Il riposo per la buona battaglia
La militanza non va in vacanza, questo è poco ma sicuro. Altrettanto vero è che ciascuno di noi ha bisogno di un tempo per riposare, staccare dalla quotidianità, rigenerare il corpo, la mente e l’anima. Il tempo del riposo non deve però diventare motivo di diserzione o infiacchimento dello spirito, rischio molto frequente al giorno d’oggi sovrastimolati come siamo da tanti dispositivi che catturano attenzione ed energia, dandoci l’illusione dell’equivalenza fra svago e riposo; similmente capita che nel periodo di ferie o vacanza si torni a casa e alla vita “normale” più stanchi di quando si era partiti, non rigenerati sufficientemente. Ciò di cui abbiamo bisogno, infatti, è un riposo integrale della persona, che coinvolga ogni parte del nostro sé. Questo può avvenire soltanto a partire dalla presa di coscienza della propria costituzione essenziale, di come cioè siamo fatti, spirito, anima e corpo biologico, per dedicare a ciascuna parte di noi le dovute cure, in modo da ri-equilibrare gli scompensi accumulati e riportare l’armonia totale della persona.
Un militante impegnato nella buona battaglia, per fare ciò ha bisogno di curare il suo corpo con il riposo materiale e l’attività ludica, che è ciò che più o meno tutti fanno, e non può tralasciare la formazione interiore che avviene con buone letture selezionate, maggiore tempo per lavorare sul sé nel silenzio, le compagnie positive che ricaricano di amore e rallegrano la vita. Questo tempo di cui parliamo è prezioso e non può essere travisato perché, come ci ricorda il saggio proverbio, «il troppo stroppia» anche nella militanza. Dobbiamo considerare ciò nella lunga prospettiva di quel cambiamento che deve partire da noi per essere forma dell’uomo nuovo e, quindi, del mondo nuovo che vogliamo costruire, tenendo presente che la responsabilità che ci siamo presi nel momento in cui abbiamo deciso di fare la nostra parte non può essere mai delegata a nessuno.
Il tempo del riposo sia anche un tempo in cui riscoprire la ricchezza che ciascuno di noi è. Ciò che siamo è ciò che doniamo agli altri, ciò che attiriamo per noi, ciò che creiamo della nostra realtà. In una società che ci programma continuamente come schiavi in un sistema di potere, occorre acquisire autocoscienza e rinnovare la nostra mente, purificandola dalle sovrastrutture consce e inconsce che ci sono state addossate, per riacquisire la propria libertà ed essere così capaci di realizzare pienamente la propria felicità e cooperare per il bene comune.
Sia anche un tempo in cui contemplare la Bellezza e tornare ad una vita verticale, non meramente orizzontale, in cui elevarsi ed evolversi interiormente. Sant’Agostino diceva che l’uomo ha a disposizione tra grandi libri: il Libro Sacro, il libro della Coscienza e il libro della Natura, e tutti e tre ci parlano di Dio. Contemplare ciò che ci circonda, andando nel profondo dell’essenza delle cose che sono già dentro di noi, ci permette di trasfigurare il nostro vivere ed essere così capaci di praticare la medesima bellezza in ogni nostra azione, lasciando un’impronta nuova lì dove non vi è più l’armonia originaria.
La buona battaglia richiede che la fiamma del cuore sia sempre ardente; questo sacro fuoco conserviamolo con cura, senza permettere che si spenga, così che dal riposo di questi giorni delle feriae augusti siamo rigenerarti per tornare pieni di coraggio e buona volontà, pronti a vincere.