Bruxelles, 3 maggio 2022, muore a 92 anni, nell’imbarazzante silenzio della chiesa Bergogliana Monsignor Michel Schooyans (Braine-l’Alleud, 6 luglio 1930), gesuita, filosofo e teologo belga autore di numerose pubblicazioni su temi bioetici dove denunciava la “Cultura della Morte”, e la perversione del cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”, inteso a “ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità”, come recita il sottotitolo del suo libro “Nuovo disordine mondiale”,uscito nella traduzione italiana, nel 2000, con una prefazione dell’allora Cardinale Joseph Ratzinger. Il futuro Papa Benedetto XVI°, così commentò: «il libro di Michel Schooyans entra nel vivo delle grandi sfide del presente momento storico con vivacità e grande competenza. C’è da sperare che molte persone di diversi orientamenti lo leggano, che esso susciti una vivace discussione, contribuendo in questo modo a preparare il futuro sulla base di modelli degni della dignità dell’uomo e capaci di assicurare anche la dignità di coloro che non sono in grado di difendersi da soli».
Erano gli anni delle conferenze internazionali dell’ONU, su ambiente, popolazione e sviluppo, che andavano a concretizzare le ideologie antiumane, di Thomas Malthus e Richard N.Kalergi. Schooyans e Ratzinger, tentarono (inutilmente), di porre un argine ad una vera e propria rivoluzione antropologica che, nata dalle società occidentali, tenta di imporsi in tutto il mondo attraverso le Nazioni Unite. Un profondo desiderio di morte che odia e distrugge la vita, aborto, eutanasia e politiche “gender”, sono promossi come diritti umani. Schooyans docente presso l’Università cattolica di Lovanio e membro dell’”Institut national d’études démographiques” a Parigi, definì l’ideologia della morte che permea la politica internazionale come “terrorismo dal volto umano”: “A differenza del classico, il nuovo terrorismo è tanto più efficace quanto più discreto. Utilizza un insieme di discipline che comprende scienze biomediche e demografiche, diritto e tecniche di comunicazione. Questo terrorismo ha il sostegno logistico e finanziario di alcune delle più importanti organizzazioni internazionali. Questo nuovo terrorismo colpisce principalmente l’integrità intellettuale e morale delle persone. Sembra avere un volto umano; sembra onorare la verità; dà l’impressione di valorizzare la libertà, quando in realtà cerca solo di intrappolare gli uomini nella rete della cultura della morte”. Dopo la rinuncia al “munus petrino” di Benedetto XVI, Schooyans aveva avvertito che “l’ideologia mondana” si stava imponendo anche nella Chiesa.
Solo nel nostro Paese, dal varo della legge 194 del 1978, gli aborti legali, hanno superato abbondantemente i 6 milioni. (Quanto gli ebrei teoricamente morti durante la Shoah.) Il numero dei matrimoni dal dopoguerra ad oggi, è in costante e irreversibile diminuzione. Lo sdoganamento del sesso come semplice “attività ludica”, oltre al costante impoverimento del ceto medio, ha causato in tutto il mondo occidentale e nel ns. paese in particolare un forte calo della natalità. Nel 2021, secondo gli ultimi dati ISTAT, i nuovi nati sarebbero cerca 400.000, portando il numero medio di figli per donna, ad 1,18, un tasso di natalità fra i più bassi del mondo. E questo anche grazie all’immigrazione, perché se andassimo ad analizzare solo i figli nati da coppie con entrambi i genitori italiani, i dati sarebbero ancora più drammatici. Ma anche il tanto decantato apporto dell’immigrazione sta già perdendo efficacia. l'”integrazione” e la povertà portano anche le donne straniere ad adattarsi progressivamente alle statistiche. In un contesto di nascite decrescenti prosegue e si rafforza l’aumento dei nati fuori dal matrimonio, nel caso di genitori entrambi italiani i nati fuori del matrimonio raggiungono il 43%. L’evoluzione della fecondità di periodo è fortemente condizionata dall’età delle donne, in Italia l’età media in cui si diventa madri è di 32 anni. Secondo i dati ISTAT, già citati relativi al 2021, la popolazione totale del nostro paese, compreso gli immigrati regolari è di 59,11 milioni.
