Le ragioni di Kirill

 

Le ragioni di Kirill

Mosca marzo 2022, in occasione della “domenica del perdono”, che nel calendario giuliano precede l’ingresso nel tempo liturgico della Quaresima, il patriarca ortodosso di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha parlato ai fedeli riunitisi per la liturgia della purificazione, spiegando i motivi dell’operazione militare speciale contro l’Ucraina, adducendo fra le motivazioni una constatazione di carattere metafisico che ha sconvolto l’occidente: “c’è un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale». Per capirlo basta un test, di verifica dell’appartenenza all’impero (..) La prova semplice e terribile al tempo stesso è l’accettazione o il rifiuto di organizzare un gay Pride: se si dice no, allora si diventa estranei e rifiutati da quel mondo. (..) Chi resiste subisce repressioni. Si vuole cioè «imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi» costringere le persone alla «negazione di Dio e della sua verità».  Chiaramente le motivazioni sono altre e di carattere geopolitico, ma il concetto espresso da Kirill contiene una triste verità.

Il 30 giugno 2013 Vladimir Putin, firma un decreto legge proposto da Yelena Mizulina, conosciuta in occidente come “legge sulla propaganda gay”, in realtà emanata: “per lo scopo di proteggere i minori dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia”, legge approvata all’unanimità dalla Duma. Lo scopo dichiarato del governo russo è quello di proteggere i bambini dall’essere esposti all’omonormatività (l’idea che presenta l’omosessualità come una questione normale nella società), in quanto in contrasto con i valori tradizionali della famiglia. La legge non punisce le relazioni omosessuali, ma punisce la: “propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali”.  La legge ovviamente è stata immediatamente condannata dalla commissione del Consiglio d’Europa, dal Comitato delle Nazioni Unite, da Amnesty International e dalle comunità LGBT. Già nell’agosto 2012, Mosca aveva confermato una sentenza che blocca le richieste del “Moscow Pride” per 100 anni.

Secondo un sondaggio condotto nel giugno 2013 dal VTsIOM (Centro russo per lo studio dell’opinione pubblica) il 90% dei russi intervistati era a favore della legge. Su iniziativa di Larry Jacobs, direttore del “World Congress of Families” più di 100 gruppi conservatori in tutto il mondo firmarono una petizione a sostegno della legge.

Nell’agosto 2013, il ministro dello sport russo Vitaly Mutko ha difeso la legge dicendo che era come proteggere i bambini da contenuti che glorifichino, l’abuso di alcool la prostituzione o la tossicodipendenza.

In Ucraina nel 2019 fra un bombardamento e l’altro alle città separatiste del Dombass Volodymyr Zelens’kyj viene eletto Presidente dopo una campagna elettorale basata su alcuni importanti punti, fra cui, l’entrata nell’unione europea e nella Nato, la legalizzazione di cannabis e prostituzione e ampi diritti alle comunità LGBT. Del resto le comunità LGBTQ+ sono state attrici primarie anche nelle manifestazioni di “Euromaidan” che portarono al colpo di stato del 2013 contro Viktor Janukovyc, come rivendicato da Andrii Kravchuk, attivista del Centro LGBTQ+ Nash Svit di Kiev. “Molti attivisti lgbtq+ che hanno un’esperienza di partecipazione alle manifestazioni Euromaidan si stanno unendo alle forze di difesa territoriale (..) le persone LGBTQ+ che hanno prestato servizio nell’esercito sono pronte a tornarci”.

Nel febbraio 2014, in coincidenza con le cerimonie di apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi il gruppo attivista “Queer Nation” ha tenuto una protesta davanti al consolato russo di New York. Lo stesso giorno, il gruppo per i diritti gay “All Out” ha coordinato allo stesso modo le proteste in tutto il mondo a Londra, New York, Parigi e Rio de Janeiro, nelle manifestazioni coppie dello stesso sesso si abbracciavano e baciavano, come parte di un progetto video noto come “Dalla Russia con amore”. Su Modello della legge Russa nel dicembre 2015 la SARFT, (amministrazione statale della stampa, della pubblicazione, della radio, del cinema e della televisione) della Repubblica popolare cinese ha annunciato un nuovo regolamento che vieta qualsiasi programma televisivo e film che descrivesse “relazioni sessuali non morali”. Una legge simile è stata approvata anche in Ungheria, con la legge XVI, paragrafo 1, della Costituzione ungherese, introdotto nel 2020, che recita: «Ciascun bambino ha il diritto alla protezione e alle cure necessarie per il suo sviluppo fisico, mentale e morale. L’Ungheria deve proteggere il diritto dei bambini alla propria identità, che corrisponde con il loro sesso alla nascita, e assicurare un’educazione che sia in accordo con i valori costituzionali e la cultura cristiana del nostro Paese». Con il rifiuto del premier ungherese Viktor Orban appena rieletto con oltre il 70% dei voti, a sottostare alle sanzioni contro la federazione Russa, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ha usato l’approvazione di questa legge considerata: “lesiva dei diritti della comunità Lgbt” per bloccare oltre un miliardo di Euro del Recovery Plan spettanti all’Ungheria.

