È uno slogan antico, alcuni dicono stantio. In effetti è da qualche decennio che gira nei dibattiti politici soprattutto dei sopravvissuti della destra politica.
Era essenzialmente rivolto al problema dell’immigrazione che tanti disagi creava e crea nelle periferie delle città, ma di fatto era un falso problema o meglio un fenomeno di distrazione di massa che non avrebbe avuto impatto se il popolo italiano fosse stato educato a riconoscersi in una identità nuova nella quale ritrovarsi al di là delle diversità individuali.
Un’identità frantumata l’8 settembre del 1943, non tanto per la resa senza condizioni, quanto soprattutto per il modo ignobile ed indecoroso con cui si è concretizzata, sia nei confronti degli alleati tedeschi, sia nei confronti del popolo italiano ma soprattutto nei confronti dei soldati italiani abbandonati a se stessi su tutti i fronti in cui era schierato in balia dell’alleato tradito, del nemico, che è tale ancora oggi, figurarsi all’epoca, e di un popolo che stava per dilaniarsi in una micidiale guerra civile.
Sono guasti mai affrontati e che oggi più di ieri devono essere analizzati per giungere ad una visione condivisa che ci faccia tornare orgogliosi della nostra storia unitaria, delle nostre antiche radici, delle nostre testimonianze culturali, ammirate da tutto il mondo, delle nostre eterogenee qualità, dei nostri grandi sentimenti, della nostra ineguagliabile generosità. Potremmo continuare a lungo a parlare delle qualità del nostro popolo testimoniate da un infinito numero di vestigia sparse per il mondo e anche da tracce e testimonianze più recenti.
Quindi l’Italia agli Italiani era rivolto alle sventurate vittime della globalizzazione distogliendoci, in tal modo, da coloro che realmente ci hanno sottratto ogni giorno di più la nostra terra, i nostri patrimoni, il nostro denaro, le nostre case, la nostra libertà.
Non mi riferisco solo ai soldati americani che dal 1943 presidiano pesantemente e potentemente armati il nostro territorio, questi sono solo i gendarmi; mi riferisco soprattutto a chi si è prestato ad attaccare e distruggere la nostra scuola, le nostre università, la nostra, ormai defunta, capacità di ricerca, la nostra cultura, la nostra potenza industriale, le nostre capacità imprenditoriali, il nostro avanzatissimo sistema bancario, le nostre innovative e rivoluzionarie riforme sociali, insomma tutta l’ossatura potente e prepotente della nostra struttura formativa e sociale.
Gli interpreti di questo massacro sono stati la quasi totalità dei politici nostrani che si sono venduti alle potenze straniere che volevano impossessarsi delle nostre enormi ricchezze e bellezze ed ora, si stanno vendendo alla agenda di Davos, che ha partorito l’orrenda agenda Draghi, che è il nuovo eretico vangelo che deve portare alla nostra distruzione finale.
Non è un caso che dal PD ai Fratelli d’Italia, passando per tutti i partiti esistenti (sedicente governo e sedicente opposizione), abbiano fatta propria l’agenda Draghi, abbiano tutti votato l’invio di armi all’improponibile Zelensky per continuare a far massacrare il popolo di cui dovrebbe essere presidente, non fanno nulla per l’interesse dell’Italia o per rimettere le premesse per un’autentica ripresa, anzi ci stanno affossando in una crisi irreversibile spendendo in modo nocivo ed irresponsabile l’enorme indebitamento che stiamo contraendo per il PNRR.
La digitalizzazione totale con l’unificazione di tutte le banche dati è lo strumento primario per un controllo totale delle persone, per il loro isolamento, per realizzare una nuova forma criminale di schiavitù. L’eliminazione del contante, con la vergognosa scusa della comodità rappresentata dalla moneta elettronica, di fatto diventa un vero e proprio esproprio delle risorse monetarie di ognuno, infatti il controllo della moneta elettronica è in mano a terzi e non al proprietario legittimo che di fatto e di diritto ne è spossessato.
Potremmo continuare a lungo a partire dall’attacco proditorio alla proprietà della casa di ognuno portato dai “soloni” della UE per confermare che l’Italia è sotto attacco e nessuno la difende nemmeno i sedicenti “patrioti” al governo.
Dobbiamo correre ai ripari e costruire la casa politica di tutti gli Italiani.