Exemplis Vitae: Dominique Venner

 

Exemplis Vitae: Dominique Venner

Dominique Venner nasce nella Francia del 1935, il padre architetto e militante del PPF, Parti populaire français, segna nettamente la sua educazione. Fin da piccolo manifesta un disprezzo per il fare borghese, mentre viene attratto oltremodo dalla militanza in tutti i suoi aspetti, come racconterà in una delle sue ultime interviste: «A 15 anni, nel 1950, con un compagno di liceo decisi di arruolarmi nella Legione Straniera per cercare l’avventura. Era l’epoca della guerra d’Indocina. La mattina della partenza, alla Gare de Lyon di Parigi, mi sono ritrovato da solo. Il mio “complice” si era tirato fuori. Quel giorno ho capito lo spazio infinito che separa la parola e l’azione, le promesse e l’impegno mantenuto. […] Un sabato ho coinvolto qualche compagno per saccheggiare la sede locale del Partito comunista che si abbandonava a una propaganda insultante contro i nostri soldati in Indocina. Fu un bello scandalo, ma non era che l’inizio».

Eh già era solo l’inizio per questo figlio d’Europa, che mosso da sentimenti e valori oggi sepolti, avendo mancato suo malgrado, la prova cui milioni di giovani europei avevano sacrificato carne e spirito, la Seconda Guerra Mondiale. si accingeva ad arruolarsi volontario per la guerra d’Algeria, dove diventa sergente nel quarto battaglione cacciatori a piedi. Il campo di battaglia lo fortifica, lo trasforma, la guerra si sa, viene somatizzata e diventa parte di noi, del nostro pensare, del nostro agire, tanto da modificare i nostri volti, le nostre espressioni – come ricordava Junger. Al ritorno una Croix du combattant e una Francia divisa, lo stimolano all’impegno politico militante, una militanza attiva di scontri di piazza, formazione, idee e prigione, diciotto mesi per il sostegno all’OAS. Nel 1963 fonda il movimento nazionalista d’azione europeo, nel 1968 assieme al noto Alain De Benoist fonda il Gruppo di ricerca e studio sulla civiltà europea, movimento intellettuale che rivendica una visione della società elitaria e tradizionalista. Nello stesso periodo Venner si sgancia dal fardello dei partiti, e della politica impegnata, inizia un lungo percorso di formazione storico/culturale e di studio, allontanandosi passo dopo passo dal chiasso della modernità.

Da qui in poi la lotta si fa culturale, morale, spirituale, Venner si chiude in trincea, ed ogni libro, ogni articolo, ogni saggio, è un proiettile contro il nemico, forse inizia in questi anni, o forse no (nessuno lo sa), la meditazione profonda che lo convincerà dell’importanza simbolica e rivoluzionaria di quel suo ultimo atto, il 21 Maggio del 2013, quando entrato in Notre Dame de Paris, decise di immolarsi per la salvezza di questa nostra civiltà europea ormai in rovina. Un colpo in bocca, una lettera sul defunto corpo, il silenzio fragoroso della sua scomparsa: «mi do la morte per risvegliare le coscienze addormentate», motiva così nella sua lunga lettera di addio. Non suicidio ma sacrificio, per il “samurai d’Occidente”, la morte se spesso è una tragedia, a volte può essere una liberazione, un meditato e auspicato punto di arrivo (o di partenza), certo è che in un mondo tanto attaccato alla vita materiale, alla sopravvivenza egoistica, la morte fa paura, specialmente quando è colma di significato rivoluzionario.

Sono molteplici gli spunti e i significati che potremmo trarre dal suo gesto, forse in estrema sintesi, è giusto ricordare quanto detto da lo stesso Venner: «quando tanti uomini vivono da schiavi, il mio gesto incarna un’etica della volontà». È questo il lascito di cui Venner ci onora, l’etica della volontà contro la schiavitù liquido-moderna, contro lo svilimento della nostra civiltà, delle nostre vite, contro la crisi dei valori. Un testimone da portare con orgoglio e impegno, ché il suo gesto non sia stato solo l’atto di coraggio di un lupo solitario, ma una scintilla di salvezza per la stirpe europea, che possa incendiare gli animi sopiti di tutti noi. Un atto che è la sintesi estrema della storia plurimillenaria europea, storia di sangue, di suolo, di Dei e sacrifici, ma anche di esempi, di fratellanza e di volontà.

 

Torna in alto