Nel Frattempo Svezia e Finlandia paesi confinanti con la federazione Russa da sempre considerati stati “neutrali” chiedono con un perfetto tempismo l’adesione alla Nato.

Al governo di entrambe lei nazioni due donne Socialdemocratiche, vicine alle politiche statunitensi ed alle battaglie LGBTQ+. In Svezia Magdalena Andersson, classe 1967, primo Ministro dal novembre 2021. Precedentemente è stata ministra delle finanze nei governi Löfven I, II e III, diplomandosi in scienze sociali alla Katedralskolan di Uppsala nel 1987 ha conseguito una laurea in Economia nel 1992, dal 1995, ha studiato presso l’Università di Harvard.

La Andersson prima donna alla guida della Svezia, ha nominato ministro della scuola Lina Axelsson Kihlblom a sua volta il primo ministro transgender nella storia di tutta la scandinavia.

Il Primo ministro Finlandese invece è Sanna Mirella Marin classe 1985 a capo della Finlandia dal 10 dicembre 2019, con i suoi 37 anni, è fra i più giovani premier del mondo e si candida a il simbolo dei diritti civili arcobaleno europei.

Figlia di una coppia omogenitoriale, non ha mai nascosto la sua infanzia vissuta insieme a due mamme e si è sempre impegnata per difendere i diritti degli omosessuali. La Marin ha dichiarato che essere figlia di una famiglia arcobaleno è una caratteristica fondamentale della sua personalità e della sua ideologia.

Dal fronte delle sanzioni, fra i brand che decidono di “punire” la Russia per la (secondo loro) invasione dell’Ucraina, anche la Walt Disney Company, prende una posizione netta, insieme ad altre case cinematografiche quali Sony e Warner Bros la compagnia di Topolino ha deciso infatti di bloccare l’uscita dei suoi film e di altri contenuti multimediali in Russia e Bielorussia.

A prendere tale decisione Karey Burke attuale presidente della “Disney General Entertainment Content”, classe 1966 fiera attivista LGBTQ+, sostiene di essere madre di due bambini «queer», nello specifico uno transgender e uno pansessuale. Nel frattempo, il responsabile Disney per la “diversità e l’inclusione” (sì, esiste una tale figura professionale), ha fatto sapere nel corso di una conferenza stampa che nei parchi a tema della Disney agli addetti sarà vietato rivolgersi ai visitatori con «signore e signori, e/o ragazzi e ragazze»,  ma con i più gender/neutri «sognatori» e/o «amici». A margine dello stessa conferenza il produttore esecutivo all’animazione Latoya Raveneau ha sottolineato gli sforzi inclusivi della Disney, dichiarando con toni enfatici che entro il 2022 almeno la metà dei personaggi delle produzioni Disney dovranno rappresentare la comunità LGBTQ+. Il primo bacio gay sarà inserito nel nuovo film di animazione “Lightyear – La vera storia di Buzz,” dedicato all’omonimo personaggio dell’universo di Toy Story. Come scritto precedentemente ridurre, una complessa azione geopolitica e  militare  a divergenze nella gestione della sessualità, sarebbe riduttivo, ma è innegabile che nell’occidente unipolare a trazione statunitense, l’accettazione acritica di ogni norma LGBT friendly, sia un rito di passaggio per essere accettati, il Patriarca Kirill lo ha reso evidente di fronte ai fedeli ortodossi, evidenza palese anche per l’Islam e tutte le altre religioni, tranne quella Giudaico/Massonica travestita da cristianità occidentale.

Immagine: https://www.globalist.it/

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