La rivoluzione conservatrice di Adriano Romualdi [14]
L’Operaio non è il rappresentante di una classe in senso marxista, ma un nuovo tipo umano, una figura, una Forma (Gestalt) che raggiunge un grado di dis-individualizzazione di cui solo i grandi Ordini monastici e militari sono stati capaci e quale la tecnica, sia in guerra sia in pace, può risvegliare.
È un “tipo” che può inquietare i custodi dell’umanesimo democratico, borghese e/o socialista, ma tanto più sarà cinico, prussiano, spartano, e meglio sarà. Si tratta, per Jünger, di ridestare valori spirituali fondati sul sacrificio, sul coraggio, sulla serietà, sul rifiuto della cultura borghese da salotto a favore di una cultura organica delle epoche antiche. Questa nuova élite prenderà il potere attraverso un partito unico selezionato, un Ordine “coscienza armata dello Stato”.
Appare evidente che tra tutti i rivoluzionari conservatori, Jünger è quello più vicino al nazionalsocialismo che cercò di guadagnarselo con un mandato parlamentare per inserirlo nei ranghi come “intellettuale fiancheggiatore”. Jünger e altri inaugurarono invece la cosiddetta emigrazione interna.
Basti pensare a Io resto prussiano di Ernst von Salomon o Sulle scogliere di marmo dello stesso scrittore. In genere ciò che desta il rifiuto del movimento hitleriano nei rivoluzionari conservatori è il conformismo di massa imposto dal nuovo regime; l’eliminazione degli avversari politici e in particolare dell’ala rivoluzionaria delle SA; la persecuzione degli ebrei, anche di quelli “nazionali”.
Essi non cambieranno fronte, ma – ovviamente tra loro e non pubblicamente – accusano Hitler di tradire le speranze, gli entusiasmi e le energie del nazionalismo tedesco; è la reazione di von Salomon al discorso radiofonico di Hitler che annunciava la notte dei lunghi coltelli; è la disillusione di Gottfried Benn, inizialmente sostenitore del nuovo regime e poi messo a tacere in quanto artista “degenerato” e che si arruola come medico nella Wermacht come forma di emigrazione interna, continuando però a compiere il proprio dovere di tedesco. La stessa intenzione di Jünger, distaccato al Comando dell’esercito a Parigi.