Sì, l’Italia se la stanno comprando a pezzi. Le dissennate e folli svendite dei pezzi nobili della nostra forza industriale, già privatizzate, in massa, e passate in mani straniere, continuano.
Ora tocca a quel poco che ci è rimasto e che gode, ancora, di notevole prestigio.
Parlo della Oto Melara e della TIM (o Telecom che dir si voglia).
La prima è una società storica nel campo degli armamenti che è stata messa sul mercato da Leonardo spa, un’azienda italiana molto attiva soprattutto nella difesa e nell’aerospazio. Quest’ultima, per fare cassa (cosa che non capisco visto che le società produttive rendono sempre mentre i soldi in cassa prima o poi finiscono), ha messo in vendita sia la Oto Melara che la Wass che producono blindati, cannoni per navi, siluri e sonar, considerati dal mondo intero prodotti di eccellenza.
E’ un’azione sconsiderata soprattutto se si pensa che l’Italia, per aiutare a ricostruire un’identità nazionale sentita da tutti, deve tornare a perseguire i propri interessi; uno dei principali è proprio riconquistare un ruolo preciso nel “mare Nostrum”, il Mediterraneo.
Per fare questo è opportuno ricreare le forze armate ed un’industria militare di stato che garantisca la presenza dell’Italia nello scacchiere e tuteli la pace in questo mare strategico per tutta l’Europa, ma dove l’Italia è immersa completamente.
Un lavoro complesso di diplomazia e di rapporti bilaterali tra stati, dove il deterrente militare diventa fondamentale e noi Italiani, per retaggio storico, cultura e civiltà, siamo dei professionisti seri sia nell’arte diplomatica, sia nelle tecniche di deterrenza militare.
L’altro asset strategico che corre il rischio di essere venduto in mani straniere interamente è TIM.
Una follia allo stato puro, non solo perché le comunicazioni in genere sono fondamentali per una nazione che si rispetti e che desideri la propria autonomia e sovranità, ma anche e soprattutto perché la Tim controlla la Sparkle, una società che possiede tanti cavi che collegano numerose nazioni al web e che fa essere, ancora adesso, l’Italia la quinta infrastruttura al mondo nel campo informatico.
Perdere tutto questo vuol dire regredire in modo totale e perdere la possibilità di tornare protagonista nel settore.
Ma chi può salvare l’Italia da queste scelte folli e scellerate? Il governo? È troppo impegnato, per fini reconditi, a vessare e terrorizzare gli Italiani con la storia del virus e della pandemia; la politica? Ma questa sappiamo che è un’illustre sconosciuta cacciata consapevolmente da tutti i centri decisionali, esautorata e incapace di qualsiasi gesto di resistenza o di reazione; il presidente della repubblica? Da lungo tempo ormai non pervenuto; la corte costituzionale? Anche lei lungamente silente sulle numerose violazioni costituzionali avvenute in questi ultimi anni ad opera del governo e delle istituzioni.
Anche il Popolo, estremo baluardo contro le prevaricazioni e le violenze, è attualmente estremamente depotenziato, privato da ogni rappresentanza politica perché tradito dai propri rappresentanti sia politici che sindacali, senza guide certe e riferimenti sicuri. Anzi, nonostante la situazione, riesce a farsi sentire e a lanciare la propria sfida di protesta, spesso repressa con violenza, taciuta e mistificata dagli organi di comunicazione.
Una situazione brutta, drammatica che rischia di sfociare in violenza gratuita, soprattutto adesso che sono vietate le piazze e che i solerti governanti stanno decidendo di rendere obbligatorio il vaccino alle forze dell’ordine e alle forze armate.
Dio salvi l’Italia dai folli al governo.
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