L’Italia e gli anglosassoni

 

L’Italia e gli anglosassoni

Che tristezza! Il nostro popolo, grazie alla volgare prostituzione dei più importanti organi di informazione, si sta adeguando sempre più ad una assuefazione e sottomissione a chi ci occupa e ci tiene sotto controllo dal 25 aprile del 1945 (fra pochi giorni 78 anni): gli anglosassoni.

È di questi giorni la notizia che oltre 1.000 termini inglesi sono stati introdotti come termini italiani nel vocabolario Zanichelli. Il fatto, però, più sconvolgente è che tutto questo stanno cercando di renderlo “normale” anche nella quotidianità.

Un omosessuale di sesso maschile non lo puoi più chiamare “frocio”, perché offensivo, ma lo devi chiamare “gay”, come se il termine inglese nobilitasse o riscattasse la deviata attività sessuale, che dovrebbe far parte (ma così non è) delle “private”, anzi “privatissime”, scelte sessuali di ognuno.

Allo stesso modo alcuni giovani giornalisti, spesso di sesso femminile, scrivono degli articoli, in un italiano piuttosto approssimativo e di difficile comprensione, per giustificare gli assurdi postulati della modernissima subcultura fluida in cui vorrebbero farci “affogare” tutti, in cui usano il dispregiativo termine “boomer” per definire coloro che si oppongono ai cosiddetti meravigliosi effetti della modernità. Ovviamente per loro, che sono una minoranza che vorrebbe diventare maggioranza grazie all’aiuto dei principali mezzi di (dis)informazione, la modernità consiste nella cultura gender, nella soggezione alla tecnologia, nella grande conquista sociale (si fa per dire) dell’utero in affitto, nella digitalizzazione, nell’abolizione del contante, nell’alienazione dal lavoro e dal territorio. Non capendo che sono tutti presupposti anti etici ed anti umani per la nuova e futura forma di schiavitù attraverso il controllo ossessivo.

Quasi tutte le grandi aziende italiane (quel poco che è rimasto dell’enorme sistema industriale, partecipato e non), alcune anche partecipate da enti nazionali, non chiamano più il loro personale con nomi italiani, ma con nomi inglesi. L’impiegato viene ufficialmente definito, anche nei siti aziendali, “employee”, e così anche per funzionari, quadri, dirigenti e via salendo.

Stiamo insomma alle ultime fasi della colonizzazione culturale voluta dagli anglosassoni e agevolata dai venduti e traditori nostrani.

Tutto questo accade quando tutto il mondo si sta ribellando alla logica perversa ed allo strapotere in caduta libera dei barbari di oggi, gli anglosassoni.

Il Brasile, importante, per risorse, nazione del Sud America, ritenuto da sempre il serbatoio di ricchezze per i Nordamericani, ha stretto un accordo con la Cina per effettuare gli scambi commerciali non più in dollari ma con le loro monete nazionali.

L’Arabia Saudita, con la mediazione della Cina, ha stretto un accordo con l’Iran abbandonando l’alleanza con Israele, USA e Gran Bretagna.

Potremmo continuare a lungo ad elencare i numerosi distacchi dalla logica di potere unipolare perseguita dagli anglosassoni, servendosi di determinate e ben definite centrali finanziarie, ce le narrano anche le cronache dei giornali di regime propagatori del pel pensiero unico ed omologante, ma lo riteniamo inutile.

Noi dobbiamo soltanto fermare questa ignobile deriva italiana, che è anche europea, verso la cosiddetta modernità e non aver paura di esser definiti “superati” (perché questo significa il termine inglese “boomer”), anzi esserne orgogliosi perché vuol dire difendere l’uomo dal transumanesimo, credere nella naturalità dei cambiamenti climatici usati come alibi per non colpire la violente manipolazioni all’ecosistema che derivano dalle varie scelte sulle energie cosiddette pulite, reintrodurre l’etica nelle scelte pubbliche e private, insomma rimettere al centro della vita sociale e della Politica l’uomo, con tutte le sue valenze materiali e spirituali, la comunità, come collante identitario, e la solidarietà, interna ed internazionale.

 

Immagine: https://www.tomshw.it/

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