In controtendenza: il Fascismo

 

In controtendenza: il Fascismo

Notiamo un rigurgito velenoso di antifascismo in un periodo storico in cui il Fascismo è completamente assente: ed essere antifascisti in assenza di fascismo è veramente demenziale.

Continuare ad aggrapparsi agli eventi storici di una guerra drammaticamente persa, come dimostrano abbondantemente i fatti di cronaca odierna, a circa 80 anni dalla fine di quella guerra, per capire chi è buono e chi è cattivo, non è solo stupido e privo di senso, ma è stato e continua ad essere lo strumento delle forze anglosassoni occupanti l’Italia per dividerci, perpetuare la divisione ed utilizzare il nostro malessere per aggravare l’oppressione da sconfitti, grazie anche al tradimento dei tanti pseudo italiani ai vertici della politica e dell’amministrazione dello stato.

Sconfitti, questa è la realtà di cui ancora molti di noi fingono di non rendersi conto; gli unici a saperlo bene sono gli eredi ideali della Repubblica Sociale Italiana, sconfitti militarmente dalle preponderanti armate anglosassoni, che continuano ad occupare con le loro truppe potentemente armate il nostro territorio e impediscono la costruzione di una vera forza armata italiana.

Lo hanno capito, ma iniziano a riconoscerlo solo adesso, gli eredi della resistenza comunista, i veri sconfitti politici di quel conflitto, il cui impegno, in ultima analisi, è servito solo ad agevolare l’occupazione militare dell’Italia da parte del nemico, tutt’ora nemico, come dimostra la realtà politica odierna.

Fingono di non capirlo gli eredi degli altri resistenti, che hanno lasciato uccidere o eliminare dai loro “alleati”, senza opporsi, i loro uomini migliori, come Mattei, Moro, Craxi… gli unici che hanno cercato di rilanciare a livello nazionale ed internazionale l’Italia.

Gli altri non contano, non vogliono contare; manca il collante, che si chiama identità, in cui riconoscersi. Il giorno in cui tutto questo accadrà e potremo parlare di tutto, senza finzioni e divieti di legge, forse l’Italia potrà rinascere e ricostruire il grande destino che la storia, la cultura, la geografia le hanno donato.

Parlavamo di antifascismo in assenza di Fascismo, e non parliamo di quello autentico ma di quello narrato dalla vulgata resistenziale. Fascismo come violenza, prepotenza, sopraffazione, quello vissuto dalla fervida immaginazione dei post fascisti per giustificare le loro, repentine o tardive, conversioni, quello mai esistito, a meno che non vogliamo credere o, meglio, far credere che anche la società di oggi con la violenza, anche dei bambini, in ogni luogo, in ogni realtà, in ogni situazione sia impregnata di fascismo: la società antifascista sarebbe in realtà fascista.

Ma credo che, se parliamo tra persone intelligenti e corrette, dobbiamo riconoscere che il Fascismo è stato ben altro nella realtà. E voglio iniziare proprio dalle ragioni per cui mi sono autoproclamato ed autodefinito Fascista. La prima sensazione che ho avuto è stata quella di riconoscere uno stile di vita e di comportamento diverso da quello che si andava affermando nella società americaneggiante che ci iniziavano ad imporre. Ricordo che sono nato nel ’47 e la mia adolescenza l’ho trascorsa in una nazione che traboccava di italianità per le gravi questioni di Trieste e dell’Alto Adige, che si scontrava con un becero e fallimentare sovietismo e internazionalismo sedicente proletario.

E’ stato facile per me ammirare il coraggio dei numerosi giovani (il più grande fenomeno del mondo di volontariato militare in tempo di guerra, per di più a guerra persa) che sono corsi ad arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana, non per il Fascismo, ma per difendere l’Onore dell’Italia offeso dall’ignobile modo di realizzazione dell’armistizio dell’8 settembre del 1943; lo stesso coraggio lo vedevo in quegli scarsi gruppi di giovani che cercavano nelle piazze di rivendicare l’italianità. Si respirava in quei tempi Onestà, Lealtà, Valori di cui si è perso il senso più profondo.

Sono queste le ragioni per cui ho fatto la mia scelta di campo. Poi crescendo mi sono imbattuto nella Scuola di Mistica Fascista del grande Niccolò Giani, un eroe italiano sconosciuto ai più. In quella scuola trovo la definizione concreta del Fascista: sono Fascisti tutti coloro che sono Onesti, Leali e Coraggiosi, hanno il senso della Comunità e lo spirito di Solidarietà e sono disposti a rischiare la vita per questi Ideali e questi Valori.

È la conferma della mia scelta!!!

D’altra parte nella società in cui viviamo dove cercano di tenere in vita l’antifascismo vigono e trionfano corruzione, disonestà, slealtà, vigliaccheria, la comunità è dissolta e viene spacciata per solidarietà il donare due euro ogni tanto a sedicenti ONLUS che dovrebbero aiutare il prossimo, mentre ignoriamo il vicino girandoci dall’altra parte se ha bisogno.

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