Freenipplesday

 

Freenipplesday

Lo confesso nella mia condizione politicamente scorretta di maschio etero, sono rimasto un po’ deluso, sabato scorso, la sinistra italiana aveva promosso il “freenipplesday” (letteralmente giornata dei capezzoli liberi) la giornata in supporto alla Capitana Carola Rackete finita nel mirino di Libero per essere andata in procura senza reggiseno. Due attiviste di Torino Nicoletta Nobile e Giulia Trivero, avevano lanciato la singolare protesta, per solidarietà tutte le donne (di sinistra, of course…) erano state invitate a non indossare il reggiseno.

Mi Immaginavo un tripudio di tette al vento, che purtroppo non c’è stato, mi consola che in questo modo si è potuto (non) vedere con i propri occhi la reale consistenza del cosiddetto “partito di Carola”. Purtroppo la faccenda Rachete si ingarbuglia ulteriormente, pare che la Capitana allergica alla biancheria intima non abbia agito da sola, ma che dietro l’operazione fuorilegge condotta al timone della Sea Watch3 ci fosse la diretta regia di un’altra signora assidua frequentatrice nei suoi anni giovanili dei campi nudisti (la pratica del nudismo, d’altronde, affonda radici in remote tradizioni germaniche e fu rilanciata in grande stile un secolo fa da quel movimento nato nell’area protestante, di ritorno alla natura, denominato Wandervögel).

Apprendiamo dal sito di controinformazione Tedesco “Journalistenwatch.com” che tutta l’operazione Sea Watch, è stata diretta dalla tv di stato Tedesca e di conseguenza da Rebbekah Dorothea Kasner, in arte Angela Merkel, ex impiegata della “STASI” il sevizio segreto della DDR con il nome in codice di “IM (Inoffizieller Mitarbeiter) Erika. Tesi avvalorata dall’ex capo dei servizi segreti della Germania Hans-Georg Maaßen, rimosso un anno fa per aver sbugiardato la cancelleria sul video fatto trapelare per denunciare la “caccia allo straniero” dopo l’omicidio di Chemnitz.

Secondo il sito Journalistenwatch l’intera vicenda della Sea Watch 3 dall’ l’incursione al largo della Libia, fino allo scontro con le motovedette della Guardia di Finanza italiana sarebbe “una geniale opera di propaganda” dell’emittente televisiva pubblica tedesca Ard.  A bordo dell’imbarcazione, messa in mare dall’ong, erano presenti due giornalisti che hanno filmato e raccontato tutto il viaggio nel Mediterraneo, il carico dei migranti in acque Libiche, l’ingresso nel porto di Lampedusa in violazione del decreto Sicurezza, e l’arresto della Rackete. Maaßen sostiene che l’intera operazione sia stata pianificata a tavolino per mettere in difficoltà il ministro dell’Interno Matteo Salvini causando un incidente che facesse ripartire il dibattito sulla chiusura dei porti italiani.

Dopo la Francia, anche la Germania si mostra per quello che è, un nemico dell’Italia. Di fatto l’asse franco-tedesco si è mobilitato per creare il crollo totale dell’Italia, per farlo deve essere delegittimato l’attuale governo. Sul fronte francese il gerontofilo rampollo Dei Rothschild, in questi giorni prova di nuovo a fregarsi le nostre acque territoriali, a seguito degli accordi di Caen del 21 marzo 2015 con il governo Gentiloni (accordi per fortuna non ancora ratificati dal nostro Parlamento), Macron procede in autonomia, volendo darne attuazione unilaterale. Il trattato, assegnerebbe parti delle acque territoriali della Sardegna, della Toscana e della Liguria ricche di pesce, ma anche di risorse naturali alla Francia. Il trattato riguarda una grande riserva da 1,4 trilioni di metri cubi di gas scoperta al largo della costa sarda, che l’Italia non potrebbe sfruttare in maniera esclusiva, dato che l’articolo 4 del trattato prevede che sia possibile accedere alla riserva presente sotto il fondale italiano avviando la trivellazione solo dal versante francese.

In un documento ufficiale del Governo francese “Documento strategico sul litorale del Mediterraneo” i confini marittimi appaiono già modificati, includendo aree di mare ancora italiane.  A seguito dell’attenzione suscitata sulla questione da Fratelli d’Italia la Farnesina è intervenuta con una nota spiegando che il trattato non produce effetti giuridici fino a che non verrà ratificato anche dall’Italia attraverso il Parlamento. Da un punto di vista giuridico, ai sensi della Convezione di Vienna, un trattato entra in vigore solo dopo la reciproca notifica della ratifica avvenuta in seno agli Stati firmatari.

Ciò nonostante, appare evidente il tentativo francese di creare una situazione de facto in aperta forzatura con il diritto internazionale. Già nel gennaio 2016, la gendarmeria marittima di Nizza ha intercettato un peschereccio italiano all’interno dell’area che si supponeva trasferita alla sovranità francese. Le autorità portuali provvedevano al sequestro del peschereccio, rilasciato soltanto dopo il pagamento di una cauzione.

Per fugare ogni dubbio e chiudere definitivamente la questione, il nostro Governo dovrebbe urgentemente ritirare l’Italia dal trattato. Per i nostri vicini L’Italia si presenta come terra di saccheggio, urge un risveglio, un moto di orgoglio, memori di una poesia di un grande e sottovalutato Poeta e Patriota ottocentesco quel Giuseppe Giusti che in “La terra dei Morti” rispose ai tentativi di allora di screditale la nostra Nazione: (..) e poi, se lo domandi, assai siamo campati,/Gino, eravamo grandi,/E là non eran nati.

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