Le rivoluzioni “scolorite”

 

Le rivoluzioni “scolorite”

Volevo intitolare questo mio pezzo settimanale “Parigi Brucia”, come il film del 1966 diretto da René Clément, ispirato all’omonimo libro di Larry Collins e Dominique Lapierre, poi mi sono accorto che avevo usato quel paragone cinematografico più volte, la Francia in realtà, sta bruciando da anni. Novembre 2018, dopo le prime tiepide proteste contro l’aumento dei prezzi del carburante e l’elevato costo della vita, provocato delle riforme fiscali del governo, nasce in Francia un movimento spontaneo di rivolta rinominato “mouvement des gilets jaunes”, (movimento dei gilet gialli), che prende il nome dal giubbotto catarifrangente usato dagli automobilisti in caso di incidenti stradali, e dai lavoratori nei cantieri, ed assunto a simbolo della classe lavoratrice. I manifestanti chiedono l ‘annullamento delle imposte sui carburanti, l’aumento del salario minimo di 100€ al mese, il blocco delle tariffe per le bollette dell’elettricità, l’eliminazione delle tasse sugli straordinari, e l’attuazione di referendum d’iniziativa popolare.

Per oltre 4 mesi le maggiori città Francesi sono state poste sotto assedio, con uso di molotov, negozi saccheggiati. Si calcola che i manifestanti scesi in piazza, siano stati oltre tre milioni. Danni materiali stimati oltre 200 milioni di euro, migliaia di cittadini finiti in carcere, caserme incendiate, ed un bilancio di 12 morti e numerosi feriti fra manifestanti e forze dell’ordine, che non hanno lesinato cariche e pestaggi, non solo tollerati, ma ordinati direttamente dal Governo. Estate 2021, i “gilets jaunes”, sono di nuovo in piazza, da Parigi, a Lione, da Marsiglia a Tolosa, questa volta insieme a comuni cittadini contrari all’obbligo del Green Pass, ed alle restrizioni alle libertà personali imposte dalle norme anticovid. Di nuovo centinaia di feriti e dura repressione da parte delle autorità. 2 marzo – 10 aprile 2022 questa volta ad infiammarsi e non solo metaforicamente sono le strade della Corsica, rivoltatasi contro l'”Occupante” francese per vendicare l’assassinio in carcere dell’indipendentista corso Yvan Colonna. Ad Ajaccio un gruppo di corsi ha tentato di occupare il palazzo di giustizia. a Calvi un gruppo di indipendisti ha attaccato la prefettura, a Bastia si sono svolti episodi di guerriglia urbana con l’uso della repressione armata da parte delle “forze di occupazione” Francesi, che ha portato in ospedale o in carcere centinaia di patrioti corsi. 20 aprile 2023 il Presidente Macron autorizza la riforma dell’età pensionabile con l’innalzamento a 64 anni. Una riforma che colpisce soprattutto coloro che non hanno fatto studi superiori, facendo nuovamente infuriare i lavoratori. Milioni di francesi, in piazza con gli ennesimi attacchi ad istituzioni e atti di guerriglia urbana, sempre sedati con il sangue. Il 27 giugno 2023, alle 8 e 30, due poliziotti in moto fermano un’auto per un controllo a Nanterre, periferia di Parigi. Ci sono tre ragazzi. Il conducente, è un ragazzo diciassettenne di religione musulmana, Nahel, accusabile esclusivamente di guida senza patente, viene intimato di fermarsi armi in pugno, al grido di “fermati o ti spariamo in testa”, impaurito accelera per schiantarsi poco dopo, raggiunto ed ucciso da un colpo di pistola di uno dei poliziotti.

Le “banlieue”, le periferie urbane che circondano le grandi città, con una popolazione spesso di cittadini francesi di seconda e terza generazione, dove regnano povertà e disagio sociale, sono esplose, (come già fecero nel 2005). Tutte le maggiori città della Francia sono state messe a ferro e fuoco, 34 edifici dati alle fiamme. Attaccate una stazione della polizia e una caserma della gendarmeria. Tre feriti gravi tra le forze dell’ordine, bruciate le proprietà di Sindaci ed amministratori locali. A Marsiglia saccheggiata un’armeria. In poche ore altre 2 vittime un giovane manifestante, a Nanterre ed un vigile del fuoco di 24 anni morto mentre stava cercando di spegnere un incendio a Saint-Denis. Più di 1300 i manifestanti arrestati. Per far fronte alle proteste sono stati dispiegati oltre 45mila tra poliziotti e gendarmi. Mobilitato anche l’esercito, le strade delle maggiori città sono presidiate da militari in assetto di guerra e blindati leggeri.

