L’Osservatorio Fascista

 

L’Osservatorio Fascista

È la nuova tipologia di reato concepita dalla stampa nostrana sulla falsariga di un’inchiesta assurda messa in moto, con alcune perquisizioni domiciliari, dalla Procura di Caltanissetta. L’osservatorio di per sé legittimo, anzi democratico, diventa reato con l’aggiunta di un aggettivo fascista.

Quando due persone discutono, se i toni si scaldano, spesso uno dei due dà all’altro del fascista, talvolta si scambiano questo aggettivo reciprocamente; è un segno dei tempi, dell’ignoranza che anima la contemporaneità e della mancanza di cultura che ci segnala la cifra precisa del giornalismo italiano e non solo.

Un aggettivo che nella visione distorta moderna della storia, della cultura e della civiltà rappresenta da solo un crimine in sé. Un concetto di negatività voluto ed imposto dalle armate anglosassoni vincitrici e occupanti l’Italia tutta dal 25 aprile 1945 che non trova neanche riscontro di legittimità nella legge italiana, compresa quella costituzionale.

Infatti l’unico richiamo costituzionale al Fascismo è nella XII norma transitoria, che non transita mai, e finale della Costituzione che vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista e parimenti toglie per cinque anni (passati ormai da oltre 70 anni) il diritto di voto e di eleggibilità dei capi responsabili di quel regime. Poi ha saccheggiato a piene mani quanto scritto nei 18 punti di Verona (Carta fondamentale della istituzione della Repubblica Sociale Italiana  del 1943) soprattutto in materia sociale e nel concetto di lavoro e in numerose conquiste sociali avvenute proprio nei 20 anni di regime fascista.

Quindi nessun concreto riferimento nella Costituzione alla divisione degli Italiani tra quelli di serie A, gli ex fascisti poi autoproclamatisi antifascisti, per conquistare la benevolenza degli occupanti, da quelli di serie B, i Fascisti, tranne la sospensione per soli 5 anni dai diritti politici per i responsabili del regime.

Tutto l’indottrinamento antifascista, quindi, deriva dall’ignoranza della legge e dalla volontà di compiacere gli occupanti. Sarebbe interessante che ognuno si desse da solo la risposta del perché gli occupanti anglosassoni abbiano voluto imporre con una propaganda massiva la negatività dell’aggettivo fascista.

Ma così è! Pertanto l’osservatorio, definito fascista, diventa di per sé obbrobrioso per tutti, ma il reato specifico non c’è, così si può contestare l’associazione a delinquere (!!!!) e la legge Anselmi che vieta le associazioni segrete.

Peccato che già nel nome “Osservatorio per il monitoraggio Sociale della Giustizia e della Legalità” e nella carta d’intenti, già resa pubblica e che si sta ultimando con i suggerimenti e gli apporti di quanti vogliono aderire all’osservatorio, non vi è nessuna volontà di delinquere ma solo la volontà di aiutare l’Italia in uno dei settori più in crisi, con il contributo degli operatori del settore, magistrati compresi, e delle istituzioni.

Nelle intercettazioni pubblicate da alcuni organi di stampa, ma ignorate da me indagato – da cui deriva una grave violazione del segreto di ufficio che può essere attribuito esclusivamente alla Procura di Caltanissetta e a quanti collaborano con essa – si evince questa volontà collaborativa con le istituzioni che, alcuni organi di stampa, per bassa polemica politica, utilizzano come attacco al governo proprio grazie alla negatività indotta dall’aggettivo fascista di cui sopra.

Il Governo poi, nella sua cecità politica e nella paura di perdere la poltrona, evita di attaccare questo modo idiota di condurre la polemica politica e prende pregiudizialmente le distanze, senza conoscere la sostanza delle cose.

Inutile dire che l’osservatorio è in costruzione, che sicuramente esisteranno delle intercettazioni, tenute ovviamente nascoste, in cui ci diamo formalmente appuntamento a Roma per settembre per firmare l’atto costitutivo, depositarlo presso l’ufficio competente e indire una conferenza stampa dell’osservatorio stesso.

Ma l’osservatorio è fascista!!! Peccato che gli aderenti, per la maggior parte avvocati, vengano dalle più disparate provenienze politiche, di destra, di centro, di sinistra, apolitici. Dobbiamo pertanto concludere che questa azione inopinata di criminalizzazione delle intenzioni è una vera azione di terrorismo giudiziario tesa ad evitare il nascere di un organo apartitico al servizio del popolo italiano nell’interesse della giustizia e della legalità che dovrebbe incontrare l’appoggio e l’interesse dei Magistrati seri, che per fortuna esistono, e che non rispondono, e sicuramente subiscono, alle logiche spartitorie e carrieristiche illustrate dalle confessioni di Palamara, alle quali, per quanto a mia conoscenza, non è seguita alcuna inchiesta giudiziaria, soprattutto nei confronti dei politici, di un ben definito partito, coinvolti in queste vicende.

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