Nella Mitologia Greca, il Titano Crono, figlio della Madre Terra, essendogli stato profetizzato che uno dei suoi figli lo avrebbe privato del potere, li iniziò a divorare. Oggi nell’occidente civilizzato si erge a moda un movimento, nato (guarda caso) negli Stati Uniti, il cosiddetto movimento “Childfree” letteralmente “liberi dai bambini”, per essere sicuri di mantenere tale libertà, i membri, giovani sotto i 30 anni, ricorrono alla sterilizzazione volontaria, tecnicamente, alla salpingectomia bilaterale, cioè l’asportazione delle tube, per le femminucce, e alla vasectomia per i Maschietti.
Interventi prenotabili anche presso specifici ospedali pubblici a costo zero perché la prestazione è offerta dal servizio sanitario nazionale in regime di day hospital. A renderlo possibile è l’articolo 22 della legge 194, la stessa che consente l’aborto, che ha depenalizzato la sterilizzazione volontaria, che fino al 1978 era considerata reato punibile con la reclusione sino a due anni. A dare il via al Movimento, nel 2008 è stato il libro della scrittrice Corinne Maier, “Mamma pentita no kid, quaranta ragioni per non avere figli” edito in Italia da Bompiani.
I Childfree si codificano come fenomeno sociale nel 2013, conquistando la copertina del Time. In Italia questa comunità vive sui social, primo fra tutti Facebook. È qui che sono nati gruppi chiusi, community, pagine pubbliche, in grado di promuoverne l’ideologia e il marketing, si perché dietro la facciata di una scelta personale si sta costruendo un vero e proprio business, fatto di spiagge, ristoranti, locali, aree pubbliche, tutte tassativamente “unfriendly”. Alcune compagnie aeree offrono tratte riservate esclusivamente agli adulti, così alcuni alberghi e villaggi turistici. In Gran Bretagna su alcuni treni ci sono le carrozze, vietate ai bambini. In Germania, sono comparsi annunci immobiliari riservati agli “ältern ohne kinder”, cioè adulti senza piccoli al seguito. Grant Achatz, lo chef stellato Statunitense conosciuto per il suo contributo alla cucina “progressista?”, si interrogò su Twitter se vietare o meno l’ingresso dei bambini nei ristoranti. Roberto Piccinelli, giornalista, autore dell’annuale “Guida al piacere e al divertimento” racconta: “nel Belpaese, pur non vigendo alcun divieto ufficiale, un target adulto è infatti preferito da tanti resort esclusivi”.
Il Vangelo di Marco riporta: “lasciate che i bambini vengano a me, e non lo impedite, perché a chi è come loro, appartiene il regno di Dio”. Invece ai bambini è preclusa persino la santa messa, già nel 2012 la chiesa di San Filippo Neri a Torino espose il cartello «In questa chiesa durante le celebrazioni liturgiche non sono ammessi bambini.» Precursore di cartelli simili in centinaia di parrocchie italiane, insieme a decine di cartelli che vietano l’accesso ai “razzisti”, ai “fascisti” ai leghisti” nei media sono questi i cartelli che fanno notizia. Un sottile filo lega questi punti, la denatalità da una parte e la difesa ad oltranza dell’immigrazione come ricambio per una società che non vuole/puole fare figli dall’altra.
In “Amoris Laetitia” Bergoglio apre alla liberalizzazione dei contraccettivi. Con un articolo scientifico pubblicato sulla rivista “Journal of medical ethics”, due ricercatori italiani, Alberto Giubilini dell’Università di Milano e Francesca Minerva dell’Università di Melbourne, iniziano a discutere in ambito accademico di “aborto post-natale”, usato per indicare la possibilità di equiparare un neonato a un feto, cui potrebbe quindi essere tolta la vita per le stesse ragioni per cui le nostre leggi contemplino l’aborto. Tra le opzioni, vi è anche l’esempio di una donna che consideri un figlio “un rischio per la propria salute mentale”. Secondo Giubilini e Minerva, lo stato morale di un neonato è equiparabile a quello di un feto, «nel senso che entrambi mancano di quelle proprietà che giustificano l’attribuzione di un diritto a vivere dell’individuo». Ne consegue che gli individui che non sono nelle condizioni di attribuire nessun valore alla loro stessa esistenza non sono persone, ne consegue, che nella prossima fase, sarà la società, a non attribuire alcun valore ad alcune persone, e quindi se considerate inutili al loro ruolo di consumatori saranno sopprimibili. Siamo di nuovo nell’epoca di Crono, e nessuno Zeus pare all’orizzonte.