Dìvide et ìmpera, dicevano i latini, la tecnica sociopolitica romana è ancor oggi d’avanguardia. La politica, e chi la dirige, riescono a dividere la “plebe” (cioè noi), praticamente su tutto, pro LGBTQ- omofobi, xenofobi-xenofili, vaccinati-novax, destra-sinistra, proUcrania-Putiniani, Meloni-cocomeri. Quest’anno, in attesa della data divisiva per antonomasia del 25 aprile, sono riusciti a dividere gli italiani tutti (e il sempre più schizofrenico versante “destra” in particolare) su “orsofili VS. runnerofili”. Andiamo per ordine: Il 6 di aprile viene trovato morto nei boschi della Val di Sole, in Trentino il runner 26enne Andrea Papi. Le indagini delle forze dell’ordine, coadiuvate dalle analisi genetiche effettuate nei laboratori della Fondazione Edmund Mach confermano che la morte è dovuta all’attacco di un orso, nello specifico una femmina di 17 anni matricola Jj4, già conosciuta come “problematica” in quanto aveva già attaccato l’uomo. L’orsa, madre di 4 cuccioli, doveva essere monitorata tramite collare, ma nessuno aveva calcolato che le batterie tendono a scaricarsi. Si riapre così il tema del progetto “Life Ursus” con il quale negli anni 2000 si operò il ripopolamento dell’orso bruno, praticamente scomparso nel nostro paese. Nella zona vennero rilasciati alcuni individui provenienti dalla Slovenia, fra i quali c’erano anche “Joze” e “Jurka”, i genitori di JJ4.
Dopo l’increscioso incidente il Presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti (Lega) chiede l’immediato abbattimento, di mamma orsa, dividendo gli italiani fra chi (come il sottoscritto) ritiene che l’animale abbia solo difeso la propria prole, ed il proprio territorio, e chi ritiene (altrettanto legittimamente) che la vita umana valga ben di più di quella di qualsivoglia animale, divisione non solo materiale, ma anche spirituale, fra chi ha una visione antropocentrica e specista del mondo (come asserito dalle religioni di derivazione ebraica) e chi vede l’uomo come parte di un tutto.
Nelle civiltà classiche indoarie all’animale veniva riconosciuta la stessa dignità degli uomini, ed in taluni casi veniva addirittura attribuita valenza divina. Siamo indegni eredi di una civiltà i cui mitici fondatori di Roma, Romolo e Remo, erano stati salvati e allevati da una lupa. Dove due lupi, Geri e Freki accompagnavano Odino e dove le Valchirie erano accompagnate da lupi per scegliere le anime degli eroi caduti in battaglia.
Nell’antica Grecia l’orso era l’animale sacro ad Artemide, e già nella preistoria era legato alla regalità. Lo stesso Zeus si presenta alla ninfa Callisto sotto forma di orso. Lupo ed orso sono animali totemici e per questo, divisivi per chi ha una visione spirituale della vita e chi no. L’orso è anche il simbolo del partito di Vladimir Putin “Russia Unita”.
L’esecuzione di Jj4 è stata rimandata da una sentenza del Tar, si è proceduto comunque alla cattura, ed alla detenzione presso il recinto del Casteller, un’area poco distante da Trento. Durante la cattura i piccoli non ancora svezzati, sono stati allontanati con la forza, condannandoli praticamente ad una morte per denutrizione. In aiuto di Jj4 arriva Brigitte Bardot classe 1934, figlia dell’industriale Louis Bardot, anche nota come B.B. e considerata al pari (e forse più) di Marylin Monroe l’icona sexy degli anni 50 e 60. Iniziò la carriera giovanissima, prima come danzatrice classica, e successivamente come modella, venne notata dal regista Marc Allégret, il quale riuscì ad organizzare un incontro con la ragazza, nonostante la forte opposizione dei genitori. A questo incontro era presente anche un giovane assistente di Allégret, Roger Vadim, con il quale BB iniziò una relazione, e che diverrà il suo primo marito nel 1952, nello stesso anno della sua prima apparizione sul grande schermo, nel film “Le Trou normand”. Fu una delle poche attrici europee a catturare l’attenzione di Hollywood. Nel 1957, si separò da Vadim, si sposerà altre 3 volte, prima con l’attore Jacques Charrier, poi con il ricchissimo playboy tedesco Gunter Sachs, ed infine con Bernard d’Ormale attivista del Front National di Jean-Marie Le Pen (oggi Rassemblement National), indubbiamente il migliore dei suoi matrimoni. Il matrimonio con Sachs, (figlio di Elinor von Opel a sua volta figli di Wilhelm von Opel, membro del NSDAP e fondatore dell’omonima casa automobilistica,) la avvicinerà, sia alla politica che alla Beat Generation newyorkese. Fu Sachs, che nel 1972 organizzò ad Amburgo la prima mostra europea dedicata ad Andy Warhol, di cui BB. sarà anche soggetto per un suo dipinto. In quel periodo conoscerà anche le battaglie animaliste di Savriti Devi.
