E Libertà.

 

E Libertà.

1989 sulle pagine del “Candido” il giornale fondato da Giovannino Guareschi, all’epoca diretto dal Senatore Missino Giorgio Pisanò, viene ufficializzata l’ennesima corrente interna al Movimento Sociale Italiano. La corrente prenderà il nome di “Fascismo e libertà”, ed il 25 luglio 1991, conclusasi definitivamente la convivenza con l’allora segretario Gianfranco Fini si trasformerà in un nuovo soggetto politico denominatosi “Movimento Fascismo e Libertà”.

Pisanò ereditò da Guareschi la storica testata che aveva visto fra i suoi collaboratori, oltre al padre di Don Camillo una rosa di fuoriclasse,  Indro Montanelli, Leo Longanesi, Walter Molino ed Oreste Del Buono. Il primo numero del nuovo Candido nelle edicole il 27 luglio 1968, conteneva una lettera di Giovannino Guareschi, redatta pochi giorni prima della sua morte avvenuta il 22 luglio. Nel 1974 si inaugurerà una nuova rubrica “Stupidario Stampa”, in cui vengono evidenziate le fake news dei giornali. Nel 1979 appare la rubrica “Il movimento delle idee” dedicata alle nuove idee che vengono da oltralpe, curata dell’intellettuale francese Alain de Benoist. Pisanò nacque a Ferrara il 30 gennaio 1924, figlio di Luigi, funzionario statale. La famiglia si spostò da una città all’altra, il padre fu inviato alla prefettura di Pistoia. Il giorno dopo la firma dell’armistizio di Cassibile, Giorgio si trovava proprio nella città Toscana, dove organizzò la riapertura della locale casa del fascio e l’occupazione della caserma “Gavinana”, da qui partì per arruolarsi nella Xª Flottiglia MAS. Dopo aver svolto una missione di spionaggio oltre le linee nemiche fu fatto prigioniero dagli Inglesi, non identificato come agente nemico, dopo una breve prigionia riuscì a raggiungere l’Italia del nord, dove fu decorato dall’Abwehr, il servizio d’intelligence militare tedesco, con la Croce di Ferro di I e II classe. La fine della guerra lo trovò in Valtellina come tenente della 38° Brigata Nera “Biagi Ruy Blas” di Pistoia. Fu nuovamente preso prigioniero questa volta dai partigiani e imprigionato nel carcere di Sondrio dove documentò le fucilazioni dei propri compagni, si salvò miracolosamente per l’intervento dei Carabinieri che sottrassero i prigionieri ai partigiani, spostandoli in vari campi di concentramento. Terminata la prigionia, Pisanò si occuperà prevalentemente della carriera giornalistica, nel 1948 coprirà la carica di redattore del Meridiano d’Italia, dove inizia a condurre ricerche sugli omicidi del dopoguerra compiuti dai partigiani, ricerche che faranno la fortuna di Giampaolo Pansa, che vi attingerà per i suoi libri sul ciclo dei vinti, “Il sangue dei vinti”, “La grande bugia” e “I vinti non dimenticano”. Nel 1963 fondò il settimanale Secolo XX°, nel quale comincia a pubblicare notizie controverse e scottanti, in particolare l’inchiesta sulla misteriosa morte del capo dell’ENI Enrico Mattei. Nel 1972, venne eletto senatore per il Movimento Sociale Italiano nella circoscrizione Lombardia, riconfermato ininterrottamente per cinque legislature. Nel 1991 abbandonerà il Movimento Sociale per fondare il Movimento Fascismo e libertà, l’unico partito in cui compaia la denominazione “fascismo” e che includa un Fascio Repubblicano. Nel 1992 il MFL tenta di partecipare alle elezioni Politiche, purtroppo iniziò da subito un contenzioso con la magistratura sull’utilizzo sia del nome che del simbolo, in quanto ritenute in contrasto con la legge Scelba. Per quanto riguarda l’ammissibilità,  vi sono state sentenze contraddittorie, in alcuni casi nome e simboli sono stati ammessi (o rigettati) tout-court, in altri è stato consentito solo l’uso dell’ elemento figurativo.Nel 1992 fu ammessa solo la scritta “e Libertà”, lungo il cerchio di contorno.

Pisanò muore a Milano nell’ottobre 1997, 14 anni dopo, Gianfranco Fini fonda un suo nuovo Partito, riprendendo il termine “Libertà”, “Futuro e Libertà per l’Italia” (FLI), detto comunemente Futuro e Libertà. Fini ancora Presidente della Camera cerca di smarcarsi dalla figura di Silvio Berlusconi, spostando però l’asse verso un centro Atlantista, e Liberista, aderendo al progetto “Con Monti per l’Italia” insieme a “Scelta Civica” e UDC (Unione di Centro). Dopo l’umiliante débâcle elettorale del 2013, Fini dette (speriamo definitivamente), addio alla politica, lasciando le redini del FLI, nelle mani di Roberto Menia, che cercò inutilmente di riportare la posizione del partito verso destra, seppur una destra di ispirazione liberista e conservatrice, tentando insieme a “La Destra”, Io Sud, Fiamma ed altri movimenti la restaurazione della vecchia Alleanza Nazionale, scioltasi nel 2008 per confluire nel “Popolo della Libertà”, operazione fallita miseramente. La parola “Libertà” non ha mai portato fortuna in un certo ambiente, oggi è tornata di moda come slogan delle mille piazze italiane mobilitatesi contro il “Green Pass”, piazze non ideologizzate, ma che avrebbero bisogno di coalizzarsi in un soggetto politico. Gli “ismi” novecenteschi tornano a nuova vita, dalla parte governativa si dipingono i dimostranti come pericolosi “Fascisti”, dall’altra si chiede una nuova Norimberga per giudicare il governo “Nazista” per crimini contro l’umanità.  Termini usati a sproposito, l’unica realtà è  che il potere, visto il vanificarsi di una nuova strategia della tensione basata sui vecchi concetti di Destra e sinistra, ha deciso di riproporne i meccanismi dividendo nuovamente i cittadini Italiani in “benedetti” e “non benedetti” ricreando un clima di odio, propedeutico ad una nuova guerra civile.

Dal 6 agosto data dell’entrata in vigore del Passaporto Verde, chiunque si schieri contro il regime sarà bollato come nemico dello Stato. Mohāndās Karamchand Gāndhī comunemente noto con l’appellativo onorifico di Mahatma tramite il “Satyagraha”, metodo di opposizione politica fondato sulla non violenza e sulla resistenza passiva, arriverà alla liberazione del suo paese, torna prepotentemente di attualità una sua frase: “Prima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. Poi vinci.”, per arrivare alla quarta fase, la declamazione della parola “Libertà” non basta, bisogna avere il coraggio di perderla individualmente per poterla ritrovare come popolo, per far ciò c’è bisogno di allargare il concetto di libertà su molti fronti, e non solo su quello sanitario. Ogni scheggia del fronte del dissenso agisce come le particelle subatomiche in fisica quantistica (impossibile prevederne le mosse, impossibile racchiuderli in un insieme), ma basta entrino in contatto anche una sola volta per poi restare “entangled” e continuare ad influenzarsi nello spazio e nel tempo. Che ognuno di noi riempia lo spazio bianco prima delle parole “e Libertà” con quello che più è consono al suo percorso politico e culturale, ma cerchiamo di lavorare insieme perché non rimangano solo parole urlate sotto il sole agostano.

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