fra l’altro se ne intende, visto quelle che ha fatto lanciare come comandante delle forze NATO in Kosovo. In quell’ambito non dimentichiamoci del neo rieletto super presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella allora Ministro della Difesa, che autorizzò il bombardamento di Belgrado utilizzando fra l’altro ordigni all’Uranio Impoverito. Per questo servizio l'”Amico Americano”, gli ha garantito la carriera politica, che lo ha portato alla recente rielezione, (sarà lui nel 2016 ad ordinare Francesco Paolo Figliuolo “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia”). Franco Bonvicini non era “Pacifista” era antimilitarista, come lo erano Ezra Pound, Pierre Drieu la Rochelle, Louis Fendinand Celine, e Robert Brasillach.  Bonvi morì a soli  54 anni in un incidente stradale a Bologna, investito nella notte fra il 9 e il 10 dicembre 1995 da un automobilista ubriaco mentre si stava recando come ospite alla trasmissione dell’amico Red Ronnie, “Roxy Bar”, allo scopo di vendere alcune sue tavole originali per aiutare un altro grande del fumetto Italiano Roberto Raviola, in arte Magnus, all’epoca malato di cancro. Come tutti i veri artisti, mai prono al regime, sicuramente oggi sarebbe stato vicino all’amico Red Ronnie, e ai pochi militanti post o neo Fascisti, e post o neo Comunisti, che stanno combattendo per questo mondo post “bomba” Covid, mi sarebbe piaciuto poter leggerne le cronache.

Immagine: https://www.fanpage.it/cultura/sturmtruppen

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