Questa settimana non starò a parlarvi della situazione politica, certo che altre penne di questo giornale lo avranno già fatto esaustivamente, voglio rimanere su un tema solo apparentemente più frivolo ed adatto ad una lettura sotto l’ombrellone, “La scomparsa della musica”.
Come spiegato in maniera molto più articolata nel libro di Antonello e Renzo Cresti “Musicologia col Martello” (Novaeuropa Edizioni ) la musica oggi ci viene sottratta per sovresposizione. Ovunque andiamo, centri commerciali, barbieri, anche in alcuni bagni pubblici, vi è sempre un sottofondo musicale, la musica è ormai ridotta a brusio, un brusio che ti sussurra sempre e solo quella che è oggi l’unica funzione concessa dal liberismo ad ognuno di noi, essere consumatori.
Ma la musica non è questo, 50 anni fa si teneva a Bethel, una piccola città rurale nello stato di New York la fiera della musica e delle arti, meglio conosciuta con il più semplice “festival di Woodstock”, fu l’apice della diffusione della cultura hippie che da allora si diffuse anche fuori dagli USA. La musica era vista come mezzo per una liberazione dai ceppi di una società patriarcale. In Italia dopo il fallimento delle giornate di Valle Giulia, che vide giovani di sinistra e di destra combattere uniti contro il sistema, la protesta giovanile fu inglobata unilateralmente dalla Sinistra, nel 1970 un gruppo di intellettuali di estrazione socialista, fra i quali Andrea Valcarenghi darà alle stampe “Re Nudo” una delle principali riviste italiane dedicate alla controcultura. La rivista diffonde in Italia informazioni e tematiche proprie della cultura underground internazionale: musica, droghe, sessualità.
La redazione è fortemente critica nei confronti dell’area più settaria e politicizzata del movimento studentesco. Nel corso degli anni settanta Re Nudo si fa promotore di una serie di raduni pop, lanciando lo slogan “facciamo che il tempo libero diventi tempo liberato”, in controtendenza con il disinteresse della sinistra extraparlamentare nei confronti della musica. Il primo di questi raduni si svolse a Ballabio nel 1971, nel 1972 si svolse il secondo raduno a Zerbo, nel 1974 si sposta a Milano, presso il Parco Lambro; l’evento, richiama migliaia di spettatori. Si avvicendano sul palco: Perigeo, Alan Sorrenti, Area, P.F.M., Battiato, Acqua Fragile, Biglietto per l’inferno, Stormy Six, Angelo Branduardi. Nel 1975 saliranno sul palco tra gli altri, Area, Stormy Six, Claudio Rocchi, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Franco Battiato, Antonello Venditti, e Giorgio Gaber, al carrozzone aderiranno anche Lotta Continua, Avanguardia Operaia e PDUP (Partito di Unità Proletaria).
Nel 1976, si tenne l’ultima, travagliata edizione del festival, cui partecipano più di quattrocentomila persone. Una edizione segnata da problemi di ordine pubblico, con saccheggi e scontri tutti interni alle varie anime della sinistra, femministe e omosessuali furono oggetto di violenza. Parte del mondo giovanile all’interno del M.S.I. cercò di trasportare a destra le esperienze sociali e musicali di re Nudo, fra il 1977 ed il 1981 il Fronte della Gioventù diede vita a 4 raduni denominati “Campo Hobbit”, in omaggio al mondo mitologico che anima i racconti di J. R. R. Tolkien. Gli ispiratori dei campi furono Marco Tarchi e Generoso Simeone, che cominciarono ad elaborare teorie “movimentiste”, più vicine alla realtà giovanile.
Il Primo Campo organizzato da Generoso Simeone, si tenne dall’11 al 12 giugno 1977 a Montesarchio, in provincia di Benevento, in un campo di calcio, battuto da un sole cocente. L’idea era quella di radunare dei militanti per mettere in comune le iniziative “metapolitiche” che serpeggiavano da qualche anno nell’ambiente: musica, radio, grafica e temi sociali quali condizione della donna ed ecologismo, che non erano trattati dal partito. In questo campo, fra il tradizionale campo paramilitare ed il festival giovanile, a farla da padrone fu la musica, fra i gruppi a suonare in concerto vi furono, gli Amici del Vento, La Compagnia dell’Anello, Roberto Scocco e gli Janus; è la nascita della cosiddetta Musica Alternativa. Oltre 2000 partecipanti diedero vita ad un interscambio di esperienze, di idee e proposte del tutto alternativo alle circolari di partito.
Il secondo campo nel 1978 si tenne a Fonte Romana di Pacentro, in Abruzzo, sul palco, Fabrizio Marzi, Renato Colella, La Compagnia dell’Anello, gli Janus e Massimo Morsello. Il terzo Campo nel 1980 si tenne a Castel Camponeschi sempre in Abruzzo, nella suggestiva cornice di un vecchio borgo disabitato, ad esibirsi anche il francese Jack Marchal. Il quarto campo del 1981 ebbe una natura radicalmente diversa dai precedenti essendo associato ad una spedizione di soccorsi in seguito al terremoto dell’Irpinia del 1980, fu privo di musica.
La musica è sempre stata arma di diffusione di idee, aggregazioni e ribellione soprattutto giovanile, oggi la musica non è più in grado di svolgere questo ruolo, non parliamo della qualità proposta, ma del messaggio che questa propone, una società liquida, massificata, egalitaria, dove i testi perdono significati e vengono usati esclusivamente per ritmica, o peggio, dove presenti, come ad esempio nella musica Trap, in un linguaggio solo apparentemente alternativo, pur parlando come tradizione di “Sesso droga e rock and roll” ne snaturano l’essenza rivoluzionaria, il sesso con buona pace delle veterofemministe della porta accanto viene citato solo come atto fine a se stesso, sganciato da ogni coinvolgimento emotivo, le droghe non sono intese come alterazione delle percezioni, e mezzo di creazione artistica come nella Beat generation, ma solo come merce.
Dato distintivo dei “musicisti” di oggi l’uso di abiti griffati e dell’ostentazione dei beni materiali come unico fine della vita. Comunque adesso vado a vedermi “Liberation Day” il film sul concerto dei Laibach a Pyongyang.