Più che il voto, sono le urne ad essere risultate vuote; oltre il 50% degli elettori sono rimasti a casa, senza contare i numerosi voti nulli, quelli bianchi e quelli espressi per candidati e gruppi inutili, ammesso e non concesso che, in questa tornata elettorale, ci sia stato qualche candidato o partito utile. Questo dato assume maggiore rilevanza se si considerano le migliaia di candidati in lista, tra comuni e municipi, e quindi una pletora di propagandisti alla ricerca dei voti.
Le amministrative sono sempre state le elezioni più partecipate proprio per il numero di persone attive sul territorio e questo risultato deve far riflettere sul reale significato di questa massiccia astensione.
Tutti i commentatori hanno già rilevato, in modo più sapiente del mio, il distacco tra l’elettorato e le istituzioni, ma io credo che ci sia da porre una riflessione più profonda che esuli dai singoli dati numerici ed arrivi al nocciolo della questione.
In Italia non esiste più la politica, Draghi, il nuovo “dominus”, non è un politico e, tanto meno, italiano, è un uomo “sistema” mandato a perfezionare il controllo (distruzione) delle nostre istituzioni e della nostra economia che ha ancora risorse notevoli – sia sul piano immateriale che sul piano concreto (vedi l’enorme risparmio privato in mano agli Italiani) – per potersi riprendere e rilanciare senza i prestiti condizionati della UE.
Gli Italiani hanno espresso in più riprese, in questi ultimi decenni, una precisa volontà di cambiamento: basti pensare ai numerosi partiti che sono spariti ed altri che sono cresciuti all’improvviso, la Rete, Italia dei Valori, Alleanza Nazionale, Forza Italia, Lega Nord, 5 Stelle, salvo poi rivelarsi comunque dipendenti dallo stesso sistema di potere rappresentato dal PD, nelle sue precedenti trasformazioni, e i vari “cespugli” di contorno. In tal modo ci siamo accorti di essere stati traditi e ricondotti sempre allo stesso padrone.
Un padrone che non è italiano, che persegue interessi propri e non nazionali, ma che consente a questa pletora di servitori, in apparenza contrapposti, di vivere e di fingere di comandare.
E’ inutile ricordare il governo Monti ed i successivi Letta e Renzi per arrivare all’attuale, governi che di fatto hanno esautorato il Parlamento italiano e hanno dimostrato quanto fosse fittizia la democrazia italiana e eterodiretta la gestione politica della nostra nazione, il tutto con il patrocinio e controllo degli ultimi due presidenti della repubblica.
Ma la gente abbindolata dai “media”, prezzolati e asserviti a queste logiche, ha sempre pensato che si potesse cambiare, restando ogni volta delusa. Questo ha portato alla disaffezione verso la politica ed al disimpegno.
Da qui una serie di considerazioni: in Italia le istituzioni sono state distrutte ed esautorate; i partiti non contano più nulla a meno che non si siano messi al servizio di altre nazioni come il PD, molte volte sconfitto ma sempre al governo; la parola democrazia è stata completamente svuotata del suo significato originario e ridotta a coperchio della più orrenda dittatura liberticida e distruggitrice; che il popolo ed il suo voto non contano più nulla perché è evidente che abbiamo cambiato tanto per non mutare nulla.
Finalmente possiamo dire che gli Italiani lo stanno capendo, manca solo la consapevolezza di dover mettere su una nuova classe dirigente credibile e spendibile, che ami l’Italia e il suo popolo e che sappia ricreare un forte legame identitario e coniughi questo nuovo legame tra le varie comunità italiane con un’autentica vocazione alla partecipazione ed una moderna visione sociale che realizzi il vero spirito di solidarietà che ha sempre contraddistinto, dal nord al sud, le genti italiche.
E’ un progetto per il futuro che il vuoto del voto può rendere presente.
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