Lazio e Lombardia al voto

 

Lazio e Lombardia al voto

Non lo sa nessuno che si vota in queste due importanti regioni. Ormai le elezioni in Italia sono una questione per pochi intimi: questo è il risultato della partitocrazia imposta dalla legge costituzionale.

Forse c’è qualcosa da rivedere prima di tutto sul piano del coinvolgimento partecipativo perché, evidentemente, i partiti non rappresentano più dei validi strumenti di mediazione tra i cittadini e le istituzioni. Inoltre c’è una totale ignoranza da parte dei cittadini di cosa voglia dire senso civico.

Se a questo aggiungiamo la pressoché totale maleducazione imperante ci rendiamo conto del fallimento della società come è stata impostata dopo decenni di falsa libertà, di consumismo e di distruzione del diritto naturale.

Questo significa sicuramente il fallimento della famiglia come centro di educazione e formazione, ma anche e soprattutto il fallimento di tutte le istituzioni preposte alla formazione sostanziale delle persone a partire dalla scuola per finire anche alle istituzioni religiose ed in particolare alla chiesa cattolica.

D’altra parte la scuola italiana è stata privata della sua natura formativa tesa a concretizzare in ognuno una forte capacità di analisi premessa fondamentale per sviluppare il senso critico, ormai questa istituzione cerca di produrre (mai verbo fu più “azzeccato”) solo consumatori compulsivi privi di personalità e con un’identità labile che rende facile la manipolazione e l’asservimento. Ho sentito dei giovani dichiarare che le nuove frontiere delle libertà democratiche consistono nel poter scegliere a proprio piacimento il sesso cui appartenere.

Un tempo dichiarazioni di questo genere erano confinate nelle amenità prive di senso, ma oggi, nella società liquida e priva di riferimenti in cui viviamo, vengono esaltate a livello di battaglie sociali e chi si lascia andare a queste depistanti ed antinaturali affermazioni presta il fianco al potenziamento della costruzione delle nuove forme di schiavitù cui ci vogliono obbligare attraverso la digitalizzazione selvaggia, l’abolizione del contante e la distruzione delle identità.

La politica ormai non esiste più, ci sono solo alcune minoranze per lo più animate dalla mediocrità che scambiano la politica con la tifoseria; questa tifoseria, poi, non è riferita alle idee o alle ideologie, della morte delle quali ci vogliono convincere, ma è riferita a persone, che vengono costruite, montate e propagandate e, se serve, demolite dal sistema dei “media”, asserviti totalmente al potere transumano della finanza apolide, che propagano a piene mani falsità  e menzogne spacciandole per verità assolute.

In questo meccanismo perverso l’essere umano e la natura sono le grandi vittime.

Stiamo assistendo ad un decadimento senza limiti. Basti dare un’occhiata a quanto accaduto ieri sera al festival di Sanremo; una vetrina internazionale dell’Italia. Roba da vergognarsi!

Io non l’ho visto ma ho letto alcuni brevi commenti: illustri sconosciuti che, se hanno studiato qualcosa, l’hanno fatto con scarso profitto in questa scuola degradata di cui abbiamo parlato sopra, vengono fatti parlare, magari con la presunzione di insegnare qualcosa, senza capire nemmeno quello che dicevano ricalcando tutti i luoghi comuni del pensiero conforme e corretto secondo i dettami del loro padrone.

Il migliore di tutti, nel senso del servilismo ai nuovi padroni del mondo, è stato benigni che non solo ha decantato gli articoli della costituzione che sono stati in questi ultimi anni oltraggiati ed offesi dai governi che si sono succeduti (basti pensare alle chiusure, senza motivo, cui siamo stati costretti, all’obbligo di vaccino, le cui drammatiche conseguenze stiamo osservando nell’attuale assordante silenzio dei mentitori di regime, giorno dopo giorno con l’aumento impressionante di nuove malattie e morti improvvise in persone sane) ma continua imperterrito a fomentare l’odio fra gli Italiani a quasi 80 anni dalla fine della guerra, non capendo che se vogliamo tornare ad essere un popolo libero dobbiamo unirci in una nuova e più forte identità che nasce dalla nostra storia, tutta, e dalla nostra stupenda cultura.

Dobbiamo capire queste cose semplici per uscire da questa mediocrità asfissiante.

Per questo domenica e lunedì andiamo a votare per le persone che hanno capito tutto questo e che possono insieme a noi continuare la battaglia partendo dai territori. Individuarli è molto difficile ma nel Lazio, nel collegio di Roma e provincia l’abbiamo individuato.

È Bruno Laganà nella lista della Lega. Votiamolo e facciamolo votare. Usciamo dalle tifoserie e votiamo per il futuro dell’Italia.

 

Immagine: https://www.elementari.net/

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