Draghi: la grande sceneggiata

 

Draghi: la grande sceneggiata

E’ veramente una spettacolo indecoroso, sono tutti in campagna elettorale. Poveri illusi!!!

Fanno i conti senza Mattarella. Troppe emergenze (create ad arte) per fare la crisi o andare al voto.

Qualcuno osa criticare per i pieni poteri richiesti da Draghi, dimenticando che è da quando sta al governo che è fornito di pieni poteri. Anzi ha fatto di peggio: ha dileggiato costantemente deputati e senatori, li ha fatti discutere e proporre anche animatamente ma poi li ha costretti a votare come desiderava lui e questi hanno chinato il capo sistematicamente.

Oggi, dalla discussione in corso, pare vogliano tutti vestirsi di carattere e pretendere e trattare, così si è aperto un braccio di ferro di un sapore chiaramente elettorale e tutti quelli che hanno sempre calato la testa, subendo umiliazioni tremende, sembra si siano ringalluzziti.

Tutti personaggi impresentabili, gente che non ha esitato un attimo ad agire contro l’interesse nazionale, tutti compatti, maggioranza ed opposizione, per portare l’Italia in una situazione di guerra contro i propri interessi, tutti uniti ad applaudire quello “strano” personaggio di Zelensky che sta facendo massacrare il suo popolo e sta svendendo tutta la sua nazione senza un motivo chiaro.

Anche gli oltre duecento, tra senatori e deputati, che non si sono prestati ad applaudire il burattino ucraino, non hanno avuto il coraggio di disturbare la festa organizzata dal presidente del consiglio in carica. Nessuna dignità da parte di nessuno.

Questa gente oggi pare voglia tirare fuori il carattere che non ha mai manifestato ed anche nel voto di questa sera al senato, solo il voto contrario dell’opposizione di comodo, gli altri si sono astenuti per cui la fiducia passa ma con pochissimi voti.

La sceneggiata continua. Draghi tirerà fuori gli attributi e se ne andrà definitivamente o continuerà imperterrito, con la solita faccia “imperturbabile”, ad eseguire gli ordini dei suoi padroni? La risposta sembra ovvia, la dignità non fa parte del bagaglio di questi signori, nessuno escluso.

Il grande assente, ma anche la grande vittima di questo desolante spettacolo, è il popolo italiano, ovvero quello a favore del quale tutti questi soggetti dovrebbero lavorare. L’interesse nazionale? Non conta nulla; la volontà del popolo? Non conta nulla; contano solo i giochi di potere e, soprattutto, di poltrone.

La stessa opposizione, che crede di poter andare al governo con il voto, finge di non sapere che se si andrà a votare (cosa di cui dubito fortemente), quando si andrà a votare, un eventuale successo servirà esclusivamente a trattare il numero di poltrone da avere per il loro benessere personale senza alcuna prospettiva di cambiamento reale di logica, di politica, ma, soprattutto, di sistema.

Il popolo italiano cerca altro, vuole altro, merita altro.

Merita prima di tutto di ricostruire la propria identità nazionale, premessa essenziale per riconquistare gradualmente la propria sovranità; merita la propria indipendenza dai ricatti monetari e dalle finte solidarietà; ha bisogno di avere il controllo delle proprie scelte che tutelino prima di tutto l’interesse nazionale; deve gradualmente recuperare una classe dirigente degna di questo nome e della grande storia dell’Italia.

In questa epoca di crisi planetaria dove tutto viene rimesso in discussione, dove i grandi manovratori internazionali, al servizio del materialismo più becero, cercano di dare la spallata finale per giungere al controllo digitale dei popoli e delle loro coscienze, una nuova rinascita spirituale può portare quasi inconsapevolmente la ripresa dei valori fondamentali dell’essere umano e l’equilibrio della natura riconducendo il tutto in una dimensione antropologica più aderente alla realtà. Tutto questo porterà di nuovo la ripresa del sacro.

Dall’effimero spettacolo delle, ormai vuote e prive di significato, istituzioni italiane, il popolo può far nascere una nuova Italia degna della propria storia e del proprio passato. Certo, non si può ottenere tutto questo solo con il voto ma ci vorrà una più autentica volontà di unità e di radicale trasformazione.
I tempi sono maturi, si può fare.

 

Immagine: https://www.ansa.it/

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