Era mi pare il 2008, l’allora Senatore a vita e già presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, durante la trasmissione “Uno Mattina”, rilasciò una dichiarazione profetica, (già allora qualcuno ventilava il nome del super banchiere Mario Draghi come possibile presidente del consiglio), alla domanda di un attonito Luca Giurato su cosa ne pensasse, (fu Cossiga a consigliarlo a Silvio Berlusconi come Governatore della Banca d’Italia), il Picconatore, definì Mario Draghi come: “Un vile, un vile affarista, non si può nominare presidente del consiglio dei ministri chi è stato socio della Goldman & Sachs, grande banca di affari americana (..) è il liquidatore dopo la famosa Crociera sul Britannia, dell’industria pubblica, (..) immaginati cosa farebbe da Presidente del Consiglio dei Ministri. Svenderebbe quel che rimane.”. Della fantomatica crociera sul Britannia (2 Giugno 1992) si è spesso parlato anche su queste pagine. Il 22 gennaio 2020 il “Fatto Quotidiano” pubblicò il discorso integrale fatto da Draghi in quel contesto, nella presentazione ricordava lo scioglimento delle Camere decretato da Cossiga il 2 febbraio 1992, la firma cinque giorni dopo del Trattato di Maastricht, e l’accelerazione di Mani Pulite: “Signore e signori, cari amici, desidero anzitutto congratularmi con l’Ambasciata Britannica e gli Invisibili Britannici per la loro superba ospitalità. (I “British Invisibles” erano un gruppo di interesse della City di Londra). Tenere questo incontro su questa nave è di per sé un esempio di privatizzazione di un fantastico bene pubblico”, (..) La privatizzazione è stata originariamente introdotta come un modo per ridurre il deficit di bilancio. Più tardi abbiamo compreso, (..) che la privatizzazione non può essere vista come sostituto del consolidamento fiscale, esattamente come una vendita di asset per un’impresa privata non può essere vista come un modo per ridurre le perdite annuali. Gli incassi delle privatizzazioni dovrebbero andare alla riduzione del debito, non alla riduzione del deficit”. E infine concludeva: ” i mercati sono pronti a ricompensare l’Italia, come hanno fatto in altre occasioni, per l’azione in questa direzione. I benefici indiretti delle privatizzazioni, in termini di accresciuta credibilità delle nostre politiche, sono secondo noi così significativi da giocare un ruolo fondamentale nel ridurre in modo considerevole il costo dell’aggiustamento fiscale che ci attende nei prossimi cinque anni”. Poco più tardi un referendum cambiò la legge elettorale introducendo il maggioritario e aprendo la via alla cosiddetta Seconda Repubblica. Quel piano di privatizzazioni, fu una delle premesse per farci entrare nella moneta unica.
In seguito alla crisi del governo Conte II, innescata il 13 gennaio 2021 con le dimissioni dei ministri di Italia Viva, il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conferisce al “Vile affarista” l’incarico di formare un nuovo governo. Il 17 febbraio Draghi ottiene la fiducia al Senato, con 262 voti favorevoli, e 40 contrari. Il giorno successivo ottiene un ulteriore voto di fiducia alla Camera con 535 voti favorevoli, e 56 contrari, con una maggioranze fra le più ampie mai registrate nella storia della Repubblica Italiana. Nel suo primo discorso critica ogni forma di sovranismo e rinsalda la posizioni di dipendenza alla NATO, all’OMS E alla BCE.
Il tentativo di svendere ogni briciola del patrimonio Italiano è stato palesemente l’unico scopo di Mario Draghi, nel frattempo come Presidente della Banca centrale europea (24 giugno 2011 – 31 ottobre 2019) , aveva dato corpo alle proprie capacità distruggendo l’economia della Grecia.
5 luglio 2015, il popolo greco affermava la propria sovranità democratica con un referendum storico che vide la larga vittoria di coloro che non volevano cedere la propria libertà e dignità ad un sistema incentrato a conservare e incrementare gli interessi del grande capitale finanziario.