Nel 1974, appena prima del suo quarantesimo compleanno, Brigitte Bardot annuncia il suo ritiro dalle scene, dopo aver girato più di cinquanta film e inciso diversi album discografici. Nello stesso anno posò nuda sul numero di settembre dell’edizione italiana di Playboy. Da allora è considerata una delle più influenti attiviste dei diritti degli animali. Nel 1986 istituisce la “Fondazione Brigitte Bardot” per il benessere e la protezione degli animali, che finanziò con 3 milioni di franchi raccolti vendendo all’asta i suoi gioielli e altri oggetti personali. Bardot inoltre sostiene l’organizzazione per la protezione della vita marina “Sea Shepherd”.
Nel 1996 pubblica il libro autobiografico “Initiales B.B.”, in Italia pubblicato con il titolo “Mi chiamano B.B”, in cui racconta la sua vita, la sua carriera, i suoi amori, il rapporto conflittuale con la stampa, e la sua visione politica. Brigitte Bardot si è sempre dichiarata di destra, negli anni sessanta ha votato e sostenuto Charles de Gaulle, dal 1972 anno della nascita del: (Front National pour l’unité française), fondato dall’ex deputato poujadista Jean-Marie Le Pen su modello del M.S.I. Italiano, ne diverrà fervente attivista. “Sono di destra, si sa, (..) mi si taccia d’essere fascista, nazista, camicia nera.”
Nel 2003 nel libro “Un grido nel silenzio” la Bardot depreca i “nuovi atteggiamenti” di alcuni omosessuali, che ritiene ridicoli e decadenti, definendoli “fenomeni da baraccone”. Per altre opinioni espresse nel libro, relative alla macellazione ebraica kosher, Il 10 giugno 2004 viene condannata da una corte francese, per “incitamento all’odio razziale“, reato per cui era già stata condannata 2 anni prima, quando con una “Lettera aperta alla mia Francia perduta”, pubblicata nel libro “Le carré de Pluton” aveva attaccato il fenomeno dell’immigrazione. Al ballottaggio delle elezioni presidenziali del 2017 ha pubblicamente invitato a votare Marine Le Pen, contro il candidato centrista Emmanuel Macron.
Nel libro “Pourquoi Eux” di Caroline Pigozzi l’attrice fa una riflessione decisamente controcorrente sul movimento “metoo”, pur lodandone l’intento afferma che di questo passo rischia di sfociare in un eccesso, fino a confondere un complimento con una reale molestia. «Un movimento “ipocrita e ridicolo. (..) Personalmente posso dire che non sono mai stata vittima di molestie sessuali e, in tutta onestà, ho sempre apprezzato i complimenti che mi venivano fatti, anche quando mi dicevano (..) che avevo un bel sedere. (..) Ci sono molte attrici che con i produttori si comportano come gatte morte per poter ottenere una parte in un film. (..) Alcune di loro finiscono per parlare di molestie affinché si parli poi di loro, al fine di essere sui giornali.”
Fortemente antivaccinista, Brigitte Bardot non si e sottoposta ai Vaccini anti Covid-19, imposti dall’Unione europea. In una intervista al magazine francese “Gala”, l’attrice ha dichiarato di essere allergica a prodotti chimici, confidando che in passato, si è fatta produrre un falso certificato di vaccinazione per la febbre gialla per potere andare in Africa. “Il mio medico dell’epoca, mi aveva fatto un certificato falso. Sono partita e tornata in piena forma”.
Già nel 2020 l’attrice scrisse al presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti in merito alla detenzione di tre orsi ritenuti “problematici” rinchiusi nel recinto del Casteller, fra cui M49, un plantigrade ribattezzato “Papillon”, celebre per le sue rocambolesche fughe proprio dal recinto. Nella lettera scritta in francese, l’attrice si definiva “scioccata e scandalizzata” dal fatto che gli orsi catturati in Slovenia per reintrodurli in Italia nell’ambito di un progetto europeo “Life Ursus Project”, vivessero chiusi in un bunker elettrificato. “Non solo quello che state facendo a questi orsi innocenti è una disumanità abietta, ma anche un’appropriazione indebita di fondi europei “. Bardot chiese anche di lasciare in pace JJ4, di cui la Provincia di Trento aveva già richiesto l’abbattimento, e su cui si era pronunciato contro il Consiglio di Stato. L’attrice si era anche detta disposta a trasferire a proprie spese gli orsi in un parco faunistico in Bulgaria gestito dalla Fondazione di cui lei è presidente in collaborazione con l’associazione austriaca “Vier Pfoten”. Il Dancing Bears Park (parco degli orsi danzanti), che si trova a circa 180 chilometri a sud di Sofia, in un’area di 120.000 metri quadrati, e che ospita orsi che sono stati tenuti in condizioni inadeguate, soprattutto orsi dei circhi, o allevati e addestrati come orsi danzanti in Serbia e Bulgaria, (da qui il nome). Proposta rinnovata a seguito dei tragici eventi di questi giorni, e che personalmente spero sia presa in considerazione dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, prima del pronunciamento definitivo del Tar. Se colpevoli ci sono, vanno ricercati in chi ha avallato il progetto “Life Ursus Project”, senza calcolarne l’impatto ambientale, non certamente in un animale che a seguito il proprio istinto. L’orso resta orso, l’uomo, per dirlo alla Battiato resta “L’Animale più domestico e più stupido che c’è…”
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