È un’idea che mi circola nel cervello da anni, tanti anni, ed a questa idea ho dedicato il mio impegno politico.
Ma cosa significa questo in realtà?
Significa molte cose
Prima di tutto, come ho già detto molte volte, l’Italia, il popolo italiano tutto, deve riscoprire le ragioni profonde dello stare insieme, la nostra funzione, che, come nazione, ci è stata assegnata dalla storia, dalla cultura, dalla posizione geografica, dallo stupendo territorio in cui viviamo, dalla nostra vocazione politica; in somma, in una parola, dal nostro Destino.
Questa rinata consapevolezza, che si chiama identità, ci deve rendere nuovamente orgogliosi di essere Italiani e ci deve spingere a superare tutte le ragioni ed i motivi di divisione che ci hanno resi facili prede degli interessi di chi ci vuole schiavi e sradicati dal nostro ruolo storico di faro di cultura e civiltà per il mondo intero.
Questa ricostruzione, tutta interiore, ci farà tornare ad essere una comunità coesa che potrà svolgere nuovamente quel ruolo di salvaguardia dell’umanità che è stato proprio “del bel paese là dove ‘l sì sona” per secoli grazie alle ancora enormi ed inesplorate capacità del nostro popolo.
E’ il Destino della nostra comunità ricondurre l’uomo alla sua dimensione originaria, alla sua natura materiale e spirituale, allo sforzo costante verso la realizzazione dei propri compiti. Mai come in questo momento di disfacimento del mondo occidentale, c’è bisogno di un popolo che riconduca alla natura, alla giustizia, al giusto equilibrio e sappia riscoprire i valori fondamentali che caratterizzano l’essere umano avviliti e trapiantati dai disvalori propri del mondo dei barbari anglosassoni.
Dovremo quindi tornare a studiare la nostra storia, che è la storia della civiltà nel mondo; dovremo tornare a studiare, parlare ed approfondire la nostra lingua, che nella sua apparente complessità è in grado di esprimere meglio di qualunque altra la gradazione di valori, pensieri, sentimenti, che possono essere percepiti e trasmessi da ognuno di noi; dovremo liberarci del ciarpame pseudo culturale prodotto dal materialismo e dal relativismo filosofico per tornare a creare e diffondere cultura, perché è proprio dal libero scambio delle idee e delle culture che si arricchisce la civiltà.
Non dobbiamo aver paura di contrastare i falsi miti dell’abominevole società in cui viviamo, dobbiamo avere il coraggio di dire autenticamente ciò che pensiamo anche se i giornali e le televisioni, ormai proprietà assoluta dei corruttori del mondo, vogliono convincerci del contrario. E’ volgare e di cattivo gusto esporre in pubblico la parte più intima di noi stessi, sia nella parte materiale, come fanno gli avventori della festa dell’orgoglio frocesco, che per dipiù pretendono di violentare le leggi di natura inventando, sulle loro pulsioni e perversioni, nuovi generi che la natura nella sua semplicità ha ben definito in due; sia e soprattutto nella parte spirituale, come cercano di fare i grossi strumenti di comunicazione che tendono a ridurre tutto a beni materiali di consumo e a spettacolo, dipingendo e costruendo un mondo degradato e privo di contenuti alti.
Tutto questo acquista ancora un valore maggiore se si considerano il livello infimo che hanno raggiunto sia la nostra classe politica che quella dirigente, tranne, per fortuna, qualche isolata eccezione, e lo stato comatoso in cui versano le gerarchie della chiesa cattolica, dilaniata dalla lotta fra due componenti tutte e due estranee alla sua dottrina di fede: la componente giudaica e negatrice del Cristo e quella protestante, iconoclasta e nemica della sacralità del rito.
In questo senso serve una comunità forte e coesa, che torni a credere in sé stessa, che sappia cogliere l’importanza della funzione storica e geopolitica che le compete, che, consapevole di ciò, torni a mettere al mondo dei figli da formare ai compiti fondamentali della nostra comunità improntata sulla solidarietà interna e verso le altre comunità.
A tal motivo occorre ricostruire i corsi di formazione e ricerca sin dalle scuole elementari e fino ai corsi universitari, una volta vanto della nostra Italia e oggi completamente svendute al mercato e reintrodurre la certezza del diritto con processi rapidi e garantiti sia in campo penale, sia in quello civile che in sede amministrativa.
Un’Italia nuova e forte può risorgere, iniziamo dalle prime cose.
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