La scorsa settimana il Ministero della Sanità ha pubblicato il numero dei casi di tumore in Italia nel 2019: 370.000, di cui quasi il 60% mortali. Tale notizia avrebbe dovuto allarmare moltissimo sia i nostri politici sia i mass-media. Invece è stata relegata in poche righe di quindicesima pagina da alcuni quotidiani e diffusa da un solo telegiornale. I titoloni di scatola, come pure l’apertura puntuale e ossessiva di tutti i talk- show, riguardano il coronavirus , malattia che fino ad oggi non ha colpito nessun italiano, salvo qualche residente in Cina, peraltro già guarito. Le statistiche, anche le più pessimistiche, ci informano poi che la mortalità di questo morbo non supera il 4-5%.
Personalmente ricordo l’epidemia d’influenza asiatica nell’inverno 1958-59, che in tre mesi mise a letto metà degli italiani, paralizzando il Paese, e provocò diverse migliaia di morti. Nella mia famiglia la prendemmo tutti, uno dopo l’altro, ma quando il medico, venuto a visitarmi a casa come si usava all’epoca, mi comunicò che io stesso ero stato contagiato, malgrado i 39 gradi di febbre mi misi a ballare sul letto dalla gioia, visto che per una decina di giorni non sarei andato a scuola!
Ma allora perché tutta questa attenzione mediatica al coronavirus, quando da noi imperversa il cancro, epidemia ben più diffusa e letale di quella sorta in Cina? La risposta ci riconduce ancora una volta al potere della mafia, nazionale o internazionale che sia. Infatti, qualora sensibilizzassimo, come il pericolo richiederebbe, l’opinione pubblica sul problema del tumore, dovremmo pure elencare le cause, per le quali tale patologia imperversa: le terre dei fuochi, lo stoccaggio criminale dei rifiuti, l’inquinamento dovuto ai residuati industriali, l’uso irrazionale dell’automobile negli spostamenti urbani, l’abuso degli agrofarmaci in agricoltura e simili. Porre rimedio a tutto ciò contrasterebbe nettamente con l’interesse della mafia nostrana, che prospera sulla diffusione di queste pessime abitudini. È allora molto meglio enfatizzare la nuova influenza asiatica, creata in laboratorio al fine specifico di rovinare e quindi incamerare l’economia cinese, più l’immenso indotto internazionale che ad essa si accompagna. Purtroppo, l’incredibile battage pubblicitario dedicato al virus dimostra come i grandi media mondiali ( non parliamo di quelli italiani, sempre alla ricerca di slogan sensazionali per fare audience ) siano succubi delle strategie, occulte o palesi, delle malavita globale.
Che immenso schifo! Quanto a lungo potremo ancora sopportare di vivere in una società del genere?