Ci stiamo abituando a tutto, ci stanno facendo di tutto e nessuno nelle istituzioni e nella magistratura prende posizione.
Il presidente Mattarella continua a tacere. La giustificazione di questi comportamenti è l’epidemia, che c’è, è vero, ma perché l’informazione è così confusa e contraddittoria? Perché continuano a dare numeri la cui realtà è, quanto meno, discutibile?
Perché i provvedimenti restrittivi delle nostre libertà fondamentali? Dovremmo restare liberi di muoverci, o veramente vogliamo arrivare alla caccia all’untore.
Tutto a causa di un governo di incapaci che, per la prima volta dalla fine della guerra, vuole infierire sul nostro popolo, ammorbidito dalla paura del contagio.
Perché la sera non devo poter uscire ed il giorno sì? E’ forse un virus vampiro che di notte si sveglia e di giorno invece dorme o è una norma demenziale.
A me piace muovermi liberamente, intrattenere rapporti, abbracciarmi con le persone care, poter incontrare chi voglio, in qualsiasi ora del giorno e della notte.
Tutti gli impedimenti alle relazioni sociali sono veramente una follia. L’importante è che ognuno rispetti il modo di vivere dell’altro: solamente, quel demente, che si autodefinisce giornalista, solo perché fa il lecchino del potere, poteva augurarsi che chi vuole liberamente confrontarsi anche con il contagio, pur di rivendicare il proprio diritto a vivere, morisse.
Il fatto però che mi fa impressione è questa volontaria assuefazione alla perdita di libertà, senza aver commesso un crimine e soprattutto in presenza di una narrazione dell’epidemia che non è chiara e non è sincera.
Non chiedo atti di ribellione, ma mi attendo azioni di civile protesta ed in particolare mi auguro che qualcuna delle istituzioni si preoccupi attivamente delle lesioni della tanto decantata carta costituzionale.
Invece silenzio, aberrante silenzio.
Allora usiamo il silenzio per protestare, sediamoci nelle piazze importanti delle nostre città, distanziati due metri l’uno dall’altro, con la museruola, detta mascherina, per ore, facciamo che le nostre città i nostri centri storici sembrino morti, non solo di notte ma anche di giorno.
D’altra parte è questa la nostra fine: la morte civile per lo sfruttamento, da parte di alcuni venduti, di un virus la cui letalità è di gran lunga inferiore al tumore.
La morte è la fine ultima di tutte le vite, la morte civile per non morire è una scelta della volontà umana. Rinunciare alle proprie libertà vuol dire morte civile.
Stiamo perdendo le nostre libertà per non morire, e fin qui peggio per chi accetta; ma è grave, anzi gravissimo che per queste scelte scellerate del governo e dei sedicenti scienziati stiamo distruggendo la nostra comunità nazionale, che, per ciò che ha prodotto nei secoli, dovrebbe essere motivo di orgoglio per tutti noi e soprattutto dovrebbe essere preservata e potenziata.
Solo, con un vero senso comunitario potremo tutelare le nostre libertà e riconquistarci il futuro.