Ich bin ein Berliner

 

Ich bin ein Berliner

29 Agosto 2020. Le piazze di Europa tornano ad infiammarsi, Berlino, Londra, Zurigo, Madrid, milioni le persone occupano le principali capitali europee,

per manifestare contro la “la dittatura del Coronavirus”, come si legge in numerosi striscioni realizzati dai manifestanti. I media dei sistema chiosano, della manifestazione di Berlino, la più numerosa, la più organizzata, non si parla, sui giornali finisce in sesta pagina, in tv resta nota marginale, dove si accenna di 18/38 mila esaltati,  tacciati di complottismo, terrapiattismo, negazionismo e chiaramente tramite l’ormai consolidata pratica della reductio ad Hitlerum (espressione coniata negli anni 50 da Leo Strauss), di essere “pericolosi Neonazisti”. In realtà a Berlino erano in piazza almeno 2 milioni di persone, arrivate da tutta la Germania, e non solo, con mezzi propri, o con uno dei 1200 autobus messi loro a disposizione dal gruppo Audi. Navi e battelli privati hanno cercato di bloccare il fiume Sprea, circa 500 manifestanti hanno forzato le barriere di sicurezza ed hanno salito le scalinate del Reichstag, è stato impedito loro di entrare nell’edificio dalla polizia, che ha usato spray per disperdere la folla. 300 sono finiti in manette. “Vedere estremisti tentare di fare irruzione nel palazzo del Reichstag, sede della Camera dei deputati e centro simbolico della nostra democrazia è inaccettabile”, ha ammonito il ministro dell’Interno Horst Seehofer.

Il presidente Steinmeier ha denunciato il tentativo di entrare con la forza nel Reichstag come un “attacco insopportabile al cuore della nostra democrazia”. Ed ha scritto in un comunicato su Instagram: “Le bandiere del Reich di fronte al Bundestag tedesco sono un atto insopportabile al cuore della nostra democrazia”. La narrazione ufficiale parla di una manifestazione espressione dell’estrema destra, la manifestazione invece è stata organizzata dal movimento Querdenken 711 (Pensiero laterale), sotto la guida dell’imprenditore e aspirante sindaco di Stoccarda Michael Ballweg, che ha affermato di voler scendere in piazza per difendere «i diritti fondamentali e inconfutabili della Costituzione tedesca». Erano si presenti delegazioni di Afd e ad altre organizzazioni ritenute di destra, come l’Npd e l’Identitär Bewegung, ma di bandiere “bandiere del Reich” nemmeno l’ombra, anzi primeggiavano bandiere della pace, Statunitensi, Israeliane, e del movimento QAnon, noti per la teoria delle coincidenze storiche che vede in Donald Trump il massimo difensore della lotta contro le demoniche élites mondiali. Frà i Partecipanti, Robert Francis Kennedy Junior, nipote del presidente americano John F. Kennedy, che ha affermato di essere arrivato a Berlino per dare il suo contributo a quello che lui definisce il nuovo «Fronte contro il totalitarismo».

23 Giugno 1963 il presidente americano J.F. Kennedy pronunciò il seguente discorso di fronte alla porta di Brandeburgo:“Ci sono molte persone nel mondo che non comprendono o che pretendono di non comprendere qual è la grande differenza tra  il mondo libero e il mondo comunista. Che vengano a Berlino! La nostra libertà trova certamente molte difficoltà e la nostra democrazia non è perfetta.Tuttavia  non abbiamo mai avuto bisogno,noi, di erigere un muro per impedire al nostro popolo di fuggire. Noi non proviamo alcuna soddisfazione vedendo questo Muro, poiché costituisce ai nostri occhi non solo un’offesa alla storia ma soprattutto un’offesa all’umanità. (..) E per questo, in quanto uomo libero, sono fiero di dire : Io sono un Berlinese.”.

29 agosto 2020 Robert F. Kennedy Junior, nipote di  J.F Kennedy: “Grazie a tutti. Negli Stati Uniti i giornali dicono che sono venuto qui per parlare con 5mila nazisti. E domani confermeranno esattamente che io ero qui ho parlato con 3/5mila nazisti. Quando guardo la folla, vedo (..) persone che amano la democrazia, persone che vogliono un governo aperto, che vogliono leader che non mentano loro e che non assumano decisioni arbitrarie con il fine di orchestrare l’opinione pubblica.

