L’eredità di Roma [2]

 

L’eredità di Roma [2]

Quando Augusto venne insignito del titolo di Pater Patriae, non ci si richiamava a un concetto paternalistico, ma ci si riferiva ai doveri del pater che richiamano alla pietas ovvero alla protezione della famiglia, al culto degli antenati, alla trasmissione delle norme religiose e quindi civili, secondo il significato letterale di tradizione. Augusto, come pontifex maximus, torna con ciò alle origini di Roma, rinnovandola attraverso la pietas. Le qualità etiche del civis romanus sono tutte incentrate sulla pietas che si definisce essenzialmente come senso del dovere terreno e divino, verso gli antenati, la famiglia e la patria.

Roma ci insegna che non c’è cittadino se la dimensione civica e politica è ridotta al contingente, perché il sacrificio, nel senso ricordato di fare qualcosa di sacro, richiede una prospettiva trascendente, la consapevolezza che c’è qualcosa di noi che non muore con noi. Il prototipo di cittadino romano lo abbiamo già con il mitico fondatore, Enea, non a caso detto pius, per il quale la devozione verso gli dei, gli antenati e la patria si ricongiunge alla pietas verso il padre e il figlioletto. La pietas infatti, come tutti i doveri, è duplice: va dagli uomini verso gli dei, ma anche dagli dei verso gli uomini. Se infatti gli uomini sono tenuti alla venerazione degli dei, questi ultimi, a loro volta, sono tenuti a elargire protezione, fecondità, vittoria e punizione dei colpevoli. Così, prima della battaglia, l’esercito romano, attraverso i suoi sacerdoti, cercava la benevolenza degli dei del nemico, ai quali promettevano onore, rispetto e venerazione, in cambio del loro, potremmo dire, cambio di campo.

Ciò spiega il Pantheon romano e l’importanza di quella virtù che tradotta in pietà non corrisponde più al senso originario della parola; pius indicando, in latino, essenzialmente colui che paga un debito contratto in cambio di un bene ricevuto. Pietas verso i figli significa incarnare l’ideale del cittadino che diventa testimone vivente, attraverso l’esempio, della sua attualità e realizzabilità, mentre in guerra sta a indicare l’accettazione della disciplina militare, coraggio in combattimento e accettazione del sacrificio della propria vita. È pietas anche quella del generale Tito Manlio Torquato che in guerra contro i Latini dà ordine ai suoi di non accettare combattimenti individuali. Il figlio trasgredisce al suo ordine e anche se vittorioso nella sfida individuale con il campione nemico, con conseguente ritirata dell’esercito latino, il padre – dopo averlo abbracciato – lo fa condannare alla decapitazione. Salvare suo figlio avrebbe significato perdere l’esercito romano che avrebbe avuto l’esempio che gli ordini si possono non rispettare se si è in un rapporto di benevolenza con i comandanti. Anche attraverso questi esempi Roma è diventata la città eterna.  

Torna in alto