Il dogma laicità


 

Il dogma laicità

“Il nostro è uno Stato laico, il Parlamento è sempre libero di discutere” haec oratio in Senato del Sig Mario Draghi (non è né on. né sen.)  con chiaro riferimento alla nota verbale 17 giugno della Segreteria Vaticana, consegnata al Ministero degli Affari Esteri, a lui e all’inquilino del Colle, sulla revisione del ddl Zan in Commissione al Senato.

“Libera chiesa in libero Stato” fu una frase strappata al “fratello” Camillo Benso conte di Cavour, dicono, poco prima del suo trapasso a miglior o peggior vita, motto del processo liberale di desacralizzazione del potere statale al compimento dell’Unità d’Italia, ancor più valido con la presa piumata di Roma, città dei Papi, capitale dello Stato pontificio, per secoli governata dal monarca vaticano, allora sì che fu algida lama a separare Chiesa e Stato sabaudo fino al Concordato del ‘29 (i Patti lateranensi) e successiva revisione craxiana del ‘84.

Ma veniamo all’oggi, Dragon Ball nel suo intervento allineato e coperto del 24 giugno al Consiglio UE ha attaccato frontalmente l’unico premier europeo divergente dal pensiero unico imposto dalla Comunità europea, l’ungherese Viktor Orbán, reo d’omofobia, lesbofobia, ecc. La libertà (delle pecore), la democrazia ecc. sono dogmi laici contenuti nell’art. 2 del Trattato UE snocciolato dal Sig. Presidente del Consiglio con la creatività che lo distingue (!). Orbán è adultero perché tradisce i valori del patto nuziale con l’Europa approvando una legge nazionale dichiarata dai laicissimi leader europei: omofoba! Un peccato mortale in “una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini” cui aggiungere appunto libertà, democrazia, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, compresi quelli di persone appartenenti a minoranze, il decalogo della religione dell’acquario.

La normativa presentata da Fidesz (il partito di Orban) al Parlamento ungherese, nasce in verità come intervento giuridico per combattere la piaga della pedofilia e, negli emendamenti approvati, interviene anche sull’educazione dei bambini: “Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini, la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni”. A tal proposito le lezioni scolastiche di educazione sessuale “non dovrebbero essere finalizzate a promuovere la segregazione di genere, il cambiamento di genere o l’omosessualità”. I sacerdoti Lgbtq si sono allora strapazzate le vesti gridando:”Orbán ha bestemmiato!” lapidazione mediatica dal sinodo europeo perché la loro democrazia è proprio il contrario di quanto affermano, nessun diritto per chi compie uno strappo dalla teologia laico-progressista, per chi è per credo e valori nella minoranza.

La Legge Fondamentale dell’Ungheria (25 aprile 2011) così esordisce nella Professione Nazionale: Dio benedici l’Ungherese!, poi dopo i Siamo orgogliosi…afferma:”Riconosciamo il ruolo del cristianesimo nella preservazione della nazione. […]. Eh già Dio e quelle radici cristiane strappate dalla Costituzione europea dai pronipoti di Robespierre, quelle radici che nutrono lo stare insieme, l’essere Patria, non solo Stato, alimentata dal fuoco  del sacro.

All’art II di Libertà e responsabilità della nuova Costituzione si afferma: “La dignità umana è inviolabile. Ogni uomo ha diritto alla vita ed alla dignità umana, la vita del feto va protetta fin dal concepimento”, un colpo al cuore del femminismo abortista che equipara il feto ad una “cosa” di cui disfarsi nell’umido.

E ancora, all’Art. XVI: “(1) Ogni bambino ha diritto alla protezione e alle cure necessarie all’appropriato sviluppo fisico, mentale e morale.

(2) I genitori hanno il diritto di scegliere l’educazione da dare ai propri figli.

La scuola o altri enti educativi, in Ungheria, non possono soffocare il diritto di scelta genitoriale, mentre qui, nel laico pollaio, essi sono strumento, già in atto, della formazione gender dei bambini prevaricando o peggio cancellando i valori contrari a questa teoria, generando una  schizofrenia tra il credo di famiglie religiose e istituzioni educative laiche.

Orrore! Sempre la Nuova Costituzione ungherese stabilisce che la famiglia “è basata sul matrimonio e sulla relazione genitore-figlio. La madre è una donna e il padre un uomo. Solo alle famiglie così costituite è data facoltà di adozione di bambini, inoltre […]L’Ungheria difende il diritto dei bambini di identificarsi con il loro genere di nascita”.

Mentre il laico pensiero del ddl Zan, in proposito afferma: “per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione” sottolineando quanto già affermato al comma b) Art. 1: per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso”.

Orbán è dunque un miscredente radicato nella cultura cattolica, un paladino della Tradizione, un nazionalista eretico del dogma trinomico della laica verità universale: Libertà, Uguaglianza-Fraternità dimenticando che a quel tempo esso fu fatto rispettare non più col rogo delle streghe ma con la ghigliottina.

Già siam tutti uguali senza discriminazione ma qualcuno è assai meno uguale degli altri se è dissenziente. Allora W l’Ungheria.

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