DDL 755: una legge antisociale
Sarò prevenuto; ma tutto quello, che viene dal mondo anglosassone o che scimmiotta progetti ed idee di quel mondo, mi fa paura.
La mia paura, però, è fondata perché quel mondo è l’espressione tipica di quel mostro ideologico politico, economico e sociale che è il liberismo: il vero nemico da battere e da combattere che riduce i rapporti umani ad un mero fatto economico e di mercato.
Infatti, ispirati da questa logica liberista e antisociale, alcuni senatori della Lega, Ostellari, Romeo, Pillon, Pellegrini e Candura, venendo meno a quello che, almeno a parole, dovrebbe essere un loro presupposto, hanno presentato il Disegno di Legge (DDL) n.755, attualmente in discussione al Senato.
Questo DDL, ispirato, a detta dei relatori, dalla necessità di accelerare i tempi della giustizia soprattutto in materia di recupero crediti e quindi per favorire l’arrivo di nuovi investitori, spesso riottosi a spostarsi in Italia per le difficoltà burocratiche e per le lungaggini della giustizia, invece di sfoltire gli ostacoli burocratici o di fornire sostegni tecnici e umani ai magistrati o di indurre questi ultimi a maggior impegno e solerzia, propongono un’ulteriore privatizzazione dell’iter giuridico con ennesima vessazione a carico dei più deboli, rendendo più difficile difendersi da abusi e soprusi dei più forti, ovviamente economicamente.
Infatti il DDL in oggetto prevede che un avvocato, fornito di mandato di un cliente, possa emettere direttamente un atto di ingiunzione di pagamento di somme di cui esista prova scritta senza che il documento, vero o falso che sia, passi al vaglio di un giudice ed il presunto debitore, oltre ad avere solo 20 giorni per pagare o fare ricorso, in caso di opposizione, ha l’obbligo di pagare anche il contributo unificato.
Per di più, in caso di opposizione, il magistrato adito deve rigettare il ricorso “se l’opposizione non è fondata su prova scritta o di pronta soluzione” il che potrebbe voler dire che una denuncia di falso riferita al documento di debito potrebbe comunque portare all’esecuzione forzata dell’atto di ingiunzione.
Sono tante le critiche tecniche e giuridiche che si potrebbero fare a questo disegno di legge, sia in riferimento alla legge costituzionale, in quanto crea disparità tra le varie categorie di creditori, avendo previsto e favorito espressamente i crediti di alcune categorie di professionisti, sia rispetto alla legge ordinaria.
Quello che però a noi preme sottolineare, come dicevamo in apertura, è l’aspetto politico veramente squallido: infatti da una parte si espongono i più deboli alle prevaricazioni di professionisti senza scrupoli, dall’altra si possono esporre gli utenti medi, senza santi in paradiso, alle follie ed alle truffe legalizzate, dei grandi enti e delle multinazionali.
Gli esempi delle famose “cartelle pazze” o delle bollette emesse sui consumi presunti o delle parcelle emesse da professionisti senza scrupoli, che purtroppo, pochi, ma esistono, sono solo alcuni dei casi dove questo sistema mostra la sua perversione antisociale.
Sono sempre i più deboli a rimetterci, quelli che non hanno i soldi per rivolgersi ad un avvocato, né per pagare il contributo unificato, che, “ovviamente” non è dovuto da chi ingiunge il pagamento.
Certamente questo provvedimento, se diventerà legge, sarà un boomerang clamoroso per il partito che lo ha proposto, che sicuramente manifesterà una tendenza antipopolare al servizio dei grandi potentati e in difesa di piccole “lobbies”.
Non so se è un provvedimento dettato dalla malafede o dalla stupidità, ma è sicuramente in controtendenza di chi dice di essere dalla parte dei cittadini perché questo si realizza con una Giustizia rapida ed efficiente e non consegnando ai privati la risoluzione dei conflitti di qualsiasi genere.