L’occidente che auspicava una guerra civile a Mosca, se la ritrova a Parigi. Di tutto questo i media non parlano, o danno una versione edulcorata e partigiana (intesa come di parte).

E mentre negli ‘U.S.A, del “razzista?” ex presidente Donald Trump, l’uccisione nel 2020, da parte di due agenti di polizia del pluripregiudicato afroamericano George Floyd (10 mesi per rapina a mano armata, 2 anni per spaccio di cocaina, 5 anni per rapina ai danni di una donna incinta), portò l’opinione pubblica a parteggiare per la vittima, alla nascita del movimento “Black Lives Matter”, con tutto il corollario di “mea culpa” imposto al maschio bianco occidentale, e sin anco alla distruzione delle statue del “razzista” Cristoforo Colombo. L’omicidio di un minorenne senza patente nella Francia immigrazionista, del gerontofilo, ex dirigente della Rothschild & Co., Emmanuel Macron, porta l’opinione pubblica ad appoggiare le istituzioni. Per le sinistre Macron è “la democrazia”, argine alla “fascista” amica di Putin Marine le Pen, per la destra, in fatto che la maggioranza degli “attuali” rivoltosi sia di religione islamica, avvalora la tesi del fallimento del modello di integrazione. Personalmente pur rilevando l’innegabile problema “razziale”, ritengo i rivoltosi delle banlieue, al pari di Gilet gialli, no vax, e corsi, principalmente cittadini di serie b, una volta si sarebbero chiamati dispregiativamente “popolino” e ci si sarebbe chiesto perché manifestassero per la mancanza di pane quando potevano mangiare le brioches.

Bisogna avere il coraggio intellettuale necessario per riconoscere che quello che è avvenuto, e sta avvenendo in Francia, è il plateale crollo della visione “occidentale” del mondo. L’occidente materialista, liberista ed “accoglione”, si dimostra un regime totalitario.

Contrariamente da quanto perpetuato per decenni da U.S.A., O.N.U. e NATO, i russi o i cinesi non stanno in alcun modo alimentando ne armando la jacquerie delle banlieu francesi. La repressione delle rivolte in corso, non è stata presa a pretesto dai BRICS per chiedere un intervento umanitario finalizzato a rovesciare il dispotico governo di Macron. A parti invertite, ossia se queste rivolte fossero andate in scena in Russia, Cina, Siria, Iran o Corea del Nord, tutta la stampa di regime avrebbe già chiesto, l’eliminazione del pericoloso dittatore. (Muʿammar Gheddafi fu assassinato per molto meno). La Storia moderna delle rivoluzioni di popolo inizia in Francia, il paese d’oltralpe ha spesso fatto da miccia, per esplosioni che hanno interessato l’intero vecchio continente. Durante le criminali limitazioni delle libertà personali imposte dalle norme anticovid, abbiamo visto, seppur minimizzato dai media, che anche in Europa le fasce più deboli della popolazioni (quelle che hanno meno da perdere) sono disposte a difendere le proprie idee anche con l’uso della forza.

In Austria oltre 40.000 persone invasero le principali città. Nei Paesi Bassi, a L’Aja, Rotterdam, ma anche nella città centrale di Urk e nella provincia meridionale del Limburg, vi furono attacchi simili. In Germania, secondo paese dopo Russia per numero di “no vax” scesero in piazza milioni di persone. Persone ritrovatisi recentemente anche per protestare contro le politiche filo Nato che stanno ulteriormente impoverendo la classe lavoratrice. In Belgio a Bruxelles, 35.000 “no green pass” tentarono di occupare Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea.

In altri scenari queste persone sarebbero state trattate da eroi, i rivoltosi delle banlieue parigine, sono molto simili ai giovani finanziati dall’occidente nelle cosiddette “rivoluzioni colorate”, in Libia, Tunisia, Siria, Iran, ma anche in Ucraina e in tutto il mondo ex sovietico, ma qui, nel nostro continente queste rivoluzioni sono descritte come “Scolorite”, interpretate cromaticamente con un unico colore, il nero, del Fascismo, il rosso del Comunismo, o il verde dell’Islam, senza rendersi conto, che a volte queste provenienze “identitarie”, tendono a scontrarsi, mischiarsi e sovrapporsi, preparando, spero, al di là di fedi o ideologie, ad una nuova “rivoluzione Francese” (ed Europea) fatta dai popoli, contro le elite. L’integrazione forzata voluta dal capitale di altre popolazioni da sfruttare come “esercito industriale di riserva” di Marxiana memoria, si sta dimostrando un errore (spero letale) per la visione unipolare del mondo. Attenti anche noi, a non cadere nello stesso errore e “schierarsi”, solo per la fede o il colore della pelle.

 

Immagine: https://www.dagospia.com/

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