La risposta del popolo greco fu netta e rigettava la prepotente volontà della Trojka capitanata da Mario Draghi, che intendeva porre la Grecia sotto un rigido controllo economico tramite una profonda ristrutturazione economica. Come ricorderete, in quei concitati giorni di luglio, il Primo Ministro greco Alexīs Tsipras, fu costretto sotto ricatto a disattendere il risultato espresso dalla consultazione popolare ed accettare la totale svendita del patrimonio Nazionale. La Trojka mise all’angolo il governo del Paese ponendo due sole opzioni: accettare le privatizzazioni, oppure procedere con l’uscita della Grecia dall’Eurozona. La sera del 20 agosto 2015, dopo aver perso la maggioranza parlamentare, Tsipras rassegnò le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica, Prokopīs Paulopoulos. Mario Draghi già a partire dall’ 11 febbraio 2015 aveva deciso di non accettare più titoli di stato Greci, di fatto privando le banche di liquidità, con inevitabili corse agli sportelli. Il Caos seguente ha provocato migliaia di morti (ben superiori agli attuali morti della guerra in Ucraina), fra cui oltre 700 bambini, morti di fame o per impossibilità di accedere alle cure sanitarie. Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, in un’intervista a Tv2000, ha ammesso candidamente di essere a conoscenza di questi dati, ma di aver deciso di non pubblicarli per non mettere nelle mani degli antieuropeisti una “clava” contro l’Europa e quello che secondo lui rappresenta, ovvero “la democrazia fondata sulle istituzioni e sulle regole”, dimentico che i singoli Stati teoricamente sono basati su una “democrazia” e su “regole”, legittimate dai cittadini e non imposte da nessuno. “Faccio una confessione, c’è un articolo che non ho potuto scrivere. Guardando i dati della mortalità infantile in Grecia mi sono accorto che facendo tutti i calcoli, con la crisi sono morti oltre 700 bambini in più di quanti ne sarebbero morti se la mortalità fosse rimasta quella del periodo pre crisi.”
In politica interna i maggiori risultati di Draghi Premier sono stati:
La modifica della riforma delle pensioni nota come “Quota 100”, che consentiva il pensionamento a 62 anni con 38 anni di contributi, introducendo la denominata “Quota 102”, che si avvicina alla riforma Fornero con l’età pensionabile che sale a 64 anni.
Il rinvio al 2023 della plastic tax e della sugar tax. La proroga fino al 2023 del “Superbonus 110%”, reso così macchinoso da inguaiare economicamente migliaia di famiglie.
L’acquisto di vaccini e medicinali contro il coronavirus per 2 miliardi di euro, e l’anticipazione della legge Bolkentein per la riassegnazione di tutte le proprietà demaniali.
In Politica Estera Il 6 aprile 2021 ha svolto la sua prima visita ufficiale all’estero in Libia, incontrando a Tripoli il primo ministro libico Abdul Hamid Mohammed Dbeibeh. Il viaggio è stato descritto come un tentativo di ridurre le influenze turche sulla Libia. Alcuni giorni successivi alla visita, durante una conferenza stampa, ha criticato duramente la politica del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, definendolo “un dittatore”. Nel mese di giugno 2021 partecipa al vertice G7 di Carbis Bay in Cornovaglia, durante il quale, prende parte, ad incontri bilaterali con il Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, e il primo ministro del Regno Unito Boris Johnson, offrendosi come partner strategico militare per la NATO in prospettiva ai nuovi scenari di guerra. Il 30 e 31 ottobre 2021 Roma ha ospitato l’annuale vertice del G20. Gli unici leader che non sono stati ammessi a partecipare, sono stati il leader cinese Xi Jinping e il Presidente russo Vladimir Putin. Il 26 novembre 2021 Draghi ha firmato il “Trattato del Quirinale”, con il presidente francese Emmanuel Macron, trattato che ha avuto lo scopo di promuovere l’ adeguamento dell’Italia sulle posizioni francesi in materia di politica estera, sicurezza, difesa, politica migratoria, economia, istruzione, ricerca e cultura.
