24 dicembre, dopo una sparuta presenza nelle sale cinematografiche esce sulla piattaforma Netflix il nuovo film di Adam McKay, regista e sceneggiatore statunitense famoso per pellicole particolarmente feroci contro l’ “American way of life”. Il Film «Don’t look up», (non guardare in alto) è interpretato da un cast stellare che include divi del calibro di Meryl Streep e Leonardo Di Caprio. La trama inserisce la produzione nel genere catastrofico, (Allarme Spoiler) 2 scienziati, la dottoranda in astronomia Kate Dibiasky ed Il suo professore, Randall Mindy, scoprono casualmente l’esistenza di un asteroide non identificato. Calcolandone la traiettoria, si accorgono che il corpo celeste colpirà in pieno la terra in circa sei mesi e che le sue dimensioni sono tali da comportare l’estinzione di qualsiasi forma di vita sul pianeta. I due insieme ad un funzionario governativo si recheranno alla Casa Bianca per cercare di evitare la catastrofe, ma la presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean, (Mary Streep) ispirata ad Hillary Clinton, (sulla scrivania dello Studio Ovale vediamo una foto che la ritrae abbracciata a Clinton), non ha alcuna intenzione di occuparsene in quanto presa dai suoi calcoli elettorali. Impone, pertanto, di mantenere segreta la notizia.
Randall e Kate decidono di disobbedire tentando di informare l’opinione pubblica attraverso un popolare programma televisivo. Solo all’ora il governo dopo un primo tentativo di censura, (anche per sviare la stampa da una scandalo sessuale che coinvolgerebbe il presidente) decide di dare il via ad una operazione di salvataggio, coinvolgendo tutte le grandi potenze al fine di costruire una grande flotta di astronavi armate di missili, con l’intento di deviare la traiettoria dell’asteroide. La notizia viene comunicata al mondo in maniera spettacolare, il lancio della flotta viene però annullato subito dopo il suo avvio quando l’imprenditore Peter Isherwell, fondatore e amministratore di un’azienda di alta tecnologia (e anche uno dei maggiori finanziatori della Presidente), annuncia che il nucleo della cometa è ricchissimo di materiali rari, e che il ritorno economico che potrebbe derivarne per gli Stati Uniti sarebbe così cospicuo da valere la pena di sfruttare l’occasione. Isherwell, re della telefonia cellulare, è il vero “Cattivo” del film, un redivivo Steve Jobs, con una spruzzata di Bill Gates e di Elon Musk, (non a caso ha già pronta una navicella spaziale per sfuggire alla catastrofe). Sarà l’unico a capire fin da subito che il pericolo è davvero serio, ma non al punto da rinunciare a trarne profitto. Si organizza quindi un piano alternativo, basato sulle tecnologie sviluppate da Isherwell, che prevede di frantumare la cometa in piccoli meteoriti innocui per poi sfruttarne commercialmente i materiali. Con l’avvicinarsi del corpo astrale alla terra, Kate e Teddy, emarginati ed esclusi dall’operazione, inviteranno inascoltati l’opinione pubblica a guardare in alto, per vedere con i propri occhi il pericolo, il governo invece attraverso lo slogan che dà il titolo del film inviterà la popolazione a: «Don’t look up».
Il folle piano della Casa Bianca però fa cilecca così, una volta capito che non ci sono più speranze, Peter e la Presidente, fuggono segretamente nello spazio a bordo di un’astronave ipertecnologica, dimenticandosi anche di Jason, figlio del presidente nonché capo di gabinetto della Casa Bianca e gestore dei vari social della madre. Solo Russia e Cina cercheranno inutilmente di salvare il pianeta. Randall e Kate, ormai rassegnati all’inevitabile, passeranno i loro ultimi istanti con serenità, insieme alla famiglia di lui. Don’t Look Up non è un semplice film catastrofico, anzi, il meteorite che punta dritto verso la terra è un pretesto, la pellicola è una feroce critica alla società americana, al business della comunicazione ed alla manipolazione mediatica.
Nel film l’amministrazione Usa invita i cittadini a “non guardare su”, a non curarsi di una cometa con un diametro di oltre 9 chilometri in rotta di collisione. Nella realtà di oggi, al contrario i media e i governi hanno sovradimensionato la reale portata di un pericolo, la pandemia, per inculcare il terrore nei cittadini. Alla base c’è comunque la manipolazione dell’informazione, quello che pesa di più è il connubio affari-politica, con la prevalenza dei primi sulla seconda. Il vero pericolo per l’umanità è l’economia, Adam McKay, aveva già anticipato il messaggio nel bellissimo film del 2015 “La grande scommessa” sulla crisi finanziaria del 2007. L‘umanità è a rischio estinzione per l’avidità e la stupidità di chi ha in mano il potere. Il film ci fa capire che forse è già troppo tardi, visto che l’ “American way of life” regna ormai ovunque. Al termine dei titoli di coda, come scena post credits, vediamo Jason uscire dalle macerie del centro di controllo della nasa, unico sopravvissuto all’estinzione, che documenta il tutto sul suo telefonino sperando di ricevere almeno qualche like. Fra le chicche del film le tenere immagini di animali che coccolano i cuccioli, inserite come parodia delle carinerie su Internet, ed il rude militare statunitense che spara alla cometa urlando: “Non mi avrete mai vivo”, slogan tutto sommato condivisibile, ma se il mondo descritto nel film, fosse immodificabile, conviene tifare asteroide.
Immagine: https://www.spiweb.it/cultura-e-societa/cinema/recensioni-cinema