Fondazioni, ONG: tutti a chiedere soldi

 

Fondazioni, ONG: tutti a chiedere soldi

Non se ne può più!

Tutti i giorni, a tutte le ore, numerose campagne pubblicitarie vengono trasmesse in televisione su tutti i canali per promuovere raccolte di denaro per fondazioni ed organizzazioni non governative che, a sentir loro, si dovrebbero occupare o della fame nel mondo (non esisteva la FAO, organismo dell’ONU, per questo scopo?) o della ricerca su gravi malattie ecc.

Il fatto più grave è che in queste pubblicità sfruttano, in modo che, solo per bontà, definisco incivile, immagini impressionanti di bambini denutriti o di bambini malati cronici o di famiglie disperate per avere figli in quelle situazioni.

Questo sfruttamento dei minori a fini commerciali non viene perseguito da nessun magistrato, né alcuno indaga sulla fine reale che fanno le ingenti somme di denaro raccolte da questi “benefattori” o quale percentuale di tali somme vadano effettivamente a favore dello scopo proposto.

C’è chi chiede 0,50 centesimi al giorno, chi ne chiede 5 ,00 o 10,00 euro al mese, chi chiede un lascito ereditario, ognuno si propone nel modo, secondo loro più accattivante, toccando i tasti della sensibilità umana e della commozione.

Ma non esiste un controllo etico della pubblicità? Queste pubblicità sono gratuite o pagate? E se sono pagate, non sono soldi sottratti alla funzione proposta?

Aiutare la ricerca sulle malattie gravi, aiutare i servizi sulle malattie rare, intervenire per sradicare la fame dal mondo sono compiti precisi delle comunità umane e degli stati che le rappresentano.

Lo stato italiano, se ancora esiste, non deve controllare tutto questo?

Se ci fosse uno stato dovrebbe intervenire organizzando lui le eventuali raccolte e le successive distribuzioni secondo criteri di equità e senza pubblicità che travalichino l’etica della protezione dei minori. Pubblicità che non dovrebbero gravare sui bilanci delle Fondazioni, uniche possibili destinatarie dei fondi raccolti.

Queste Fondazioni dovrebbero avere la specifica funzione proposta e dovrebbero essere autorizzate, certificate e periodicamente controllate dalle strutture dello Stato.

Ci dobbiamo convincere che uno Stato serio è l’unico che può affrontare, organizzare e garantire tutte le necessità e i problemi dell’intera comunità di cui è il principio organizzatore; e a questi problemi deve ottemperare con una quota parte delle tasse che percepisce dai cittadini tutti.

Se, in particolari circostanze, le risorse destinate a questi scopi fossero insufficienti può, sempre lo stato e solo lui, ricorrere a specifiche sottoscrizioni volontarie.

Se così non fosse saremmo difronte ad una vera giungla come è oggi.

Il che ci fa capire sempre più quanto in Italia lo stato sia assente e lontano dai veri interessi dei cittadini.

D’altra parte uno stato, che, per propri fini di potere, continua a terrorizzare i propri cittadini con improponibili dati su un’epidemia ormai finita, è uno stato che ha rinunciato alla sua funzione ed è solo un agglomerato di soggetti che, o perché incapaci o perché venduti, eseguono tutti gli ordini che portano alla fine di un’importantissima realtà etica e culturale quale è stata quella italiana.

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