 

La gente non vuole più governanti che inventino leggi e regolamenti arbitrari per orchestrare l’obbedienza della popolazione. (..) I governi amano le pandemie, le amano per la stessa ragione per cui amano la guerra, perché permette loro di avere il controllo della popolazione che altrimenti non avrebbero. Le istituzioni si stanno organizzando per orchestrare un’obbedienza imposta. Vi dirò qualcosa che per me è un mistero: tutte queste grandi e importanti persone, come Bill Gates ed Anthony Fauci, hanno pianificato e pensato a questa pandemia per decenni in modo che saremmo stati tutti al sicuro quando la pandemia finalmente sarebbe arrivata. Eppure ora che ci siamo non sembra sappiano quello di cui stanno parlando. E vanno avanti così. Diffondo numeri e non sono in grado di dirti qual è il tasso di mortalità per il Covid. Non riescono a fornirci un test PCR che funzioni realmente. Devono cambiare di continuo la definizione di Covid nel certificato di morte per farlo sembrare sempre più pericoloso. La sola cosa di cui sono capaci è aumentare la Paura. 75 anni fa Hermann Goring testimoniò al Tribunale di Norimberga. Gli venne chiesto: come avete convinto il popolo tedesco ad accettare tutto questo? E lui rispose: “È stato facile, non ha nulla a che fare con il nazismo, ha a che fare con la natura umana”. Puoi fare questo in un regime nazista, socialista o comunista puoi farlo in una monarchia o in una democrazia. L’unica cosa che si deve fare per rendere le persone schiave è spaventarle. E se riesci a trovare qualcosa per spaventarle riesci a farle fare qualunque cosa tu voglia. 70 anni fa, mio zio John F. Kennedy è venuto in questa città perché Berlino era la frontiera contro il totalitarismo globale. Oggi ancora lo è. Mio zio è venuto qui e ha orgogliosamente detto al popolo tedesco: “Ich bin ein Berliner”. Oggi tutti quelli che sono qui possono orgogliosamente dire un’altra volta: “Ich bin ein Berliner”. Dunque la pandemia è una crisi di comodo per le élite che stanno dettando le loro politiche. Gli dà la capacità di cancellare la classe media, di distruggere l’istituzione della democrazia e di portare tutta la nostra ricchezza nelle mani di una manciata di miliardari per rendere loro stessi ricchi impoverendo gli altri. L’unica cosa che si interpone fra loro e i nostri figli è questa folla che è venuta in piazza a Berlino. Gli diremo: non cambierete la nostra libertà, non avvelenerete i nostri figli, noi vogliamo indietro la nostra democrazia.

Il comune di Berlino inizialmente aveva vietato la manifestazione ma gli organizzatori hanno presentato un ricorso al tribunale amministrativo, che intorno alle tre di notte ha dato il via libera definitivo alla protesta. Una sconfitta per il responsabile degli affari interni del comune Andreas Geisel, che si era schierato con forza contro l’iniziativa. «I partecipanti alla manifestazione sono gli stessi che hanno protestato a Berlino il primo agosto scorso. Molti di loro erano senza mascherine. (…) Questa volta ci sono anche numerosi estremisti di destra e temiamo che ci saranno azioni violente», aveva dichiarato Geisel in un’intervista del 27 agosto rilasciata al quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. La frase “Ich bin ein Berliner”  fu pronunciata da J.F. Kennedy con l’intento di comunicare alla città di Berlino e alla Germania stessa, seppur divise, una sorta di vicinanza e amicizia degli Stati Uniti dopo il sostegno dato dall’Unione Sovietica alla Germania Est nella costruzione del muro, dimentico che ufficialmente lo status di Berlino, in quel momento, era di occupazione comune delle potenze alleate della seconda guerra mondiale. Plauso ai cittadini tedeschi che meglio di altri sono riusciti a far vedere al “Sistema” che i popoli sono ancora in grado di ribellarsi, purtroppo la presenza di Kennedy Jr. di migliaia di Bandiere Statunitensi, e del faccione di Donald Trump stampato ovunque  ci fanno capire almeno per ora non si tratta di una battaglia AL sistema, ma NEL sistema, speriamo sia un inizio, il 10 ottobre a Roma è convocata una “Marcia della Liberazione” attenti a non fare gli stessi errori dei Tedeschi, sul palco, solo Italiani, loro si degni di pronunciare la frase latina a cui J.F.K. si ispirò “civis Romanus sum”.

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