Città del Vaticano 2014 nel corso di una conferenza organizzata dall’Istituto “dignitatis humanae”, un gruppo di cattolici tradizionalisti legati al cardinale Raymond Burke, (che 2 anni dopo sarà firmatario dei “Dubia”), un semisconosciuto giornalista, regista, politologo e filosofo statunitense Stephen Kevin Bannon detto Steve, tenne un intervento in collegamento via Skipe da Los Angeles. Bannon, già direttore del giornale legato all’estrema destra statunitense “Breitbart News”, nel suo intervento parlò di “Tradizione”, esaltò la figura di Vladimir Putin, e quella di un filosofo artista, esoterista e politico italiano considerato suo ispiratore, Julius Evola: “noi dell’Occidente (..) dobbiamo considerare quello che Putin dice a proposito del Tradizionalismo, ed in particolare delle circostanze in cui questo sostiene il nazionalismo”. Un’idea che, per l’appunto, riporta a “Julius Evola ed altri autori della prima meta’ del XX Secolo, autentici sostenitori del movimento tradizionalista (..)”.
Nel 2017 Bannon diventò capo stratega della Casa Bianca, nell’amministrazione del presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump. Con L’insediamento di Trump, l’intervento di Bannon del 2014 fu rispolverato dal “The New York Times”, provocando gridolini di piacere da parte della destra europea, ed in particolar modo Italiana. Gianfranco De Turris affermò: “E’ la prima volta che un consigliere di un presidente americano conosce Evola, (..), se Bannon ha queste idee, dobbiamo vedere quale sarà la loro influenza sulla politica di Trump”. Sempre nel 2017 Bannon fondò in Europa l’organizzazione “The Moviment”, con sede a Bruxelles, il cui scopo era, la creazione di un super gruppo populista di Destra che avrebbe dovuto ottenere la maggioranza dei seggi al parlamento europeo, idea pare sviluppata il Francia durante e un comizio di Marine Le Pen. Nell’orbita di “The Moviment” oltre al partito della le Pen, graviteranno negli anni movimenti di Svezia, Serbia, Ungheria, Germania, Olanda, Gran Bretagna e numerosi altri paesi, fra cui l’Italia. Nel settembre 2018, Matteo Salvini, allora Ministro dell’interno del Governo Conte I°, aderì alla rete euroscettica di Bannon, seguito da lì a poco dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Per conoscere e capire la figura di Steve Bannon consiglio la lettura di un testo fondamentale pubblicato da Cinabro Edizioni, scritto fra gli altri da Maurizio Blondet e Claudio Mutti, “Inganno Bannon”, secondo gli autori, “The Moviment” sarebbe nient’altro che l’ennesimo progetto egemonico a stelle e strisce per attrarre le forze sovraniste europee nuovamente sotto il giogo Atlantista, condizionandole in chiave anti-eurasiatica ed anti-islamica. Concordo in pieno con tale analisi, ma fu la prima volta che il nome di Julius Evola, uscì dai cenacoli della destra per assurgere alla conoscenza di un più grande pubblico. Nello stesso anno in cui Bannon parlava di Evola il Vaticano il Ucraina iniziava la guerra civile post Euromaidan che ha portato alla recente operazione speciale militare di Vladimir Putin, a seguito di tale operazione, In alcune trasmissioni tv si torna a parlare di Julius Evola.
Mercoledì scorso, il “barone nero” è apparso in una trasmissione di Rai Storia (disponibile anche in streaming su Raiplay) e nei commenti di un’opinionista di La7 in merito al conflitto Ucraino. Evola è sopravvissuto a un secolo di ostruzionismo, superando indenne anche le spallate della “Nuova destra” che lo accusava di avere diffuso tra i giovani “miti incapacitanti”. Sulle pagine del “Fascismo visto dalla destra” del 1963, consigliava di depurare le coscienze da nostalgismi infantili, e non certo per assumere atteggiamenti concilianti verso la sinistra, ma per separare le idee dalla storia. Tutto il resto, secondo Evola è fascismo da operetta, abuso intollerabile dello stesso per meri scopi elettorali. Nella trasmissione di Rai Storia “Passato e Presente” condotta da Paolo Mieli, e dedicata interamente a Evola, per la prima volta si parla di questo autore senza pregiudizi, Paolo Mieli, parlando dell’autore della prefazione all’edizione Italiana dei “Protocolli dei savi di Sion” lo definisce pensatore «originale», «raffinato», e affascinante». La studiosa in studio, la professoressa Alessandra Tarquini, ne ricostruisce in maniera imparziale la parabola dagli esordi artistici con la sua vicinanza al dadaismo, sino ai legami con la destra radicale del dopoguerra, arrivando a citare oltre ai più conosciuti movimenti della destra extraparlamentare ispirati alle sue dottrine, perfino i nazimaoisti dell’OLP. La puntata termina con un’indicazione bibliografica di opere da leggere, fra cui l’autobiografia “Il cammino del cinabro” e “Rivolta contro il mondo moderno”.
Su “La Sette”, durante la trasmissione Otto e mezzo la filosofa femminista Rosi Braidotti, docente presso l’Università di Utrecht (Paesi Bassi) fondatrice della Scuola olandese di ricerca in “Women’s studies”, rivela ad una incredula Lilli Gruber che motore delle decisioni geopolitiche di Putin sarebbe proprio Giulio Evola (lo chiama proprio così), inculcato nella mente del nuovo Zar di tutte le Russie dal suo moderno Rasputin, Aleksandr Dugin, e i cui nemici sarebbero “le donne ed i gay”, sicuramente la Filosofa non ha mai aperto un libro di Evola, né tantomeno di Dugin, in compenso ne ha scritti molti, tra i titoli disponibili in italiano
Trasposizioni: Sull‘etica nomade (2008).
Il postumano: la vita oltre l’individuo, oltre la specie, oltre la morte (2014)
Materialismo radicale. Itinerari etici per cyborg e cattive ragazze (2019)
Secondo una narrazione Maintream, Evola tramite Bannon e Dugin dopo anni da ispiratore di una minoritaria parte della Destra Italiana pare assurto ad ispiratore dei capi di stato delle più grandi potenze planetarie. Forse è il momento per riappropriarsi del nostro retaggio Storico e Filosofico, di cui Evola è fra gli attori principali, e traghettarlo nell’attualità, mai come oggi l’umanità ha bisogno di una nuova e nello stesso tempo antica visione del mondo, quella che Umberto Eco (dispregiativamente) defini UrFascismo, ispirandosi nella definizione proprio a quel gruppo di UR, cenacolo iniziatico nato intorno all’omonima rivista di cui Evola fu direttore. Fra gli scopi dichiarati del gruppo di Ur, quello di indirizzare una forza superiore, verso la rettifica, da dietro le quinte della storia, se non ora quando?
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