Dipingi di giallo il tuo poliziotto

 

Dipingi di giallo il tuo poliziotto

Monsummano Terme, (PT) patria di quel Giuseppe Giusti, poeta “maledetto” autore di un’epigrafe, cara alla contessa Colleoni, quella dell’eredità milionaria a Gianfranco Fini,“..e buon per me, se la mia vita intera, mi valga un sasso con su scritto.. Non mutò bandiera”, la vorrò anche io incisa sulla mia ultima dimora. Sin dai primi del novecento nella città termale diventa importante il fenomeno migratorio dal sud Italia. Intorno al 1930, vi arriva un bambino nato a Reggio Calabria, 6 anni prima. Mario Castellacci, futuro giornalista, scrittore, commediografo, paroliere, autore televisivo e sceneggiatore.  I Castellacci approdano a Monsummano Terme, ove si stabiliscono in una modesta abitazione situata a due passi dal municipio. Mario si integra benissimo in quel nuovo ambiente, fra i compagni di giochi gradisce particolarmente la compagnia di Ivo Livi, suo coetaneo. Un brutto giorno, Mario non trova più Ivo. Gli dicono che la notte prima tutta la famiglia di Ivo se n’è andata da Monsummano per stabilirsi lontano, in Francia, dove nel dopoguerra Ivo diventerà un celebre chansonier, noto al grande pubblico con lo pseudonimo di Yves Montand. Ma, mentre Ivo seguirà nella sua nuova patria le idee politiche social-comuniste apprese in famiglia, Mario farà scelte diverse. Siamo nell’autunno del 1943, in una calda sera di settembre, il mondo pare crollargli addosso. La radio annuncia l’Armistizio con gli anglo-americani. Per molti giovani cresciuti nel mito della patria la scelta viene recepita per un tradimento. In moltissimi si arruolano fra le fila dei reparti della Repubblica Sociale Italiana, che Mussolini ha proclamato da Monaco di Baviera una volta liberato dalla sua prigionia nel Gran Sasso. Mario Castellacci è uno di questi giovani. Si arruola nella Guardia Nazionale Repubblicana, fa parte di quel “Battaglion Toscano” cantato sulle linee del fronte.

Già appassionato di musica e di teatro, scriverà la canzone di maggior successo della storia repubblicana, “Le donne non ci vogliono più bene.” E’ un successo senza precedenti, e sarà cantato fino al 25 aprile del 1945 (ed anche dopo) da tutti quei ragazzi convinti che la via dell’onore fosse l’unica scelta possibile.  A guerra finita viene internato in un campo di prigionia. Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista Italiano, vara in qualità di Ministro della Giustizia un’amnistia che permette a molti italiani di reinserirsi nella vita civile. Castellacci si sposta nella capitale, ed inizia la carriera di giornalista satirico, collaborando con “Il Candido”, celebre periodico di Giovanni Guareschi, passando poi a “lo Specchio”, periodico scandalistico dall’impostazione anticomunista. Nel 1963 viene assunto alla Rai, diventando vice caporedattore del Giornale Radio. Nella redazione de “Lo Specchio” Castellacci incontra Pier Francesco Pingitore, ed insieme decidono di dar vita nel 1965 ad una compagnia Teatrale, incentrata soprattutto sullo spettacolo un po’ “voyeur” tipico della rivista e sulla satira politica. Parteciparono alla fondazione fra gli altri i giornalisti Luciano Cirri, redattore capo de “Il Borghese”,  Raffaello Della Bona del “Secolo d’Italia” e il musicista Dimitri Gribanovski. Nasce cosi la “Compagnia del Bagaglino” che, dagli anni novanta, diventa celebre al grande pubblico per i suoi spettacoli, ripresi e trasmessi sia dalle televisioni commerciali sia dalla Rai. La compagnia si chiamò inizialmente “Il Bragaglino”, in onore di Anton Giulio Bragaglia, Archeologo, fotografo e regista Futurista, autore del saggio “Fotodinamismo futurista” e del film manifesto del Futurismo Thaïs, realizzato nel 1917. Ma un’ingiunzione degli eredi di Bragaglia impose il cambio di nome. Dal Bagaglino nascono (o rinascono) grandi artisti di cinema, musica e televisione, fra cui Pippo Franco, Oreste Lionello, Maurizio Mattioli, Enrico Montesano, Pino Caruso, Gianfranco D’Angelo, Leo Gullotta, Pamela Prati, Gabriella Ferri, Laura Troschel, Maria Grazia Buccella, Martufello, Bombolo, Diego Abatantuono, Teo Teocoli, Giorgio Faletti, etc.

Dal Bagaglino nasce anche la cosiddetta “Musica Alternativa” di destra, con personaggi come Leo Valeriano.  Nel 1971 Valeriano pubblica il 45 giri “Bella bambina”, brano che diventa l’inno del gruppo dei “Volontari nazionali” del MSI.  Pino Caruso darà voce alla ballata “Il Mercenario di Lucera”  Di Pingitore e Dimitri Gribanovski, come il brano “Avanti ragazzi di Buda”,  scritta nell’ottobre 1966 in occasione del decimo anniversario della rivoluzione ungherese ed alla sua conseguente repressione da parte dell’Unione Sovietica. Avanti ragazzi di Buda è conosciuta anche in Ungheria, dove ne è stata prodotta una versione parzialmente in lingua magiara. Nel settembre 2019 il premier ungherese Viktor Orbán, ha definito la canzone “la più bella mai composta sulla rivoluzione del 1956”. Il 23 ottobre 2020, Pingitore è stato premiato con la Gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica ungherese per aver scritto il brano. Il sodalizio Castellacci e Pingitore, segue anche nel cinema, soprattutto nel genere satirico, eccezion fatta del loro primo film, del 1970, in realtà più che un film un documentario, “Dipingi di giallo il tuo Poliziotto” commentato dallo stesso Castellacci, che partendo dalla battaglia di Valle Giulia, analizza il movimento del 68, le sue (giuste) rivendicazioni, ed in suo inevitabile declino, una volta che P.C. e M.S.I. decisero di impedire una mobilitazione generazionale che avrebbe davvero sovvertito il sistema costituito. Un documentario unico, seppur datato, non solo per le immagini originali sui moti studenteschi ed operai in tutta Europa del 68, ma anche per un’indagine molto approfondita sulla cultura Hippy, droghe e sessualità, che ci hanno portato alla condizione attuale. Negli ultimi anni della sua vita Castellacci ha lavorato per la diffusione del teatro fra i giovani creando nel 1987, a Todi, il circolo e scuola di teatro “Todeon”. Morirà sempre a Todi, il 4 dicembre 2002. Nel 2009 dal Bagaglino è andato in onda lo show “Cabaret Anticrisi”, ultimo atto Televisivo della storia del gruppo. Nel settembre del 2011 il Bagaglino termina anche la sua vita teatrale. «…anche tu diventerai come un vecchio ritornello che nessuno canta più…»

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