96 anni fa, il 26 maggio 1927, Benito Mussolini, Duce del Fascismo pronunciò un discorso passato alla storia come Discorso dell’Ascensione: “Tutte le Nazioni e tutti gli imperi hanno sentito il morso della loro decadenza, quando hanno visto diminuire il numero delle nascite (..) Qualche inintelligente dice: siamo in troppi. Gli intelligenti rispondono: siamo in pochi. Affermo che, dato non fondamentale ma pregiudiziale della potenza politica, e quindi economica e morale delle Nazioni, è la loro potenza demografica» L’Italia, per contare qualcosa, deve affacciarsi sulla soglia della seconda metà di questo secolo con una popolazione non inferiore di 60 milioni di abitanti.” Il tutto in un’epoca in cui il livello delle nascite raggiungeva ancora il ragguardevole livello di 27,5 per ogni mille abitanti. Il regime fece così della questione demografica uno dei tratti centrali della sua politica, perché sconfiggere la prospettiva del calo della natalità rappresentava la precondizione per fare dell’Italia una potenza economica e militare, sullo scacchiere geopolitico. Nel 1937 furono varati provvedimenti per sostenere direttamente o indirettamente la natalità e creato l’Ufficio centrale demografico a cui venne assegnato il compito dell’organizzazione della politica demografica.
Il fascismo legiferò molto in questa materia sia con misure contributive, dirette al sostegno del matrimonio e della famiglia, prevedendo incentivi che rendevano vantaggiosa la prolificità delle coppie, ma anche con misure fiscali, come “l’imposta sul celibi”, oggi diremmo “single”, entrata in vigore il 13 febbraio 1927. Successivamente, e fino ad oggi, sono state varate leggi e emessi provvedimenti che direttamente o indirettamente hanno avuto un impatto demografico, ma sempre al di fuori di un disegno organico, per cui se si escludono le disposizioni contenute nelle “lex Julia” e “lex Papia Poppaea”, emesse da Augusto rispettivamente nel 18 a.C. e nel 9 d.C., che costituiscono un dispositivo natalista senza eguali nella storia dei popoli, quella del regime fascista rimane l’unico esempio di seria politica demografica realizzata in Italia.
E mentre nel governo si cercano soluzioni per aumentare la demografia, senza ritrovarsi in una vera e propria “sostituzione etnica”, (la famosa e fumosa “battaglia del ventre” di Fallaciana memoria), come ogni anno dal 1957 il 14 maggio si è celebrata la “festa della mamma”, un misto fra festività sacra, (inizialmente fu festeggiata l’8 maggio, in concomitanza con la commemorazione della Madonna del Rosario di Pompei,) e festa profana, dove i bambini offrono in regalo alle loro madri, disegni o altri lavoretti, spesso realizzati a scuola. O almeno è stato così sino ad oggi, perché quest’anno la “Control”, storica ditta specializzata in profilattici e “sex toys”, lancia una campagna pubblicitaria dedicata a tutte le mamme. «La mamma non si tocca….o forse si..” originariamente pensata su mega cartelloni raffiguranti una donna (presumibilmente mamma) in primo piano, occhi e labbra schiusi, e dalla parte opposta un vibratore di colore rosa. Le affissioni sono state (per fortuna) bloccate, ma la campagna ha avuto comunque diffusione attraverso i canali social dell’azienda e dell’agenzia di comunicazione “Together”, autori della campagna ribattezzata ‘“’Happy Mothers’ Day’ (il giorno delle mamme felici), che tengono a spiegare: “vogliamo lanciare un messaggio di “liberazione” del piacere femminile dai tabù che lo accompagnano.”
La stampa sinistra grida alla censura, per il divieto di affissione, di manifesti cosi “delicati”, che invitano i bambini a regalare dildo a mammà, (mi aspetto una replica anche per la festa del papà, magari con un sex toys blu). Nel frattempo sulla pagina di “Repubblica”, un post ci invita alla riflessione: “Bisognerebbe intanto capire che fare figli non è da tutte, che non tutte hanno quest’estro, che forse la storia della maternità è una invenzione tanto per farle stare zitte, e che i veri appassionati siano invece gli uomini (..)”
Con questi precedenti, la politica demografica italiana avrà sicuramento successo. Forse l’idea Mussoliniana (e Augustea), di una tassa al celibato potrebbe essere aggiornata, ripristinandola ed estendendola anche al nubilato. Una tassa mensile che probabilmente non porterebbe ad un aumento di natalità, ma sicuramente ad un extra gettito fiscale, tale, che non avremo più bisogno dell’elemosina del PRR.
Per i “creativi” di “Together”, e i dirigenti di “Control”, nessun risentimento, sicuramente l’uso di sex toys per le loro mamme sarà propedeutico ad evitare gravidanze indesiderate inattese, smentendo il detto popolare. “La mamma dei cretini è sempre incinta”.
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