Destra divina che è dentro di noi

 

Destra divina che è dentro di noi

Dall’archivio di “Strano ma Nero” voglio far uscire alcune perle che sono sicuro susciteranno stupore (e indignazione) in molti lettori, voglio parlare di un uomo che Pietrangelo Buttafuoco ha definito “Il più ruvido incazzoso squadrista che mai calendario abbia potuto avere”, Francesco Forgione, meglio conosciuto come San Pio da Pietrelcina. Forgione nasce a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887.  Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Nel 1916 i superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo e qui, nel convento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Il 20 settembre 1918 il cappuccino riceve le stimmate della Passione che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Fu vicino al sindaco (e segretario del fascio) Francesco Morcaldi, con atteggiamenti virulenti nei confronti della sinistra, (anche dal pulpito). Negli anni si recarono in pellegrinaggio dal “Monaco Santo”, come veniva definito dai microfoni di Radio Praga, dove si incitavano i compagni italiani ad assaltare il suo monastero, la principessa Maria José di Savoia, l’infanta del Portogallo Maria Antonia di Borbone, l’imperatrice Zita d’Austria, Monsignor Lefevbre, donna Rachele Mussolini, Assunta Almirante e tanti altri. Fra i “Miracoli” attribuiti al santo ve ne sono alcuni di particolare interesse in questo contesto.

Nell’aprile del 1961 lo scontro tra Padre Pio e i vertici Vaticani diventa particolarmente aspro: al frate viene proibito di celebrare le funzioni. Se la devozione popolare, è certa della sua santità, le autorità religiose e l’opinione pubblica di sinistra guardano con crescente sospetto allo strano miscuglio di misticismo ed esaltazione religiosa che cresce a San Giovanni Rotondo. È in questo periodo che il giornale “l’Avanti” pubblica quello che con ogni probabilità è il più duro attacco della stampa italiana al frate di Pietrelcina. Il quotidiano socialista tira fuori dai cassetti della storia un fatto di cronaca avvenuto  il 14 ottobre 1920, durante i cosiddetto “biennio rosso” , i socialisti vincono le elezioni a San Giovanni Rotondo. Al momento di insediarsi nel municipio,  trovano la via sbarrata dai carabinieri che intendono impedire l’esibizione della bandiera rossa dal balcone comunale. È allora che un gruppo di seguaci di Padre Pio, gli “Arditi di Cristo”, provoca la folla che già si sta ritirando. Ne seguiranno, disordini che culmineranno nella morte di un Carabiniere e di 13 manifestanti.

Un’accesa discussione dei fatti in questione arrivò sino al parlamento, l’onorevole Maitilasso, riferì: «un gruppetto di individui composto non solamente di popolari, ma anche di persone di altri partiti di cui fa parte un gruppo nuovo, (..) che si chiamano “arditi di Cristo” (..) che hanno il gagliardetto nero con lo stemma pontificio, prese a dileggiare i dimostranti») Dell’esistenza di questo gruppo politico in realtà non sembra esservi prova, Raffaele Mascolo, autore di un libro sull’eccidio, commenta le parole dell’onorevole Maitilasso osservando: «È certo però che si trattasse di Arditi d’Italia, gruppo  sorto fra le fila della locale sezione dei “Mutilati e Combattenti”, quindi nessun partito di padre Pio, è però da considerare il rapporto tra la Sezione Mutilati e Combattenti di San Giovanni Rotondo e il frate. Nell’estate di quello stesso 1920 c’era stato un primo tentativo da parte delle autorità ecclesiastiche di allontanare il frate da San Giovanni Rotondo, che era stato sventato proprio dal pronto intervento della locale Sezione Mutilati e Combattenti, in quanto la moglie del locale presidente dell’associazione Michele Mondelli, era stata “miracolata” dal santo. Dopo quella strage arrivò in paese il fascista Giuseppe Caradonna, anticlericale e Massone venne condotto da Padre Pio che gli disse: «Dio ama i forti e li suscita quando necessario». Lo squadrista pugliese resisterà comunque alla conversione fino all’ aprile del ’45. Arrestato a Milano dal gruppo partigiano della brigata Garibaldi in quanto vice presidente della Camera dei deputati durante il regime, fu condannato a morte mediante fucilazione. Nella biografia di Caradonna scritta da Pierfranco Bruni, leggiamo: «Davanti a lui si schierano sette uomini con i mitra spianati. Attende i colpi, ma all’improvviso vede che tra lui e il plotone di esecuzione si erge maestosa la figura di Padre Pio con le braccia aperte. Viene dato l’ordine di sparare ma tutte le armi fanno cilecca”. I minuti preziosi servono a far cadere dalla borsa che Caradonna aveva con sé, le tre medaglie d’argento al valor militare conquistate nella grande guerra, ed un santino del santo di Pietrancina. A questo punto il comandante partigiano, sospende l’esecuzione, affermando che i garibaldini rispettano i simboli del valore, e si dispone di portare il prigioniero alle carceri di San Vittore. E fu così che il Massone e “Mangiapreti” Caradonna si convertì all’affascinante mistero della parola di Padre Pio ed alla Chiesa cattolica.