Il 24 febbraio 2022, con l’inizio della operazione speciale Russa in Ucraina, Draghi si è dimostrato il leader più propenso ad un intervento militare contro la Russia. Il 26 febbraio, durante una telefonata con il Presidente ucraino Zelens’kyj, Draghi ha accettato di sostenere l’esclusione della Russia dalla rete SWIFT, e anticipando gli altri leaders europei ha pubblicamente sostenuto la richiesta dell’Ucraina di aderire all’Unione europea. Il 14 luglio 2022 dopo la fuoriuscita del Movimento 5 stelle dalla compagine governativa, avvenuta soprattutto per l’opposizione dei Pentastellati ad una recrudescenza nella guerra in Ucraina, ed all’invio di ulteriori armi, Draghi ha finalmente presentato le proprie dimissioni dall’incarico al Presidente della Repubblica, subito respinte. Il 21 luglio, dopo gli esiti della votazione in Senato, reitera le dimissioni sue e del governo da lui presieduto al capo dello Stato Sergio Mattarella.
Come scritto dal giornalista indipendente Gian Micalessin, per Draghi spogliare la Grecia è stato relativamente facile, Aeroporti, qualche isola, poche industrie, un Pil nazionale inferiore alla sola provincia di Treviso. Per l’italia è stato diverso. L’Italia è ancora il secondo paese al mondo in quanto a risparmio privato, un capitale assolutamente enorme.
Prima Nazione come abitazioni di proprietà, ottava potenza industriale al mondo (prima dell’euro era la quinta). Il “Made in Italy” è ancora oggi fra i brand più redditizi al mondo, davanti persino a Coca Cola. Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei. Capitale artistico monumentale, superiore a quello di tutto il resto del mondo. Terre di valore assoluto e coste meravigliose. Il tutto nonostante Francia, Germania, Cina, Stati Uniti etc. abbiano fatto la spesa a “paghi uno e prendi tre”.
Tutto il lusso, la grande distribuzione l’agroalimentare e il sistema bancario, sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total. I tedeschi si sono presi la meccanica e il cemento. Gli indiani l’acciaio. I Cinesi quote di TERNA, e tutto PIRELLI agricoltura. Se ne sono andate tra le altre: TIM, TELECOM, GIUGIARO, PININ FARINA, PERNIGOTTI, BUITONI, ALGIDA, GUCCI, VALENTINO, AGNESI, DUCATI, MAGNETI MARELLI, ITALCEMENTI, PARMALAT, GALBANI, LOCATELLI, INVERNIZZI, KRIZIA, BULGARI, POMELLATO, VALENTINO, FERRE’, LA RINASCENTE, POLTRONA FRAU, WIND, ANSALDO, FIAT FERROVIARIA, ALITALIA, MERLONI e CARTIERE DI FABRIANO. Ma non hanno finito, ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani, ed i loro risparmi, pari a circa 3000 Miliardi di Euro. A questo mirano la “Transazione Ecologica” l’abolizione del contante, la Bolkenstein, e il 110%. Draghi era lì per quello. Mattarella lo aveva chiamato principalmente con questo scopo, proseguire la spoliazione denunciata da Cossiga ed iniziata sul Britannia.
Mentre in Grecia centinaia di persone, attraverso i social, o anche sulle tv ufficiali, festeggiavano la caduta del loro carnefice, ed in Ucraina si stracciavano le vesti per un possibile rallentamento del traffico internazionale di armi, in Italia un popolo che più che da covid 19 pare affetto dal virus della sindrome di Stoccolma marciava per chiedere a Draghi di restare. Si è aperta la campagna elettorale, bisogna unire tutte le forze, rinunciare a qualsiasi mediazione col sistema, e probabilmente abbandonare pure velleità elettorali, se c’è ancora una piccola possibilità di salvare le poche industrie rimaste, le nostre spiagge, i nostri monumenti, i fondi pensioni, i conti privati, le nostre case, l’ITALIANITA’ tocca a noi cercare di fermarli, ora, con qualsiasi mezzo.