Nella mia visione lo Stato non può essere nemico del popolo, perché ne è il principio organizzativo e quindi espressione della comunità di riferimento. Lo stato, libero da vincoli esterni, non condizionato da poteri estranei alla comunità da regolamentare, né da parte di minoranze interne ostili alla concezione stessa di comunità, non può in alcun modo essere percepito come nemico della comunità stessa.
Invece, mi rendo conto che il nostro stato è nemico della nostra comunità nazionale e di questo, un numero sempre maggiore di Italiani, si sta rendendo conto.
Questa consapevolezza nasce da tante considerazioni che hanno origini antiche ma che solo fatti recenti la stanno rendendo sempre più evidente.
Io da decenni sostengo che l’Italia non è più sovrana in nessun campo e che i suoi capisaldi culturali sono sotto attacco per impedirci di tornare artefici del nostro destino, motore di storia e faro di civiltà.
La nostra libertà come comunità è potentemente inficiata e sull’orlo del collasso finale. I sintomi partono da lontano. Il diktat di pace del 1947, che, nonostante abbiamo assunto il vergognoso ruolo di cobelligeranti, dopo la resa senza condizioni sancita nell’armistizio dell’8 settembre del 43, continua a limitare potentemente le nostre capacità oltre che sul piano militare, nell’economia, nella cultura, nelle infrastrutture, nell’informazione, nella politica estera e nella politica interna. I nostri servizi di sicurezza sono eterodiretti e hanno consentito operazioni anti italiane inimmaginabili. La stessa Costituzione italiana, nata in piena occupazione militare da parte dei nemici anglosassoni, accanto a delle petizioni di principio di alto valore sia sul piano sociale che sul piano del lavoro, ma mai realizzate, ha in sé i germi del fallimento perché costituzionalizza la divisione tra italiani buoni ed italiani cattivi, eleva a valore un semplice e talvolta efficace metodo di governo, come la democrazia, istituzionalizza la partitocrazia, ecc.
Negli anni 50 poi siamo costretti a concedere, con patti bilaterali mai passati al vaglio del Parlamento, 8 basi in territorio italiano alle forze armate statunitensi attualmente attrezzate con oltre 15.000 militari e 5.000 civili armati di tutto punto con missili, carri armati, navi e armi e bombe atomiche.
Chi ha cercato di scostarsi dalle direttive e dagli ordini delle forze occupanti ha fatto una fine drammatica: è il caso di Mattei, di Moro, di Craxi, di Gardini e di tutta la drammatica storia di “mani pulite” di cui sono stati protagonisti attivi nomi comparsi sulle cronache contemporanee come Di Pietro e Davigo.
Sono questi esempi che hanno reso sempre più pusillanime la classe politica e dirigente italiana che ha assecondato la sistematica demolizione del sistema di istruzione e ricerca italiano, copiato e invidiato dal mondo intero (basta leggere le tracce dei temi d’italiano degli odierni esami di maturità per coglierne l’infimo livello raggiunto). Stessa sorte è toccata all’efficiente sistema sanitario lottizzato dalla politica e sopraffatto dal clientelismo. Sempre quella classe politica ha lasciato che si realizzasse il saccheggio sistematico della nostra industria pubblica e ha favorito anche le piratesche operazioni contro l’industria privata, ed ha inoltre reso difficile la vita delle piccole e medie imprese italiane, vera e propria ossatura della nostra forza economica, mediante difficoltà burocratiche, controlli asfissianti e un sistema di tassazione veramente molto dannoso. Il tutto giustificato con la favola del debito pubblico e con l’invenzione dello spread.
Potremmo continuare con la trasformazione del sistema bancario e con la supina accettazione delle infami direttive della UE, con gli attacchi senza risposta adeguata alla nostra agricoltura, ai nostri allevamenti, a tutto ciò che è caratteristico e peculiare per l’Italia anche nel campo alimentare e con la folle introduzione dell’euro, una moneta apolide ma proprietà di privati, anche loro senza patria.
Questo attacco si è sviluppato nei decenni ma pochi capivano che era frutto di una regia esterna e di numerosi tradimenti interni. Pochi capivano che lo stato era diventato nemico. Quelli che lo hanno capito se ne sono andati dall’Italia, siano essi imprenditori o lavoratori e molti di costoro, forgiati dalla vecchia scuola, dalla vecchia cultura e dalle nostre tradizioni, si sono fatti valere nel mondo.
Due fatti però hanno iniziato ad aprire gli occhi agli Italiani, due errori clamorosi frutto della presunzione di poter fare del nostro popolo quello che gli pareva.
Due eventi drammatici che hanno fatto togliere la maschera ai traditori: la pandemia, con la falsa narrazione ed il criminale utilizzo di vaccini e lascia passare verdi, e l’alluvione dell’Emilia, creata ad arte per l’incapacità di gestire le dighe, per la scellerata scelta di far credere alla presenza della siccità in Italia, per la nuova bufala dei mutamenti climatici dovuti all’inquinamento umano, sempre per il nostro controllo e la nostra schiavizzazione.
La gente, solo guardandosi intorno e nel silenzio assordante delle istituzioni, si rende conto di quanti effetti collaterali del vaccino si stiano manifestando (e siamo solo agli inizi); e si rende conto anche, a proprie drammatiche spese, di quali enormi disponibilità di acqua possediamo, che viene usata e limitata per scopi estranei al nostro interesse.
Come è estraneo al nostro interesse farci coinvolgere nei conflitti altrui e questa è un’altra prova dello Stato nemico.
Sta a noi cambiarlo, sta a noi modificarne la struttura istituzionale e gli uomini.