Fin dalle prime battute della seconda guerra mondiale, Padre Pio s’era impegnato con i compaesani perché neanche una bomba cadesse sul paese.  Secondo diversi rapporti, i servizi segreti alleati avevano avuto informativa di un deposito di munizioni tedesche presso San Giovanni Rotondo. Nella sua opera intitolata “Padre Pio e l’America”, Frank Rega racconta che nessuno degli aeroplani alleati incaricati di bombardare la regione di San Giovanni Rotondo abbia mai compiuto la propria missione. C’erano spesso misteriose disfunzioni e problemi meccanici, e così le bombe cadevano in campi deserti, oppure gli aeroplani deviavano misteriosamente dalla propria rotta. C’è poi la storia del “frate volante” di cui l’autore ci dà conto. Un pilota americano si apprestava a sganciare una bomba sulla città quando all’improvviso, vide davanti a sé in cielo la figura di un frate che con la mano gli faceva segno di fare inversione. Sotto choc, il pilota obbedì. Quando tornò alla base e raccontò quel che aveva vissuto, il suo superiore decise di mandarlo in infermeria per tenerlo sotto osservazione, “sovraffaticamento”, scrissero nel rapporto medico.  «Padre Pio era un uomo di destra, aveva opinioni politiche molto nette», ha confessato don Gianni Baget Bozzo. Donna Rachele Mussolini scriverà nella sua biografia: “una notte sognai mio marito che trasfigurato mi disse: “qui non ci sono rancori, Rachele”. Siccome Rachele e anche Benito erano stati molto devoti a padre Pio, a Rachele venne il desiderio di recarsi a S. Giovanni Rotondo per chiedere al santo se Benito si fosse salvato l’anima. Giunta a destinazione chiese a padre Pio: «Che ne è di mio marito? Ha salvato la sua anima?» e padre Pio le rispose: «Non ve lo ha già detto in sogno? Alzatevi, pia donna, e andate in pace». Figura nazional-popolare, Padre Pio non dispiace, spesso, alle persone di sinistra. Piace il suo conflitto con le autorità vaticane, e anche, per una sua semplicità di modi. Sfugge il significato specificamente politico dell’azione del frate,  Padre Pio è stato un conservatore nemico di ogni riforma che snaturasse il senso del sacro e di “Comunità”, osteggiato dalla storigrafia in quanto come altri tragicamente dalla parte sbagliata.

Il grande regista Statunitense di origini Italiane Abel Ferrara, autore di capolavori del cinema come Fratelli, Il Cattivo Tenente, Mary, e Pasolini, e di documentari come: Napoli Napoli Napoli e Piazza Vittorio, vanta nel suo curriculum anche un documentario su Padre Pio da Pietralcina, in una recente intervista ci racconta del suo rapporto con il nostro paese, della vita del nonno, originario di Sarno, vicino a Salerno, emigrato a New York nel 1920, con un santino di Padre Pio in tasca, morto all’età di 96 anni senza aver mai voluto imparare una sola parola di Inglese, e confronta i suoi due miti Italiani, Pasolini e Padre Pio, per lui entrambi ispiratori di spiritualità: «La spiritualità esiste in ogni religione. Ogni religione affronta l’eterna questione di chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, come ci rapportiamo gli uni agli altri. La redenzione ha un senso, se è ricerca della spiritualità, cioè spinge l’uomo ad andare oltre le cose materiali. Anche la politica non può fare a meno della religione, intesa come ricerca di spiritualità». L’importanza spirituale del Santo di Pietralcina è universalmente riconosciuta, la sua presunta fede politica meno.

“Porta con mani di santo o soldato – l’intimità col Re, – Destra divina

che è dentro di noi (Pier Paolo Pasolini)”

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