La Bolla

 

La Bolla

Roma 2008, durante l’ottava edizione del grande fratello la produzione decide di creare a Ponte Milvio, una bolla in plastica trasparente che ospitava tre aspiranti partecipanti al reality. Per richiamare l’attenzione sull’emergenza abitativa nella capitale un gruppo di giovani l’assaltano, costringendo la produzione a trasferire i concorrenti negli studi di Cinecittà.

Mercoledi 20 marzo ore 11.20, 51 studenti di seconda media della scuola Vailati di Crema salgono sul solito scuolabus gestito dalla società privata “Autoguidovie” che deve riportarli a scuola dalla palestra in cui fanno educazione fisica. Con loro ci sono due insegnanti e una bidella. Alla guida Ousseynou Sy, 47enne Senegalese con precedenti penali per molestie sessuali nei confronti di minore, e guida in stato d’ebrezza. Invece di avviarsi verso la scuola, sequestra la comitiva e si dirige verso l’aeroporto di Linate. Ha con se un coltello, una pistola giocattolo, una tanica di benzina ed un mazzo di fascette da elettricista. Ferma il bus, lo cosparge di benzina, consegna agli insegnanti le fascette, da loro l’ordine di raccogliere tutti i cellulari e di legare i polsi dei ragazzi. Chiede di avere qualcuno vicino a lui, prende una studentessa in ostaggio, e ne chiede un altro, minacciando di far esplodere il mezzo, se nessuno si fosse presentato, uno dei bambini, Nicolò Bonetti, decide di offrirsi per salvare i suoi amici.

Rami Shehata 13enne nato a Milano da genitori egiziani è riuscito a nascondere un cellulare, tenta di chiamare il 113, ma il telefono cade per terra, un altro giovane studente, Riccardo, a rischio di essere visto riesce a strappare le proprie fascette, lo raccoglie, e lo passa ad Adam El Hamami 13 anni (genitori marocchini), che riesce a dare l’allarme. Grazie all’intervento tempestivo dei Carabinieri, tutto si risolve con il bus incendiato e il terrorista in manette con l’accusa di sequestro di persona, tentata strage, incendio doloso e resistenza a pubblico ufficiale. La Stampa rende giustamente onore alle forze dell’ordine, e a questi giovani eroi.

Purtroppo però l’onore è solo parziale, mentre Rami e Adam, servono alla vulgata immigrazionista, per diluire il giusto risentimento dell’opinione pubblica nei confronti del sequestratore, Nicolò e Riccardo “scompaiono” per la tremenda colpa di essere italiani. Mentre si guarda alla cittadinanza italiana data forse con troppa leggerezza a Ousseynou Sy, si chiede che tale cittadinanza sia rilasciata ai due giovani eroi. Fabio Fazio a “Che tempo che fa” fa entrare i due ragazzi con la colonna sonora di Hero di David Bowie. Come logico aspettarsi, quando c’è di mezzo Fazio non potevano mancare prese di posizione e relative polemiche, il conduttore, ha voluto sottolineare il fatto che il “cattivo” Sy fosse cittadino italiano, mentre i “buoni” Rami e Adam ancora no. Un tentativo di spingere nuovamente sullo Ius Soli. I sinistri signori dell’Informazione, dall’alto della loro presunta superiorità morale, insistono, e per convincere chi è ancora restio.

Dagospia in un video ci fa sapere direttamente dalla voce del padre di Rami, di non essersi mai interessato di chiedere la cittadinanza per il figlio, ma che sono stati i cronisti di varie testate ad avergli imposto di rilasciare tali dichiarazioni. Intanto mentre in Ministro Salvini riceverà i ragazzi, l’ex ministro Pd Livia Turco, alla trasmissione Agorà si affretta a dichiarare: “sono fatti che creano angoscia e allarme, ma vanno compresi.”», Gad Lerner, rilancia, «la follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l’esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati.”

Nonostante il tanto sbandierato e auspicato governo del cambiamento nelle stanze dell’informazione pubblica niente è cambiato, il “Grande Fratello” mediatico rimane saldamente nelle mani dei nemici dell’Italia. Il giornalista Adriano Scianca, in un suo post su Facebook fotografa in maniera poetica la realtà: “c’è un luogo incantato dove i senegalesi fanno scendere i bimbi dagli autobus, prima di dargli fuoco. Dove a Utrecht si spara sui tram…ma è per motivi personali. Dove gli attentati li fanno solo gli squilibrati… Un luogo in cui i rifugiati passano la giornata a trovare portafogli per terra, e si dannano l’anima per ritrovare i proprietari. Un luogo in cui Greta Thunberg è un’opinion leader e Mimmo Lucano un eroe della resistenza. Questo luogo è la bolla in cui vivono i giornalisti”. Se vogliamo un futuro per Nicolò, Riccardo, Rami e Adam, se vogliamo riuscire in una vera integrazione, è giunto il momento di far scoppiare questa bolla.

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