Il bene e il male

 

Il bene e il male

È un mondo confuso quello che ci circonda.

Ho visto il filmato di un uomo vestito da donna, che, secondo la lingua dei barbari, preferisce definirsi “drag queen”, mentre racconta a dei bambini o poco più che bambini, che il mondo è cambiato, che le vere favole non sono più quelle che ci hanno raccontato i nostri nonni o i nostri genitori, ma sono quelle nuove che raccontano di un’umanità in trasformazione, dove i sessi, contrariamente a quello che ci ha insegnato la natura, non sono solo due ma molti e molti di più (dimenticando che quando si parla di sesso, secondo la natura, si intendono manifestazione e funzione dello stesso e non le differenti pulsioni o deviazioni o perversioni di ognuno).

È chiaramente una manifestazione dei tempi moderni che tendono al transumanesimo e portano una confusione enorme sul confine tra il bene ed il male.

Infatti, dietro una mal digerita definizione del concetto di libertà, si tende a legittimare qualunque manifestazione che ognuno pensi possa realizzare la propria libertà. Così espletare le proprie funzioni corporee sul tavolo di uno che sta mangiando è una manifestazione della propria libertà e non può essere vietata, allo stesso modo affittare il mio utero, o prendere in affitto l’utero di un’illustre sconosciuta (sempre donna, come insegna la natura), o per fame o per voglia di arricchimento, è un’altra grande manifestazione di libertà e così potremmo dire la stessa cosa sulla violenza verso chi non mi piace o mi piace troppo, sulla pedofilia, sugli omicidi, su tutte le azioni più immonde ed ignobili.

Il limite è dato dall’etica, la grande assente dei tempi moderni, ed è proprio il rispetto individuale e comunitario dei principi etici la più grande libertà dell’essere umano.
Sembra un assurdo dover lottare per far capire l’ovvio, la natura umana tesa al bene ed alla spiritualità; invece siamo alla folle accettazione di tutto ciò che è contro natura, nel materialismo e relativismo più beceri.

La grande assente in questo panorama desolante è proprio la religione cattolica che invece di insistere sui temi fondanti della propria dottrina spirituale, si è rifugiata in forme edonistiche di proselitismo, ricalcando le orme del protestantesimo di matrice anglosassone.

In chiesa si prega poco, la messa non è più un luogo di meditazione e concentrazione, il sacrificio del Cristo è dimenticato, durante la messa si canta e si balla ed il sacerdote è diventato un maestro del coro e un coreografo.

Tutto questo ciarpame ce lo ritroviamo nella vita di tutti i giorni, sia nel privato che nel pubblico, nella distruzione del lavoro attraverso strumenti schiavistici, come la digitalizzazione estrema, il lavoro alienante, come quello da casa, detto, sempre con lingua barbara anglosassone, “smart working”, l’abolizione del contante ecc. È la rinuncia alle vere conquiste di libertà del passato che sono costate sudore e sangue ai nostri avi e che oggi, con la scusa di una finta comodità, sono ormai perse.

Qual è oggi il limite tra il bene e il male? dove è il confine tra il lecito e l’illecito? quale è la tutela della vita privata di ognuno (che i sudditi dell’impero anglosassone chiamano “privacy) da questa malintesa concezione della libertà? Chi si erge a custode di questi confini, non geografici, ma umani?

Certo non più la chiesa cattolica, che, tranne rare e isolate eccezioni, ha abdicato al proprio ruolo e nemmeno la classe politica, ormai inesistente ed asservita, nemmeno la magistratura che si dibatte tra i propri convincimenti politici di un tempo e la perdita di cogenza di normative sempre più confuse e di difficile interpretazione.

Una situazione difficile la cui soluzione è in ognuno di noi, perché sappiamo che la via, che sembra più divertente e più facile, porta al male, mentre quella, che sembra più difficile ma che ci può aiutare a sconfiggere il malessere che è in ognuno di noi, porta al bene.

Solo dopo ci accorgeremo che è l’unica via che ci farà tornare veramente Uomini.

 

Immagine: https://tonykospan21.wordpress.com/

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