Ci sono delle strane manovre in giro la cui interpretazione non è facile. Improvvisi ritorni di rigurgiti di antifascismo in assenza di fascismo che servono come chiari depistaggi dal vero nemico che non sono né la Meloni, né la Schlein, utilizzate ormai come controfigure da parte di uno scontro di potere che si svolge altrove, sui tavoli che contano, mentre noi Italiani continuiamo a farci affabulare con le false teorie dei cambiamenti climatici causati dall’uomo e dai suoi stili di vita, così come ci stiamo facendo massacrare lentamente senza reagire, da quell’immondo siero, falsamente chiamato vaccino anticovid, che a nulla è servito se non a distruggere o indebolire, a molti di noi, il sistema immunitario.
Ci stanno convincendo con il solito metodo delle paure indotte a cambiare il nostro sistema di vita, a cambiare le nostre scelte per interessi altrui, sicuramente non nobili, spacciandoci per energia pulita e non inquinante l’utilizzo esclusivo di batterie al litio, ultimo ritrovato per le cosiddette auto elettriche. Peccato che si dimentichino di dirci, ma ce lo racconta la cronaca quotidiana, che queste batterie sono pericolose per la loro facilità a prendere fuoco, tra l’altro un fuoco difficile da estinguere.
Nessuno ci racconta quanto sia inquinante produrre il litio e tutte le terre rare, che servono per queste batterie, ci parlano solo della CO2 e ci propinano sciacquette da quattro soldi, piangenti o urlanti, che sproloquiano di cambiamenti climatici zittendo scienziati e premi Nobel, con la complicità di alcuni imbonitori televisivi e non, che si definiscono giornalisti.
Che ci importa, questo inquinamento avviene in Cina, lontano da noi, è la stupida risposta di questi ecologisti da accatto. Dimenticando che queste batterie ormai numerose dovranno essere smaltite all’atto del loro esaurimento e si proporrà un enorme problema ambientale che ci riguarderà molto da vicino. Oppure pensiamo di continuare ad usare l’Africa come pattumiera del mondo e patria dello sfruttamento, salvo poi piangere per i bambini che muoiono di fame e di nuove strane malattie in quella importante parte del mondo che, per fortuna, al contrario di noi Italiani, si sta risvegliando e sta cercando di riprendere in mano le sorti del proprio destino. La coscienza poi ce la laviamo facendo donazioni e lasciti a quelle ONG che dovrebbero curare i mali del mondo ma che in effetti, in molti casi, sono proprio espressione economica di chi veramente dovrebbe essere il nemico da abbattere, la causa prima di tutte queste brutture.
Ma questo è il vero nemico ed in Italia osserviamo il sorgere di grandi manovre che sono e restano sempre il depistaggio sistematico dai veri obiettivi politici. Nessuno parla con chiarezza, nessuno appare in buona fede, sono tutti strumenti che ci obbligano ad occuparci di cose che non sono il male principale, a dividerci in tribù o in tifoserie contrapposte e distoglierci da quanto di ignobile stanno scaricando sulla nostra amata Italia.
Ecco che la morte di una giornalista, la cui fama è stata costruita dai soloni del pensiero unico dominante, diventa elemento per rinfocolare odio contro chi la pensa diversamente; ecco che il libro, bello o brutto che sia, di un generale in servizio dei paracadutisti (corpo che nell’ultima sentenza sulla strage di Bologna depositata il 5 aprile 2023 viene definito “corpo al quale, si consenta di azzardare, accedono spesso soggetti simpatizzanti per le idee di estrema destra” pag. 1.334) – che insieme a teorie di sistema cerca di ristabilire verità banali su alcune questioni che sparute minoranze, al servizio del pensiero unico, cercano di imporre le loro devianze come normalità – diventa un perno, ovviamente depistante, dai veri temi del dibattito politico; ecco che dal cilindro del mago esce nuovamente il baldo e, purtroppo, indimenticabile Amato che tira fuori la storia nota a tutti del conflitto nei cieli Italiani tra aerei stranieri che causò l’abbattimento di un aereo civile dell’Itavia con oltre 80 morti ed il conseguente fallimento della compagnia aerea, ma dimentica che, per coprire queste notizie che iniziavano ad uscire sui giornali a fine luglio del 1980, alcuni uomini dello Stato organizzano, quello che sarà punito solo come depistaggio, la strage di Bologna, che, guarda caso, proprio in questo periodo, grazie alla dabbenaggine, speriamo casuale, ma ci credo poco, di un dipendente della regione Lazio, porterà ancora una volta un Presidente della Repubblica Italiana a parlare di strage fascista , cosa già fatta in passato e di cui si erano scusati.
Lo sfruttamento ai fini politici attraverso il clamore sul niente, su cose ovvie e banali e su fatti già da tempo noti e taciuti è casuale o frutto di una strategia che esula dai personaggi stessi? Siamo alla vigilia di nuovi sistemi di cattura del dissenso, cosa già riuscita molto bene a Grillo in passato o c’è qualcosa di molto più grave che ci sta per cadere addosso? Il depistaggio fa sempre comodo, non ci facciamo distogliere, barra dritta.
Il sistema è in crisi e tutti questi episodi fanno paura perché sembra rispondano ad una regia di depistaggio unica. Per fare cosa? Per arrivare dove?
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