La Befana vien di notte

 

La Befana vien di notte

Natale, e Santo Stefano sono passati, nonostante il Covid, la guerra, le tasche sempre più vuote, e la rateizzazione infinita della vita, anche quest’ anno abbiamo festeggiato il Santo Natale, chi con il pagano albero, l’abete caro ad Odino ed ai celti, chi con il più pertinente Presepe, quello fatto con Giuseppe, Maria, i Magi e Gesù bambino, tanto ostico al politicamente corretto. Pranzi in famiglie sempre più “fluide”, scomposte, riassemblate, che almeno qui i Toscana assomigliano tutte a quella raccontata da Alessandro Benvenuti, nei film e nelle piece teatrali sulla famiglia Gori. Tutti a scartare i regali, portati da un pacioso omone rossovestito. Il Bambinello nacque povero nella sua terra, come tanti italiani. Il padre, un artigiano, come tanti possessori di partita iva demonizzati, all’ora almeno non avevano inventato il POS, una madre giovanissima, in controtendenza con il nostro mondo, dove il primo figlio arriva mediamente intorno ai 40.

Non era ancora nato e già aveva un nemico, Erode, ricco, potente, e spietato, uccisore come una politica con/turbante di centinaia di bambini, nonostante non avessero ancora inventato le pompe da bicicletta. Odiava così tanto i “Mercanti” che una volta adulto li cacciò dal Tempio. Ma chi è “Babbo Natale”, noi siamo convinti che Babbo Natale così come lo conosciamo esista da secoli, al limite ci lamentiamo del fatto che la sua figura venga sfruttata dalla macchina del consumo. Ma la figura di babbo natale, non è “cavalcata” dalla società dei consumi, ne è un prodotto. La sua presenza nel nostro immaginario è dovuta alla “The Coca Cola Company”. Prima della conversione al cristianesimo, il folclore dei popoli germanici, narrava che il dio Odino ogni anno tenesse una battuta di caccia accompagnato dagli Dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempendoli di paglia e carote, per sfamare il cavallo del dio, ricevendone in cambio regali o dolciumi.

Questa pratica è sopravvissuta nei Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola. La tradizione arrivò negli Stati Uniti attraverso le colonie olandesi di New Amsterdam, poi rinominata dagli inglesi in New York. Santa Claus era rappresentato come un uomo alto e magro vestito di verde. Nel 1930 l’artista Fred Mizen disegnò un Babbo Natale in un grande magazzino che beveva una bottiglia di Coca-Cola in mezzo alla folla. Nel 1931 l’azienda commissionò alla D’Arcy Advertising Agency, una campagna che rappresentasse un Babbo Natale florido, vestito dei propri colori. Chi ha la mia non più verde età, ricorderà un’infanzia dove Natale, voleva dire Santa messa, i regali, solo ai bambini, e solo a quelli buoni, arrivavano una settimana dopo, a portarli una vecchia signora, che volava su di una scopa. L’origine connessa a un insieme di riti pagani sui cicli stagionali legati all’agricoltura. Gli antichi Romani, celebravano l’interregno tra il solstizio invernale e la ricorrenza del Sol Invictus, in queste dodici notti delle figure femminili volavano sui campi per propiziarne la fertilità. Secondo una versione “cristianizzata” i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù, non riuscendo a trovare la strada, chiesero ad una anziana signora ebrea, di guidarli, la donna non volle uscire di casa. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, si mise a cercarli, e da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini.

Nel 1928 su idea di Augusto Turati, il regime fascista introdusse la festività della “Befana fascista”, dove venivano distribuiti regali ai bambini delle classi meno abbienti. Fu ordinato alle Federazioni provinciali del PNF di sollecitare commercianti, industriali e agricoltori a donazioni . Con La legge n. 54 del 5 marzo 1977, si determinò la cessazione del carattere festivo di varie festività della Chiesa Cattolica, fra cui l’Epifania, la Befana sparì, sostituita dall’omone della Coca Cola. Otto anni dopo, nel 1985, venne ripristinata agli effetti civili la Solennità dell’Epifania, ma il danno ormai era fatto, la vecchietta dalle povere vesti, ed il Bambinello della mangiatoia erano stati sostituiti dal Vescovo Anatolico trasformato nello sponsor dell’ American wife is life.

 

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